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Informazioni utili online sulla parola italiana «vino», il significato, curiosità, sillabazione, frasi di esempio, definizioni da cruciverba, definizioni storiche, rime, dizionario inverso. Cosa vuol dire.


Vino

Parole Collegate

»» Aggettivi per descrivere vino (rosso, dolce, bianco, secco, amabile, ...)

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Foto taggate vino

Quanti fiaschi

Messo lì da solo

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Tag correlati: bicchiere, vetro, calice, bicchieri, legno, tavolo, calici, bottiglie, ombra, due

Informazioni di base

La parola vino è formata da quattro lettere, due vocali e due consonanti.
È una parola bifronte senza capo né coda, la lettura all’inverso produce una parola di senso compiuto (ni). Divisione in sillabe: vì-no. È un bisillabo piano (accento sulla penultima sillaba).

Frasi e testi di esempio

»» Vedi anche le pagine frasi con vino e canzoni con vino per una lista di esempi.
Esempi d'uso
  • Ultimamente, dopo tanti anni, ho ripreso a bere vino.
  • La verità si sa dai bambini e da chi ha bevuto troppo vino.
  • Molti preferisco il vino rosso. Spesso ha un grado alcolico più alto di quello bianco.
Citazioni da opere letterarie
Il vecchio della montagna di Grazia Deledda (1920): — Ma che tempo, che tempo! Sorella mia, ascolta bene, ascolta tua sorella. Tua figlia è ricca, Melchiorre è ricco; cosa diavolo stiamo ad aspettare? Essi hanno casa — e contava, al solito, sulle sue dita — hanno terre, bestiame, pane, vino, lana, olio.... palle che ti trapassino il corpo! Cosa vuoi dunque aspettare?

Demetrio Pianelli di Emilio De Marchi (1890): Mandò Giovann dell'Orghen a comperare del pane, del salame cotto e un fiaschetto di vino, e sedettero tutti e tre — il terzo era Giovedì, — l'uno sulla cassa, l'altro sulla valigia, il cane in terra nel mezzo della stanza spoglia, a celebrare l'ultima cena. La compagnia non guastava la malinconia de' suoi pensieri, perché il sordo non l'obbligava a parlare e il cane non l'obbligava a stare attento. Si trovava così solo senz'essere isolato.

Tre croci di Federigo Tozzi (1920): — Oggi, a pranzo, tordi e quaglie, E mi son fatto mandare da una delle migliori tenute del Chianti un vino che, se lo bevesse lei, resterebbe stupito. Dio! Come mi voglio godere! Per me, nella vita, non c'è altro! Sono nato un signore, io; più di lei! — Più di me? Ah, lo credo! Lei non ha quelle preoccupazioni di cui io non posso fare a meno. Anche stamani son dovuto venire a Siena, perché il fattore mi s'è ammalato. Come si fa a rimandare al giorno dopo gli affari, con una tenuta di trenta poderi come io ho su le mie spalle! Senza mentovare, poi, anche le mercature.
Proverbi
  • Botte piccola fa buon vino.
  • Nella botte piccola, c'è vino buono.
  • La luna di gennaio è la luna del vino.
  • Chi beve vino campa cent'anni.
  • Il barbiere ti fa bello, il vino ti fa sangue e la donna ti fa fesso.
  • Donna e vino ubriaca il grande e il piccolino.
  • Il vino è forte ma il sonno lo vince, ma più forte d'ogni cosa è la donna.
  • Non domandare all'oste se ha buon vino.
  • Botte buona fa buon vino.
  • Pane finché dura, ma vino a misura.
  • Quando la barba fa bianchino, lascia la donna e tieniti il vino.
  • Buon vino fa buon sangue.
  • Pane al pane e vino al vino.
Espressioni e Modi di Dire
  • In vino veritas
  • Dire pane al pane e vino al vino
Libri
  • Vino e pane (Scritto da: Ignazio Silone; Anno 1955)

