Nelle nebbie del tempo di Lanfranco Fabriani (2005): La lunga caduta libera con scivolata verso destra, incomprensibile a Mariani come tutto quello che riguardava il trasferimento temporale, e che causò l'urlo terrorizzato di Fabris, lasciò il posto al senso di pizzicore, e la macchina sbucò in pieno 26 maggio, ore 22 e 45, Anno Domini 1458.
Ravanà (tra una messa e l’altra) di Luigi Pirandello (1895): – Meno di sei onze è impossibile! – pensava intanto fra sé padre Ravanà. – Eccolo! entra… entra… – gli disse piano finalmente Cosimino… Mi fa dei segni… È matto? – Che segni fa? – Tre e quindici… – Come? – Dice: tre e quindici… – A tre onze e quindici il frumento? – domandò forte padre Ravanà volgendosi a Cosimino, come se questo gli avesse detto una bestemmia innanzi all'altare; abbassò le braccia, e per poco non si lasciò cadere di mano il calice sulla predella.
Elias Portolu di Grazia Deledda (1928): Neppure per un attimo egli ebbe il desiderio, né la forza di andarsene: solo si lasciò cader seduto sul muro. E Maddalena arrivò senza affrettarsi; ma oltrepassato appena il varco, smontò agilmente e s'avvicinò ad Elias: tremava tutta e lo guardava con passione folle. Ah, che espressione e che luce avevano i suoi occhi scuri, ardenti, socchiusi, veduti di sotto in su come li vedeva Elias! egli non li dimenticò mai, e in quel momento sentì che quello sguardo gli dava una gioia di cui un solo attimo valeva per un'eternità della gioia provata la settimana scorsa. |