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Foto taggate calice | ||
Un'alba nel bicchiere | Alla Margaria | Napoleonico |
Tag correlati: bicchiere, vetro, ombra, vino, acqua, tavolo, trasparenza, bicchieri, foglie, tovaglia, trasparente, cristallo, coppa, trasparenze |
Informazioni di base |
La parola calice è formata da sei lettere, tre vocali e tre consonanti. Divisione in sillabe: cà-li-ce. È un trisillabo sdrucciolo (accento sulla terzultima sillaba). |
Frasi e testi di esempio |
»» Vedi anche la pagina frasi con calice per una lista di esempi. |
Esempi d'uso |
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Citazioni da opere letterarie |
La messa di nozze di Federico De Roberto (1917): Il suono del suo nome, mormorato da Perez, lo scosse. Voltatosi, vide che la chiesa non era più tutta deserta come prima: alcune donne venute a compiere le consuete devozioni, qualche curioso attratto dal suono dell'organo, erano sparsi qua e là, dinanzi alle cappelle, intorno all'altare maggiore. Ma già tutta la cerimonia era finita: il sacerdote, raccolto il calice, inchinatosi dinanzi all'altare, s'avviava alla sacristia. Una grande storia d’amore di Susanna Tamaro (2020): Alla vigilia di Natale, mentre raggiungevo Cormons in treno attraversando una campagna invernale, avevo deciso che era ora di ricorrere al mio sestante. Durante la cena, a tavola – oltre a noi tre, c'erano i miei nonni materni e una vecchia zia di mio padre – ho annunciato che avrei sposato Erica prima dell'estate. Alla notizia, mia madre si è alzata e mi ha abbracciato, mio padre ha sollevato il calice: «Prosit!» e ha tracannato in un sol sorso tutto il contenuto. La vecchia zia, che probabilmente non aveva capito nulla, si guardava intorno come un uccellino smarrito mentre la nonna esclamava allegra: «Diventiamo bisnonni!». La fede di Luigi Pirandello (1922): E don Angelino, già parato, col calice in mano, si fermò un istante, incerto e oppresso d'angoscia, su la soglia della sagrestia a guardare nella chiesetta deserta; se gli conveniva, così senza fede, salire all'altare. Ma vide davanti a quell'altare prosternata con la fronte a terra la vecchia, e si sentì come da un respiro non suo sollevare tutto il petto, e fendere la schiena da un brivido nuovo. O perché se l'era immaginata bella e radiosa come un sole, finora, la fede? Eccola lì, eccola lì, nella miseria di quel dolore inginocchiato, nella squallida angustia di quella paura prosternata, la fede! |
Libri |
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Titoli di Film |
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Giochi di Parole |
Giochi enigmistici, trasformazioni varie e curiosità. Vedi anche: Anagrammi per calice |
Definizioni da Cruciverba di cui è la soluzione |
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Definizioni da Cruciverba in cui è presente |
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Cambi |
Cambiando una lettera sola si possono ottenere le seguenti parole: calici, camice, carice, salice. Cambiando entrambi gli estremi della parola si possono avere: malica, malici, malico, salica, salici, salico, valica, valico, valicò. |
Scarti |
Rimuovendo una sola lettera si possono ottenere i vocaboli: alice, calce, calie. Togliendo tutte le lettere in posizione dispari si ha: aie. Altri scarti con resto non consecutivo: cale, caie, clic, alce. |
Parole con "calice" |
Iniziano con "calice": calicetti, calicetto. |
Finiscono con "calice": glicocalice. |
Parole contenute in "calice" |
ali, cali, alice. Contenute all'inverso: ila. |