Giochi di Parole

Giochi enigmistici, trasformazioni varie e curiosità. Vedi anche: Anagrammi per vino
Definizioni da Cruciverba di cui è la soluzione
Definizioni da Cruciverba in cui è presente
»» Vedi tutte le definizioni
Cambi
Cambiando una lettera sola si possono ottenere le seguenti parole: dino, fino, gino, kino, lino, mino, pino, sino, tino, vano, vico, vini, viro, viso, vito, vivo.
Cambiando entrambi gli estremi della parola si possono avere: cina, cine, dina, dine, fina, fine, fini, finì, gina, kina, king, kini, lina, lini, link, mina, mine, mini, pina, pini, ring, tina, tini.
Zeppe (e aggiunte)
Aggiungendo una sola lettera si possono ottenere le parole: ovino, vinco, vinto.
Antipodi (con o senza cambio)
Spostando la prima lettera in fondo (eventualmente cambiandola) e invertendo il tutto si possono ottenere: aoni, coni, doni, eoni, foni, ioni, noni, poni, toni.
Testacoda
Togliendo la lettera iniziale e aggiungendone una alla fine si può ottenere: inox.
Parole con "vino"
Iniziano con "vino": vinosa, vinose, vinosi, vinoso, vinomele, vinomeli, vinosità, vinolenta, vinolente, vinolenti, vinolento.
Finiscono con "vino": ovino, alvino, bovino, cavino, covino, devino, divino, divinò, lavino, levino, rovino, rovinò, bravino, cervino, corvino, curvino, elevino, giovino, gravino, nervino, privino, provino, salvino, sbavino, scavino, scovino, stivino, travino, trovino, allevino, ...
Contengono "vino": rovinosa, rovinose, rovinosi, rovinoso, rovinografia, rovinografie, rovinosamente.
»» Vedi parole che contengono vino per la lista completa
Incastri
Inserito nella parola rosa dà ROvinoSA; in rose dà ROvinoSE; in rosi dà ROvinoSI; in roso dà ROvinoSO.
Inserendo al suo interno bra si ha VIbraNO; con eta si ha VIetaNO; con ari si ha VINariO; con can si ha VINcanO; con col si ha VINcolO; con con si ha VINconO; con ola si ha VIolaNO; con oli si ha VIoliNO; con sta si ha VIstaNO; con zia si ha VIziaNO; con asso si ha VassoINO; con aggi si ha VIaggiNO; con coli si ha VIcoliNO; con dima si ha VIdimaNO; con iper si ha ViperINO; con raro si ha VIraroNO; con sita si ha VIsitaNO; con siti si ha VIsitiNO; con brava si ha VIbravaNO; con cigli si ha VINcigliO; ...
Lucchetti
Scartando le parti in comune (in coda e poi in capo), "vino" si può ottenere dalle seguenti coppie: via/ano, viabilità/abilitano, viadotti/adottino, viari/arino, viaria/ariano, vibra/brano, vibravi/bravino, vicari/carino, vicaria/cariano, vice/ceno, vichiani/chianino, vico/cono, vicoli/colino, vicolo/colono, vidi/dino, vielle/elleno, vieta/etano, vieti/etino, vili/lino, vimini/minino, violi/olino...
Usando "vino" (*) si possono ottenere i seguenti risultati: alvi * = alno; favi * = fano; navi * = nano; pivi * = pino; savi * = sano; * noce = vice; * nodi = vidi; * noli = vili; * nori = viri; * nota = vita; * note = vite; * noti = viti; * noto = vito; * nova = viva; * nove = vive; amavi * = amano; aravi * = arano; beavi * = beano; bravi * = brano; corvi * = corno; ...
Lucchetti Riflessi
Scartando le parti in comune (in coda e il riflesso in capo), "vino" si può ottenere dalle seguenti coppie: viado/odano, viagra/argano, viella/alleno, vira/arno, viro/orno.
Usando "vino" (*) si possono ottenere i seguenti risultati: * once = vice; * onde = vide; * onta = vita; * onte = vite.
Cerniere
Scartando le parti in comune (prima in capo e poi in coda), "vino" si può ottenere dalle seguenti coppie: divi/nodi, dosavi/nodosa, evi/noè, ivi/noi, lavi/nola, minavi/nomina, navi/nona, nevi/none, vantavi/novanta, varavi/novara, viziavi/novizia.
Usando "vino" (*) si possono ottenere i seguenti risultati: nodi * = divi; nola * = lavi; nona * = navi; none * = nevi; * lavi = nola; * navi = nona; * nevi = none; nodosa * = dosavi; nomina * = minavi; * dosavi = nodosa; * minavi = nomina; * varavi = novara; novara * = varavi; * vantavi = novanta; * viziavi = novizia; novanta * = vantavi; novizia * = viziavi.
Lucchetti Alterni
Scartando le parti in comune (in coda oppure in capo), "vino" si può ottenere dalle seguenti coppie: vice/noce, vicina/nocina, vicine/nocine, vicini/nocini, vicino/nocino, vidi/nodi, vie/noè, vili/noli, viminata/nominata, viminate/nominate, vimine/nomine, vimini/nomini, viri/nori, vita/nota, vite/note, viti/noti, vitina/notina, vitine/notine, vitino/notino, vito/noto, vitti/notti...
Usando "vino" (*) si possono ottenere i seguenti risultati: alno * = alvi; cono * = covi; fano * = favi; nano * = navi; sano * = savi; * ceno = vice; * cono = vico; * sono = viso; * tono = vito; * vano = viva; amano * = amavi; arano * = aravi; beano * = beavi; brano * = bravi; corno * = corvi; grano * = gravi; osano * = osavi; pieno * = pievi; porno * = porvi; prono * = provi; ...
Intarsi e sciarade alterne
Intrecciando le lettere di "vino" (*) con un'altra parola si può ottenere: sa * = sviano; si * = sviino; ava * = avviano; avi * = avviino; dea * = deviano; era * = evirano; eri * = evirino; eta * = evitano; sta * = svitano; * ara = variano; * mie = vimineo; * oca = vociano; aver * = avverino; dina * = divinano; indi * = invidino; lega * = levigano; lidi * = lividino; odia * = ovidiano; riel * = rivelino; riva * = rivivano; ...

Definizioni da Dizionari Storici

Vocabolario dei sinonimi della lingua italiana del 1884
Vinello, Acquerello, Mezzo vino - Acquerello, che i contadini dicono più spesso Acquarello, è Bevanda fatta con acqua lasciata stare qualche tempo sulle vinaccie, cavatone prima il vino chiaro e lo stretto. Si dice anche Vinello, ma men comunemente, salvo che nel Pistojese.

“Altro da cena
Non v’era che pan nero ed acquerello.”
Fagiuoli.


Vinello non ha nulla del dispregiativo, come può averlo Acquerello. - «Com’è buono questo vinello!» - «Il vinello è molto dissetante.» - «Son poveri ma almeno un po’ di vinello lo bevon tutti i giorni.» - «Ringraziare Iddio quando possono avere un bicchiere d’acquerello!» - «Questo vino pare un acquerello – è acquerello bell’ e buono.» - Il Tommaseo propone giustamente che Acquarello si serbi alla pittura e il Vinello si dica sempre Acquerello. – Il Mezzo vino è una specie di Acquerello che si fa con acqua e con le vinaccie lasciate nel tino dopo svinato: l’Acquerello è fatto, come s’è visto, sulle vinaccie già strette. G. F. [immagine]
Dizionario delle invenzioni, origini e scoperte del 1850
Fontane di vino - E' antichissima usanza quella di distribuire vino al popolo in occasione di allegrezze. Monstrelet, parlando dell'ingresso di Carlo V. in Parigi, osserva che: «vi era sotto al palco una fontana, la quale gettava dell'ippocrasso, e dentro ad essa tre sirene, e il detto liquore era lasciato a volontà di tutti»

Quando il re Carlo VI., la regina Isabella di Baviera, ed il re Enrico d'Inghilterra con la sua moglie Caterina di Francia arrivarono a Parigi (dice pure Mostrelet): «tutto il giorno e tutta la notte colava vino in alcuni chiassuoli e in abbondanza, da chiavette di bronzo ed altri condotti fatti ingegnosamente, onde ciascuno ne pigliasse a suo piacere» [immagine]
Birra - Vino - Specie di birra gialla, che ha alquanto del sapore del vino del Reno, inventata or sono otto o dieci anni a Kehl da un tedesco chiamato Schlossen. E' molto rinomata. [immagine]
Acqua nel vino - E' una circostanza da notarsi nella storia dell'antichità l'importanza con cui quasi tutti gli storici davano il nome di quel tale che si reputava essere stato il primo a trovare il segreto di mescolare l'acqua col vino, come se fosse una scoperta di tal natura da meritare l'attenzione di tutta la posterità. Essi l'attribuirono ad Anfione, terzo re di Atene, a cui si giunse perfino ad inalzare una statua in commemorazione del gran servigio da lui reso. [immagine]
Vino (astinenza dal) - Presso tutti i popoli dell'antichità, l'astinenza dal vino era una della austere leggi imposte dai più saggi legislatori. Nella Giudea, uno dei principali voti dei Nazareni era di astenersene. Secondo Zenofonte, non si dava vino ai giovani Persi in tutto il tempo che frequentavano le scuole. Anche i Cretensi lo proibivano nelle stesse circostanze. Finalmente, a detto di Plinio e d'Aulo Gelle, ne' primi tempi della Repubblica romana tutte le donne dovevano astenersene. È nota la legge di Teleuco, per cui presso i Locri epizefiriani l'uso del vino, tranne i casi di malattia, era vietato generalmente sotto pena di morte. Il Corano lo proibisce a tutti i fedeli. [immagine]
Vino - I frantoj sono della più lontana antichità. N'era noto l'uso fin dal tempo di Giobbe; ma non si sa in qual modo fossero fatti.

Dice Chaptal: (Chimica applicata all'agricoltura) Gli antichi separavano accuratamente i varj succhi che ponno estrarsi dall'uva, e li facevano fermentare ognuno da per se. Il primo, che cola mediante la più lieve pressione e proviene dall'uva più matura, somministrava il migliore dei loro vini, chiamato protopon, mustum sponte defluens antequam calcentur uvae (mosto che cola da se innanzi che i grappoli siano affranti.)

Baccio descrisse quel processo impiegato dagli Italiani: quel primo liquore, essi lo nominano lacrima, e può bersi appena uscito dal tino.

I vini greci erano celebri nell'antichità; i poeti che li cantarono li stimavano pei migliori dell'universo, segnatamente quelli delle isole di Creta o Candia, Cipro, Leibo e Chio. Quei di Cipro sono tuttavia molto apprezzati.

I Romani ne avevano di più sorta. Il solo territorio di Capua dava quelli di Massica, di Calena, di Formio, di Cecuba e di Falerno, tanto vantati da Orazio.

I Francesi bevevano solo il vino che raccoglievano dalle loro viti. Luigi il Giovane faceva elargità col suo d'Orleans; Enrico I.° voleva averne sempre quando andava alla guerra. I vini della Sciampagna, della Borgogna, del Delfinato, del Lionese e del Bordolese, e quei di Linguadoca, Provenza e Roussillon, climi favoriti dal cielo, godono di vera riputazione e son ricercati in tutti i paesi.

La Spagna conta fra' suoi migliori quelli di Ròta, di Alicante e di Xeres.

In Portogallo i vini indigeni del Douro hanno qualità preziose.

In Alemagna, i vini del Reno meritano onorevole menzione per la loro ottima qualità.