Lucchetti |
Scartando le parti in comune (in coda e poi in capo), "calice" si può ottenere dalle seguenti coppie: casa/salice, casi/silice, calia/ace, calibra/brace, calino/noce. |
Usando "calice" (*) si possono ottenere i seguenti risultati: * licene = cane; * ceno = calino; * licenide = canide; * licenidi = canidi; * ceffi = califfi; * ceffo = califfo; polca * = pollice; * cecini = calicini; * cecino = calicino. |
Lucchetti Riflessi |
Scartando le parti in comune (in coda e il riflesso in capo), "calice" si può ottenere dalle seguenti coppie: calla/alice, calle/elice, calino/once. |
Usando "calice" (*) si possono ottenere i seguenti risultati: * eccetto = calicetto. |
Cerniere |
Scartando le parti in comune (prima in capo e poi in coda), "calice" si può ottenere dalle seguenti coppie: oca/liceo, cecali/cece, cicali/ceci, focali/cefo, laicali/celai, locali/celo, ricali/ceri. |
Usando "calice" (*) si possono ottenere i seguenti risultati: * cicali = ceci; * focali = cefo; * locali = celo; * ricali = ceri; * laicali = celai; cece * = cecali; ceci * = cicali; cefo * = focali; celo * = locali; ceri * = ricali; celai * = laicali. |
Lucchetti Alterni |
Scartando le parti in comune (in coda oppure in capo), "calice" si può ottenere dalle seguenti coppie: caì/licei, cane/licene, canide/licenide, canidi/licenidi, califfi/ceffi, califfo/ceffo, calino/ceno, straccali/stracce, boccali/bocce, cecali/cece, fecali/fece, radicali/radice, salicali/salice, apicali/apice, matricali/matrice, verticali/vertice, alcali/alce, concali/conce, focali/foce, vocali/voce, volvocali/volvoce... |
Usando "calice" (*) si possono ottenere i seguenti risultati: * silice = casi; pollice * = polca; alce * = alcali; * noce = calino; cece * = cecali; * calicini = cecini; * calicino = cecino; duce * = ducali; fece * = fecali; foce * = focali; voce * = vocali; bocce * = boccali; * brace = calibra; conce * = concali; * inie = calicini; stracce * = straccali; volvoce * = volvocali. |
Sciarade incatenate |
La parola "calice" si può ottenere (usando una volta sola la parte uguale) da: cali+alice. |
Intarsi e sciarade alterne |
"calice" si può ottenere intrecciando le lettere delle seguenti coppie di parole: ci/alce. |
Definizioni da Dizionari Storici |
Dizionario dei sinonimi - Zecchini del 1860 |
Nappo, Coppa, Calice, Tazza, Giara, Bicchiere, Ciotola, Scodella, Pisside, Beverino, Bicchierino - Nappo, voce poetica per bicchiere, coppa o tazza: è forse d'uopo avvertire che quando si dice voce poetica, meno che per alcune, non s'intende che essa sia esclusivamente del dominio della poesia, giacchè la prosa nobile può anco molto bene giovarsene. Bicchiere, da vino e dell'uso comune, di vetro o di cristallo: questo è di forma cilindrica ordinariamente; ma ve ne hanno altri varii di forma, e con piede, per le varie qualità di vini, di liquori o di bibite a cui sono specialmente destinati: la tazza è di terra, maiolica o porcellana, da caffè, da cioccolata, da brodo: delle sue forme non si può dire, variando come la moda e l'uso le vuole. Coppa, di terra o di metallo, d'oro o d'argento. Di forma emisferica per lo più, con piede e due manichi talvolta. Calice, quello nel quale il sacerdote consacra sotto le specie del vino. Pisside, quella in cui conservansi le ostie consacrate; questa ha un coperchio, ed è per maggior reverenza coperta d'un velo. Ciotola è tazza larga ed emisferica essa pure, però di materia meno preziosa della coppa. La scodella è un piatto alquanto più fondo dei soliti, e in cui si serve e si mangia la minestra. La giara, dicono i