Que' d'Ungheria sarebbero eccellenti, se colà la coltivazione della vigna e la fabbricazione de' suoi prodotti non fossero tuttora trascurate. Bensì il vino di Tokay ha acquistato un gran nome; esso si prepara con uva seccata per metà.

Senza trattenerci ad enumerare i vini che hanno una tal quale celebrità, come quelli di Madera, di Persia e del Capo di Buona Speranza, faremo conoscere solamente che le provincie settentrionali della America sono ricchissime di vigneti, e che si trovano delle viti selvatiche in tutte le macchie degli Stati Uniti e del Canadà, dalle sponde del Mississipi sino alle rive del lago Erié. [immagine]
Dizionario compendiato di antichità del 1821/1822
Vino - Le donne ed i giovani Romani sotto l'età virile non bevevano vino (V. Bevanda).
Dizionario Tommaseo-Bellini del 1865-1879
Vino - S. m. Liquore tratto dall'uva e fatto fermentare nei tini, che serve all'uomo di bevanda. Vinum, in Cic. Dal gr. Οἶνος, aggiunto il digamma a rappresentare l'accento circonflesso e lo spirito.

Bocc. Nov. 10. g. 6. (C) Poco più là trovai gente che portavano il pan nelle mazze e 'l vin nelle sacca. E nov. 9 g. 8. Li quali sentendogli bonissimi vini,… gli tenevano assai di presso. E nov. 8. g. 9. Vi piaccia di arrubinargli questo fiasco del vostro buon vin vermiglio. Cr. 4. 35. 1. Quando si tramuta il vino a luna piena, diventa aceto. E 48. 1. Il vino, secondo Isac, dà buon nutrimento, e rende santà al corpo. Petr. Son. 14. part. III. Di vin serva, di letti e di vivande. D. 3. 10. Qual ti negasse 'l vin della sua fiala Per la tua sete, in libertà non fora (qui locuz. fig.) [G.M.] Soder. Colt. 29. Le ghiande sfracellate… giovano all'invecchiare del vino. = Amm. Ant. 24. 4. 91 (C) Vino e gioventude è doppio incendio di lussuria. Amet. 70. Sopra Falerno coperto di vigne portanti vino ottimissimo. Fior. Virt. A. M. 140. var. Il vino e le femmine fanno immattire i savii. Red. Ditir. 17. Che vino è quel colà, Che ha quel color tanè?

[Camp.] S. Gio. Gris. Om. Io so bene che tu non avrai ardire di rispondermi, che, essendo tu sepolto nel vino e dall'ebrietà superato, che tu non sia stato dal danzare e dal cantare della femmina commosso. Alleg. Metam III. Mosse (le Baccanti) per furia di vino (alterate dal vino), uccisono Penteo.

[G.M.] Morg. 2. 25. Diceva Orlando: Saremo noi mezzi Di vin (briachi fradici), che l'uscio non si raccapezzi? E 24. Furno al convito le vivande tutte Che si potevan dare in quel paese, Con prezïosi vin, confetti e frutte. E 18. 154. Un'asse molto lunga ha ritrovata; Apparecchiolla fuor subitamente, E vino e carne e del pan vi ponea. E 157. Fa' che non manchi al gigante del vino, Chè non ti racconciassi l'ossa sconce. E 186. Ed eran pel cammin tutti affannati, Nè vin nè pan non avean più con loro. E 19. 59. Onde costor fuggîr subitamente, Lasciâr la bestia e due otri di vino. E 61. Morgante dêtte una gran tazza piena Alla fanciulla ch'ha il viso angelesco, Di vin, che gli bastò per la sua cena. E 70. Come del vin faresti dell'arrosto (come hai trincato il vino, così mangeresti l'arrosto). E 21. 138. Disse il Pagan, tedesco pien di sugna, Vedi tu ch'io non t'avea bene scorto, Che dêi succiar più vin, ch'acqua la spugna. E 22. 163. Il monte Sinai porterei in collo, Come e' trabocca il vin fuor del mezzule. Red. Lett. Mi dicon tutti i bevoni che i vini son cattivissimi. Segner. Mann Magg. 6. Quel servo infame, che, tolto il bastone in mano, cominciò a percuotere tutte le ancelle di casa, ad aprir credenze, e a scialacquar quanto vi era di vettovaglia e di vino con gente insana.

[G.M.] Vino nuovo, vecchio; Buono, cattivo; Saporito, sciocco. – Vino bianco, rosso o nero. – Vino gagliardo, potente. – Vino gentile, amabile. – Vino generoso. – Vino di quello che fa strizzar l'occhio. – Vino color rubino. – Vino tirato, ben tirato. – Vino basso, debole. – Vino che ha poco, molto colore; che ha poco, molto corpo. – Vino aspro, dolce. – Vino brusco. – Vin santo (dal colore. Gr. Ξανθός, Giallo, Biondo). – Vino di piano, di collina, di costa, di poggio. – Vino che ha la mammola (l'odore di quel fiore) – Vino navigato. – Vino passante, da famiglia, da pasteggiare. – Vino che ha il frizzantino – Vino asciutto (che lascia la bocca asciutta). – Vino sottile. – Vino maccherone. – Vino pretto, annacquato.

[G.M.] Vino che ha preso lo spunto. – Vino forte, inforzato. – Vino che ha girato. – Vino che ha preso il settembrino, la marcuriella. – Vino che ha la muffa. – Vino che fa le fila.

Bocc. Nov. 2. g. 6. (M.) Ma parendomi che vi fosse uscito di mente che questo non sia vin da famiglia, ve 'l volli stamani raccordare. Cr. cap. 42. 1. (C) Poichè il vin bianco, di sua vendemmia, in alcun vaso avrai tramutato, e per un dì sarà riposato, mettilo nel tino del quale fu tratto il vin nero. [G.M.] E altrove: La diversità del vino è per lo sapore; imperocchè altro è dolce, altro pontico, cioè brusco, altro sciocco, altro potente. E: Il vin brusco, il quale acerbo è detto, è più duro. E: Colga certe uve innanzi tempo, acciocchè abbia il vin brusco. E: Meglio si provvede che il vino non inforzi E: Se il vino ha la muffa. E: Prenderai il sugo de' lupini cotti, e la feccia del vin vecchio. E: In che tempi il vino più agevolmente si volga e corrompa. E: Alcuni, accendenti le fiaccole, nel mosto le spengono, e non lascian rivolgere il vino. E: Altri, acciocchè non si ravvolga il vino, ne' raspi due o tre dì bollir lo lasciano. (Volgersi e Ravvolgersi il vino, quel che ora diciamo Girare.) Morg. 18. 115. Ma sopra tutto nel buon vino ho fede

[G.M.] Malm. c. 1. Piacegli il vin pretto. Minucc. Not. ivi: Vin pretto; vino puro, e senza commistione d'acqua o d'altro. E sentendosi in più luoghi del nostro contado chiamarlo vino pretto, non son lontano dal credere che la voce pretto sia figurata, o corrotta di puretto. E altrove: Vino forte; quello che comincia a diventare aceto: ed in molti luoghi d'Italia, e dagli oltramontani particolarmente, si dice vino forte il vino gagliardo o grande; e vino piccante, quello che in beverlo fa frizzare le labbra e la lingua. = Red. Oss. an. 59 (C) Tanto è veramente il vino vermiglio, quanto il bianco, il dorato ed il mezzo colore. [G.M.] Zannon. Scherz. Com. Un par di gotti di vin pretto.

[Val.] T. Liv. 10. 42. Farebbe un poco di mischia innanzi che bevesse del vino pretto. Pucc. Centil. 79. 32. A vender cominciâr vino innacquato. Frescob. Viagg. 72. Non trovando niuno vino vecchio. Fortig. Ricciard. 6. 57. Teneva vino bianco e vino vecchio. = E 23. 62. (M.) Di vini non vi parlo, v'eran tutti, Dolci, abboccati, tondarelli e asciutti.

[G.M.] Vino del Chianti, di Montepulciano, di Pomino, d'Artimino, di Carmignano. – Vino fiorentino, toscano. – Vini napoletani, francesi. – Vino del Reno. – Vini di Spagna. – Vino greco. Ar. Fur. 37. 67. Di vin dolce di Candia un fiasco pieno. Tass. Ger. 13. 67. E tra pochi sedendo a mensa lieta, Mescolar l'onde fresche al vin di Creta. Panciat. L. Cical. Vino di Carmignano infiascato.

2. [G.M.] Vino artefatto; Non naturale. – Vino medicato o medicinale; dove è stata messa qualche medicina. – Vino acciaiato; con tintura d'acciaio. – Vino chinato; dove è stata tenuta in infusione la china. – Cresc. Agr. È buona cosa aver vini medicinali; i quali si possano usare per quelli che agevolmente caggiono in infertà. T. Red. Cons. 1. 134. Si noverano… il sal d'acciaio, il croco di Marte aperiente, il vino acciaiato.

[G.M.] Vino tagliato; Mescolata una qualità con un'altra. Onde Tagliare il vino; Mescolarlo d'una sorta e d'un'altra

3. † Vin di leggiadra schiena; Gagliardetto e galante Lasc Rim. 2. 74 (M) Il vino ben vorrebbe aver la vena, O veramente esser piccante almanco, E saporoso e di leggiadra schiena.

[G.M.] Modo fam. Vino che pela l'orso; Molto forte, gagliardo, generoso. Non com. – Red. Lett. Vorrei che ella fosse più vicina, perchè le farei assaggiare un certo vin rosso, che presentemente io bevo, che pela l'orso. E: Assaggerà di certo di quei vini: ve ne sono certi che pelano l'orso.

[G.M.] Altro fam. Vino fatto sulla pancia de' ranocchi; Vino di luogo basso e acquidoso, dove stanno i ranocchi. Red. Annot. Ditir. Vino di Lecore, passa in proverbio per vin debolissimo e di niuna stima; e suol esser proverbiato col dirsi che fa sulla groppa de' ranocchi (nell'uso, pancia), e che di poco è migliore dell'acqua.