dizionarii, è specie di vaso di cristallo per bere. Il Romani, nel suo Diz. de' sin. porta questa definizione tolta dalle annot. del Redi al Ditirambo: « Giara, vaso di cristallo senza piedi con due manichi per uso del bere. È voce portata in Italia dagli Spagnuoli ». Io non so per altro vedere nelle cose di questo genere in uso oggigiorno, oggetto cui questa definizione riesca appropriata: sarebbe ciò che è una coppa, colla sola differenza della materia. « Gli Spagnuoli, soggiunge Romani, chiamano iarra o iarro il vaso dal Redi indicato; ed i Veneti dicono zara de vin ad un vaso bibitorio ». Giara, a Genova è orcio grandissimo di terra, di forma ovoidale, ad uso di serbarvi provvigione d'olio. Bicchierino e beverino, il primo di vetro e il secondo di terra, sono quelli in cui bevono gli uccelli tenuti in gabbia. [immagine] |
Dizionario delle invenzioni, origini e scoperte del 1850 |
Calice - Vaso che serve al sacrifizio della messa, ed in cui si fa la consacrazione del vino. I calici degli Apostoli e dei loro primi successori erano di legno. Urbano I. proibì quelli di stagno e di cristallo, e ordinò fossero d'oro e d'argento. Bede assicura che quello di cui si servì Gesù Cristo alla Cena aveva due manichi ed era di argento. Quegli antichi erano più grandi di quei d'oggi giorno, perchè allora il popolo comunicava sotto le due specie. Invece che adesso il calice non serve che al prete. [immagine] |
Dizionario Tommaseo-Bellini del 1865-1879 |
Calice - [T.] S. m. Vaso di forma rotonda a uso di bere. Dal gr. Κυλίω, Avvolgere, vengono i suoi signif. più ampii che noteremo da ultimo.
Per Bicchiere in gen., non è a noi se non voce o erudita o di cel. T. Oraz. I calici fecondi, chi non fanno eloquente? = † Guid. G. (C) [Cont.] Cit. Tipocosm. 390. Bicchieri,… bussoli, mezzenoci, calici. Ma le parole del Vang. fanno essere vivo in parte anche quest'uso. T. G. C. rinfaccia a' Farisei le cerimoniose risciacquature de' calici, mentre l'anima è immonda. Voi mondate quel che è di fuori del calice. = S. Gio. Gris. 203. (C) Cristo promette mercede eziandio d'uno calice d'acqua fredda. Vang. Non com. a questo modo. Red. Lett. 1. 171. (C) Credo per cosa certa che V. S. abbia molte volte posto riparo agli acutissimi dolori di stomaco con un gran calice d'acqua fredda. 2. Parola solenne della istituzione dell'Eucaristia. T. Prese il calice e benedisse. Vang. Questo è il calice del sangue mio. T. L'Ap. al Calice del Signore, al Calice della benedizione contrappone il Calice de' demoni, quel che libavasi dagli Idolatri. Nelle segrete della Messa: Il calice della salute eterna. E innanzi la comunione del Sangue, dopo quella del Pane, il sacerdote, dal Salmo: Che renderò io al Signore in cambio di quanto diede egli a me? Riceverò il calice di salute. – Elevazione del calice, sua offerta nell'Offertorio. Questo è altra cosa dal Calice d'elettro, che Plinio dice offerto alla vergine dea della sapienza da Elena, fatto a forma della propria mammella. 3. T. Calice d'oro, d'argento dorato. – Calici di legno, sacerdoti d'oro. – Un tempo vendevano i calici per riscattare gli schiavi. 4. [G.M.] Calice ministeriale dicevasi quello con cui si amministrava al popolo il sangue, comunicandosi anticamente nell'una e nell'altra specie. Magri, Notiz. Vocab. Eccl. In un calice ministeriale presentato alla Chiesa. 