4. [G.M.] Mezzo vino; Che è fatto gettando dell'acqua sulle vinacce rimaste nel tino. Differisce dall'Acquerello, che si fa passando dell'acqua sulle vinacce già strette. T. Magazz. Coltiv. 55. Nel fare gli acquati o acquerelli, o mezzi vini, chi può avere acqua di fiume chiara e non cruda, farà molto meglio acquati che fargli d'acqua di pozzo

5. [G.M.] Vino stretto; Fatto colle vinacce premute dentro alle gabbie sotto lo strettojo.

6. † Vino stitico; Non dolce nè abboccato, che nell'uso dicesi Vin brusco. Salvin. Annot Fier. Buon. 492 (M.) Così si dice vino stitico dai medici, non dolce nè abboccato.

7. Vino vergine; Che ha bollito poco nel tino. Non com. – Soder. Colt. 72. (C) È ben vero che quando il vino si tramuta vergine, mentre ancor bolle e non è chiaro o fatto, non riceve danno. E 75. E quando tu pensi che egli abbia bollito, e sia presso che chiaro, e tu l'imbotta così vergine, affinchè nella botte egli si risenta un pochetto e vi grilli qualche dì, chè questo stabilirà il vino, e lo farà scarico di colore. E 78. Poi quando ella non getta più (la botte), riempna di vin vergine. E 105. Si dêe… avvertire di… farlo ammostare co' pugni della mano, per non cavare il grasso dell'uve, e così vergine imbottarlo;… e volendo che abbia un po' di colore il vino sopradetto, lascialo stare un dì in sulla vinaccia.

8. Per simil. Vino dicesi di liquore tratto da melagrane, mele, visciole, o altro. M. Aldobr. (C) Il sidro, che è vino di mele, se è fatto quando le mele son mature, sì è caldo e umido. Pallad. Apr. 9. A fare il vino violato, cinque libbre di viole e senza rugiada colte. [Camp.] Mil. M. Pol. Tutti quegli del Cattai sì beono d'un vino che fanno di riso, e di molte buone spezie; e lavoranlo per modo, ch'egli è chiaro e bello all'occhio, ed inebria più tosto che niuno altro vino; ed è dolce.

9. Vino, detto per metonimia, per Uva. Med. Arb. Cr. 30. (M.) Premettegli il dolce sangue di sopra, come si preme il vino nel palmento. E 54. Sì come coloro che pigiano e priemano e torcono i botri del vino nel palmento.

10. [P.Occell.] E perchè le bestie bevono acqua, Vino delle fiere, per Acqua, disse il Salvin. Oppian. Cacc. p. 75. 3. 28. (ediz. rara). Le genti de' veloci onagri (asini salvatici) superbiscon:… a pascer menanle (le bestie) alle fonti Di fiumi, vino delle fiere, e poscia A' densi stalli.

11. Locuz. diverse.

† Affaticarsi dal vino; Beverne sino a ubriacarsi. [Camp.] Bib. volg. Judit. 3. Ma eglino si erano tutti affaticati dal vino (fatigati a vino); ed era sola Judit con Oloferne nel suo tabernacolo.

Cavare, Levare o Trarre il vino di testa a uno; Ridurlo alla cognizione del suo dovere, turbatagli forse dal soverchio vino. Cecch. Mogl. 4. 11. (C) Che tu non metta il mio zio in baiate, Chè forse forse un legno ti potrebbe Trarre il vin della testa. – Vedi anche CAVARE, § 63.

† Comprare il vino in fiore; Quando la vigna fiorisce, anticipandone il prezzo [Camp.] Somm. 8. Altri sono che comprano la biada in erba, lo vino in fiore, quando sono di bella mostra.

† Dare il vino, fig. nel signif. che dichiara l'es. [G.M.] Varch. Ercol. Imbecherare, nella lingua fiorentina, significa quello che i Latini dicevano subornare; onde ancora si dice subornato; cioè convenire con uno segretamente, e dargli, come si dice, il vino, cioè, Insegnargli quello che egli debba fare o dire in alcuna bisogna perchè ne riesca alcuno effetto, che propriamente si dice Indettarsi. – Vedi anche DARE.

† Dimorare in vino; Beverne assai, e fin troppo. [Camp.] Bibb. Prov. Sal. 23. Or non è costui quello che dimora in vino (qui commoratur in vino), e studia di vôtare la coppa?

† Essere in vino; Essere alterato dal vino. [G.M.] Morg. 10. 86. Orlando pone al suo parlar l'orecchio, Di maraviglia credette stupire; Ma poi diceva: un pulcin fra 'l capecchio Par che mi stimi Rinaldo al suo dire. E così indietro a Rinaldo scrivea, Che del suo minacciar beffe facea; E che quando partì dal re Carlone, Esser dovea per certo un poco in vino; Però scambiò la sua spada e 'l ronzone.

† Esser molle di vino; Essere ubbriaco. [Camp.] Bibb. Re, I. 1. Va', ed ismaltisci il vino, del quale tu se' molle (vinum quo mades).

† Essere sollecito al vino; Esserne molto amante; Essere gran bevitore. [Camp.] Bibb. Eccles. 31. Non provocare coloro che sono solleciti al vino (diligentes in vino noli provocare), perciocchè molti ne stermina.

† Far pace con poco vino; Far la pace facilmente. [G.M.] Morg. 15. 57. Però veggendo Rinaldo sì acceso, Rispose: A me perdona, paladino; Per quel ch'io ho da tua gente compreso, La pace si farà con poco vino: Io t'ho a dir cose che ti piaceranno, E sia silenzio posto a tanto affanno.

[G.M.] Fare il vino, comprende tutta la operazione dell'ammostare le uve, pigiarle nel tino, e lasciarle bollire quel tanto che è necessario. – Fabbricarlo, intenderebbesi di vino artificiale.

Gravarsi di vino, non com.; Avvinazzarsi. [Val.] Andr. Lanc. Epist. Etr. L. 105. All'uomo che alcuna volta si gravi di vino, si possa commettere il secreto dell'amico.

Imbottare il vino; Travasarlo nelle botti, quando si cava dal tino. [G.M.] Soder. Colt. 105. Si dêe (il vino)… così vergine imbottarlo. – Così Imbarilare il vino; Metterlo nei barili; e Infiascarlo; Met. terlo nei fiaschi. Fag. Rim. S'infiasca il vino per mandar lontano. – Imbottigliarlo; metterlo in bottiglie.

Levare il vin da' fiaschi, fig.; Levar le mani di un negozio, Uscirne. [G.M.] Fag. Comm. Per levare questo vino da' fiaschi. – V. anche FIASCO, § 8.

Sentirsi grave del vino. [Camp.] Accorgersi d'averne bevuto troppo. Non com. S. Bern. Lett. Se alcuna volta ti senti grave del vino, fuggi la compagnia.

Smaltire il vino; Digerire l'ubriacchezza. [Camp.] Bib. Re, I, 1. Quando sarai tu ebbra? Va', e ismaltisci il vino (digere paulisper vinum) del quale tu se' molle.

† Svegliarsi del vino; Risentirsi dopo cessata l'ubriachezza. [Val.] Bib. Gen. 3. Ma dappoi che Noè fue isvegliato del vino, e saputo…

Uscire il vino del capo; Cessare l'ubriachezza. Bocc. Nov. 6. g. 7. (M.) Calandrino, essendogli il vino uscito del capo, si levò la mattina.

12. Proverbi.

T. Prov. Tosc. 17. Il vino di casa non imbriaca. (La vita casalinga è la migliore.) E 19. A chi piace il bere, parla sempre di vino. E 20. Chi ha buona cantina in casa, non va pel vino all'osteria. E 23. A Natale, mezzo pane; a Pasqua mezzo vino (consumato). E 26. Chi semina il lupino, non ha nè pan nè vino. E 27. Chi vuol vin dolce, non imbotti agresto. E: Chi vuol tutta l'uva, non ha buon vino. E 28. D'Ottobre, il vin nelle doghe. E: Di Settembre e d'Agosto, bevi il vin vecchio, e lascia stare il mosto. E 29. Il vino nel sasso, e il popone nel terren grasso (son buoni). E 76. Chi ha buon pane e buon vino, ha troppo un micolino (ha più che abbastanza). E 81. Mercante di vino, mercante poverino. E 101. Femmine, vino e cavallo, mercanzia di fallo. E 107. Chi compra… vino al minuto, non fa le spese a sè, ma ad altri. E 123. Latte e vino ammazza il bambino (a' bambini lattanti il vino non si deve dare). E 166. Guárdati da aceto di vin dolce (dall'ira dell'acque chete). E 181. A San Martino (11 novembre), ogni mosto è vino. E 197. Beva la feccia chi ha bevuto il vino. (Chi ha fatto il male, faccia la penitenza.) E 201. Ogni vin fa tartaro. E 206. Alle volte più vale la feccia che il vino. E 207. È meglio vin torbo che acqua chiara. E: La botte dà del vino che ha. (Ognuno parla e opera secondo sua natura.) E 221. Il buon vino non ha bisogno di frasca. (Le cose buone o belle si fanno conoscere senza bisogno d'allettamenti o fronzoli.) E 256. Non si cava mai la sete se non col proprio vino (loda la vita di famiglia). E 262. Il panno al colore, il vino al sapore (si distinguono). E 263. Non giudicar l'uomo nè il vino, senza gustarne sera e mattino (adagio a giudicare). E 267. Non domandare all'oste se ha buon vino. (Non domandar delle cose a chi ha interesse a lodarle.) = Varch. Ercol. 168. (C) Avevano ragione o torto? V. Questo è un domandar l'oste s'egli ha buon vino. [Val.] Fag. Comm. 5. 119. Ma che ho a credere a voi? I' ho a domandare all'oste s'egli ha buon vino?

T. Prov. Tosc. 289. Pane fin che dura, ma il vino a misura (il pane non si deve riguardare alle persone). E: Non ti mettere in cammino, se la bocca non sa di vino (senza avere mangiato qualcosa). E 306. Al fico l'acqua, e alla pera (o alla pesca) il vino (s'addice). E 307. Una carne fa l'altra, e il vino fa la forza. E 308. Cantina senza vino, si fa un mal mattino (non giova). E 309. Il riso nasce nell'acqua, e ha da morire nel vino (prov. lombardo: Sul riso è utile ber vino). E 311. Olio dapprima, vino nel mezzo, e miele di fondo (sono i migliori quando si levano dai recipienti). E 312. Pan di legno e vin di nugoli (castagne e acqua. Alcuni dicono: A voler che il corpo mugoli, pan di legno e vin di nugoli). E: Pan d'un giorno, vin d'un anno. [G.M.] Pros. Fior. Dicevano: pan d'un dì e vin d'un anno, pesce cotto e carne cruda, tordo fresco e starna frolla, cappon vecchio e pippion giovane.