5. T. Dio ne' profeti dipingesi porgere all'uomo un calice o di soavità o d'amarezza. T. Nell'ant. Testam. più volte: Calice d'ira. T. Ne' Salmi: Il mio calice, La parte del calice mio, Le sorti della mia vita, principalmente dell'anima. Trasl. solenne, e oramai popolare. T. Vang. Padre mio, se è possibile, passi da me questo calice. = Cavalc. Frut. ling. 30. (C) Cristo, in quanto uomo, pregò il Padre che cessasse (allontanasse da lui) il calice della sua passione. T. Vang. Potete voi bere il calice che bevo io? T. Calice dell'amarezza, Dolori continuati. – Calice amaro, anche un solo dolore o disgrazia che passa. [G.M.] Segner. Crist. Instr. 1. 20. 25. Considerandole sempre (le avversità) inviategli paternamente dal suo Signore, qual calice, amaro sì, ma tanto più salutare. T. Bere al calice, dice Assaggiare più o meno cose dolorose: Bere il…, dice Consumare o Figurarsi di consumare ogni sacrifizio. Berlo sino alla feccia, la parte più ripugnante alla nostra natura. Accettare, Ricusare un calice di dolore. T. Anco d'umiliazione. T. Il calice dell'esilio, della morte. In senso troppo fam. e mezzo profano. Ar. Fur. 21. 54. (C) Voglia o non voglia, alfin convien che e' mande L'amarissimo calice nel gozzo. Bern. Rim. 1. 5. Pur fu forza il gran calice inghiottirsi. T. Calice de' piaceri, in senso non buono. Ma anco in buono, delle gioje religiose. 6. (Bot.) [D.Pont.] L'Invoglio più esterno del fiore quasi sempre colorato in verde, il quale può essere di più pezzi o foglioline dette sepali (Calice dialisepalo, o polisepalo), ovvero d'un sol pezzo (Calice gamosepalo), per l'aderenza che i sepali contraggono a vicenda durante il loro sviluppo. Il calice è libero ed infero, allorchè si mantiene distinto dall'ovario, e per contra supero o aderente allorchè si salda con esso in tutto o in parte. Negli es. seg. non ha il senso scientif. mod. Red. Ins. 111. (C) E 110. E Lett. 2. 46. E 47. Sono alcune ghiande grosse, che, per quanto si può conoscere dal loro calice, nascono nel cerro. Serd. Stor. 1. 60. Quelle piante che si nominano zabucali, sono molto alte, e producono alcuni grandi e duri calici con la bocca volta verso la terra, e, dalla natura, coperta a guisa di bossoletto, con maravigliosa industria. In questi calici si contengono certe castagne di bonissimo sapore. T. Segnatam. nel verso: I calici odorati (de' fiori). = Sassett. Lett. 398. (Man.) Apresi in sei foglie, le quali nel piè si uniscono e fanno calice. 7. T. Disse Plin. Il calice della coppa, la parte inferiore più concava. S. Paolino: della campana. T. Varr. e Plin., la Concavità del nicchio; Plin., quella del guscio d'uovo; modi di cui rende ragione l'orig. 8. (Anat.) Gli anatomici dánno questo nome a piccoli condotti membranosi che abbracciano la circonferenza de' tubetti de' reni, e s'aprono profondamente nella pelvi, ove trasmettono l'orina; il loro numero varia da sei sino a dodici in ciascun rene. (Mt.) 9. (Aritm.) [Gen.] Nome d'un modo antico di moltiplicare i numeri. |
Gran Dizionario Teorico-Militare del 1847 |
Calice - s. m. Calice. Nelle spolette e canne dei razzi, è quella parte concava per dove s'inescano. [immagine] |
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Parole in ordine alfabetico: calibrino, calibrò, calibro, calicantacea, calicantacee, calicanti, calicanto « calice » calicetti, calicetto, calici, caliciforme, caliciformi, calicini, calicino |
Parole di sei lettere: caldeo, calerà, calerò « calice » calici, caliga, calino |
Vocabolario inverso (per trovare le rime): orefice, pontefice, artefice, office, soffice, superfice, alice « calice (ecilac) » glicocalice, tralice, salice, elice, felice, infelice, antelice |
Indice parole che: iniziano con C, con CA, parole che iniziano con CAL, finiscono con E |
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