T. Prov. Tosc. 312. Buon vino con popone. Dicono anche: Il buon vino col popone, e l'agresto sul piccione. E 313. Vin che salti, pan che canti, formaggio che pianga (il vino che mescendolo gorgoglia, il pane croccante, e il formaggio grasso, sono migliori). E 319. Bere il vino alla tedesca; la mattina puro, a desinare senz'acqua, e a cena come viene dalla botte (dicono i beoni) E 319. Buon vino fa buon sangue. = Red. Annot. Ditir. 5. (C) In Toscana sogliamo dir per proverbio: Il buon vino fa buon sangue.

T. Prov. Tosc. 319. Buon fuoco e buon vino (nell'inverno). E: Bevi del vino, e lascia andar l'acqua ai mulmo. E: Buon vino, favella lunga (il vino fa parlar molto). E: Chi del vino è amico, di se stesso è nemico (abusandone). E: Consiglio in vino, non ha mai buon fine (i consigli vanno presi a mente quieta). E: Con un bicchier di vino si fa un amico. E: Il buon vin fa gromma, e il cattivo muffa. E: Dove può il vino, non può il silenzio. E 320. La verità è nel vino. [G.M.] Red. Annot. Ditir. Presso Ateneo vien fatta menzione del proverbio: Οἶνος καὶ ἀλήθεια. del quale si servì Teocrito, idill. 35… E Plin. lib. 14. 22. Vulgoque veritas jam attributa vino est. Noi Toscani abbiamo un proverbio: La tavola è una mezza colla (colla, la fune colla quale torturavano gli accusati per farli confessare). Panciat. Scritt. var. 65. Figlia è sol la verità del vino (in vino veritas).

T. Prov. Tosc. 320. Il vino è la poppa de' vecchi. E: Il vino a' vecchi, e il latte a' bambini. [G.M.] Red. Annot. Bacc. Tosc. In Firenze è trito il proverbio: Il vino è la poppa de' vecchi.

T. Prov. Tosc. 320. L'acqua rovina i ponti, e il vino la testa. E: Sopra ogni vino, il greco è divino. E: Vino amaro, tienlo caro. [G.M.] Red. Annot. Ditir. 18. Noi abbiamo in Toscana un dettato: Vino amaro, tienlo caro; il che s'intende del vino non dolce, e che pende gentilmente nell'austero.

T. Prov. Tosc. 320. La buona cantina fa il buon vino. E: L'acqua fa male, e il vino fa cantare. E: Vin battezzato (annacquato) non vale un fiato. E: Vin col sale fa impazzare. E 321. Vino dentro, senno fuora (chi ne abusa). E: Vino e sdegno fan palesare ogni disegno. E 323. Fuggi donne, vino, dado; se no, il tuo fatto è spacciato. E 361. Fa come l'asino, che porta il vino e beve l'acqua (primo alle fatiche, e ultimo a tavola).

Altri prov. e modi proverb. dell'uso. T. Buona frasca e cattivo vino (apparenze e promesse oltre al vero). [G.M.] Il vino è buon servitore, e cattivo padrone (chi si lascia vincere dal vino, può trovarsi male). – Essere stato prima vin che aceto (avere esperienza delle cose del mondo). = Fav. Esop. R. 43. (M.) Amistà di grand'uomo e vin di fiasco; la mattina è buono e la sera è guasto. (Il vino scemo ne' fiaschi si guasta presto; e l'amicizia de' signori e de' potenti dura poco.)

[G.M.] Diciotto di vino. Dicono che un Tedesco facesse i suoi conti di ciò che poteva spendere all'osteria; e, ghiotto com'era del vino, mentre scemava la spesa d'una cosa e d'un'altra, teneva però sempre fermo sul vino, e ripeteva: Diciotto di vino…; e il conto non gli tornava. Con tal modo si vuol proverbiare la pertinacia e l'ostinazione di alcuno in checchessia. Zannon. Scherz. Com. Diciotto di vino, dicea il Lanzo. – V. anche DICIOTTO, § 6.

[Val.] Dir pane al pane, e vino al vino; Chiamar le cose per i nomi loro. Vit. Bertold. 1. 40. Il dritto distingueva dal mancino, E dicea pane al pane e vino al vino.

[G.M.] Ha consumato più vin che olio; di chi ha pensato più al corpo che a coltivare l'ingegno. – E il contr., di chi ha studiato molto: Ha consumato più ono che vino. Pros. Fior. V. 4. p. 98. Dicendosi di lui come del Greco oratore, che consumasse più olio che vino.

Vino spegni-collera (spiegato dall'altro: L'acqua fa male e il vino fa cantare). [Val.] Fag. Commed. 1. 57. Ma a spegnere il fuoco vuol essere acqua, e non vino. Ciap. Sì, a quello del cammino; ma a quello della rabbia, vuol esser vino. Non sai tu che vino spegni-collera?
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