Verbo | |
Giudicare è un verbo della 1ª coniugazione. È un verbo regolare, sia transitivo che intransitivo. Ha come ausiliare avere. Il participio passato è giudicato. Il gerundio è giudicando. Il participio presente è giudicante. Vedi: coniugazione del verbo giudicare. |
Parole Collegate |
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Associate (la prima parola che viene a mente, su 100 persone) |
valutare (11%), tribunale (11%), giudice (6%), male (6%), colpevole (4%), bene (3%), sentenziare (3%), esaminare (2%), non (2%), corte (2%), tutti (2%), assolvere (2%), sentenza (2%), criticare (2%). Vedi anche: Parole associate a giudicare. |
Utili Link |
Significato su Dizionari ed Enciclopedie online |
Hoepli | Sabatini Coletti | Treccani |
Informazioni di base |
La parola giudicare è formata da nove lettere, cinque vocali e quattro consonanti. Divisione in sillabe: giu-di-cà-re. È un quadrisillabo piano (accento sulla penultima sillaba). |
Frasi e testi di esempio |
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Esempi d'uso |
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Citazioni da opere letterarie |
Se questo è un uomo di Primo Levi (1947): La questione è grave, e non sarà ulteriormente svolta, perché queste vogliono essere storie del Lager, e sull'uomo fuori del Lager molto si è già scritto. Ma una cosa ancora vorremmo aggiungere: Elias, per quanto ci è possibile giudicare dal di fuori, e per quanto la frase può avere di significato, Elias era verosimilmente un individuo felice. Resurrezione di Elena Di Fazio (2021): Intorno a loro, il videologramma scomparve per un istante e ne apparve una versione filtrata dagli obiettivi delle termocamere. Oggetti e persone assunsero una gamma di colori che andava dal giallo al rosso, dal verde al blu in base alla distribuzione del calore. E i pemberiani apparivano caldi, a giudicare dal centro rosso dei tetraedri, che virava verso l'arancione e poi il giallo nei punti di congiunzione tra le facce del solido. «Vexilla regis…» di Luigi Pirandello (1897): – Ma vedo che tu, mio caro, mi credi, non saprei… Mi fai accorgere d'esser venuta con altre, oh ben altre idee delle tue in mente e con ben altri sentimenti nel cuore. Ma già, dopo tanti anni… Ma perché io non sono mutata? Lo riconosci tu stesso… Capisco, lo dici in male… Ma si fa presto, sai, a giudicare dai fatti. |
Proverbi |
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Canzoni |
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Giochi di Parole |
Giochi enigmistici, trasformazioni varie e curiosità. Vedi anche: Anagrammi per giudicare |
Definizioni da Cruciverba di cui è la soluzione |
Definizioni da Cruciverba in cui è presente |
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Cambi |
Cambiando una lettera sola si può ottenere: giudicate. |
Scarti |
Scarti di lettere con resto non consecutivo: giudice, giuda, giare, gare, idre, udire, dice, dire, dare. |
Parole con "giudicare" |
Finiscono con "giudicare": pregiudicare, aggiudicare, rigiudicare, malgiudicare. |
Parole contenute in "giudicare" |
are, giù, udì, care, dica, giudica. Contenute all'inverso: era. |
Lucchetti |
Scartando le parti in comune (in coda e poi in capo), "giudicare" si può ottenere dalle seguenti coppie: giura/radicare, giudicai/ire, giudicami/mire, giudicata/tare, giudicatore/torere, giudicatura/turare. |
Usando "giudicare" (*) si possono ottenere i seguenti risultati: aggiudica * = agre; ingiù * = indicare; * remi = giudicami; * areata = giudicata; * areate = giudicate; * areati = giudicati; * areato = giudicato; * rendo = giudicando; * evi = giudicarvi; * resse = giudicasse; * ressi = giudicassi; * reste = giudicaste; * resti = giudicasti; * retore = giudicatore; * retori = giudicatori; * ressero = giudicassero. |
Lucchetti Riflessi |
Scartando le parti in comune (in coda e il riflesso in capo), "giudicare" si può ottenere dalle seguenti coppie: giudicata/atre, giudicato/otre. |
Usando "giudicare" (*) si possono ottenere i seguenti risultati: * erta = giudicata; * erte = giudicate; * erti = giudicati; * erto = giudicato. |
Lucchetti Alterni |
Scartando le parti in comune (in coda oppure in capo), "giudicare" si può ottenere dalle seguenti coppie: giudica/area, giudicata/areata, giudicate/areate, giudicati/areati, giudicato/areato, giudice/aree, giudicai/rei, giudicami/remi, giudicando/rendo, giudicasse/resse, giudicassero/ressero, giudicassi/ressi, giudicaste/reste, giudicasti/resti, giudicate/rete, giudicati/reti, giudicatore/retore, giudicatori/retori. |
Usando "giudicare" (*) si possono ottenere i seguenti risultati: * radicare = giura; indicare * = ingiù; agre * = aggiudica; * mire = giudicami; * mie = giudicarmi; * tiè = giudicarti; * vie = giudicarvi; * torere = giudicatore. |
Sciarade incatenate |
La parola "giudicare" si può ottenere (usando una volta sola la parte uguale) da: giudica+are, giudica+care. |
Intarsi e sciarade alterne |
Intrecciando le lettere di "giudicare" (*) con un'altra parola si può ottenere: * tic = giudicatrice. |
Definizioni da Dizionari Storici |
Vocabolario dei sinonimi della lingua italiana del 1884 |
Giudicare, Sentenziare - Giudicare è il ventilare le ragioni pro e contra, scrutando le cagioni e i motivi, per potere applicar la legge secondo la giustizia. - Sentenziare è applicare la legge, secondo le regole del diritto e della equità, significandone i motivi. La stessa diversità è tra Giudizio e Sentenza. [immagine] |
Dizionario dei sinonimi - Zecchini del 1860 |
Deliberare, Stabilire, Giudicare, Decidere, Risolvere - Nel deliberare la questione è agitata; stabiliti i fatti principali, gli argomenti, le ragioni, facilmente si risolve; si giudica allora in cognizione di causa e la decisione non può essere che giusta. A deliberare ci va tempo e pacatezza d'animo; a stabilire, accortezza e fermezza; a risolvere, cognizione e prudenza; a giudicare, rettitudine, studio sufficiente e imparzialità; a decidere, mente sintetica, colpo d'occhio fino ed esercitato, equità e mandato. Il male si è che il più delle volte le deliberazioni sono insufficienti o pregiudicate; che le cose stabilite non si eseguiscono; le risoluzioni sono o precipitate o imprudenti; i giudizii avventati, parziali o maligni, e le decisioni pronunziate alla cieca o da chi non ha autorità sufficiente. [immagine] |
Dizionario Tommaseo-Bellini del 1865-1879 |
Giudicare - e † JUDICARE e † GIUGGIARE. [T.] V. a. e a forma di N. Esercitare in atto o per abito la facoltà del giudizio o quella di giudice. Lat. aureo Judicare. Il senso più gen. è l'intell. Di qui cominciamo
2. In gen. dice Atto della mente affermante o negante una cosa. (Rosm.) Facoltà di giudicare è la facoltà di unire il predicato al soggetto. T. Giudicare non è sentire semplicem., come i Sensisti dicono con equivocazione pedante se non maligna. Giudicare è insieme discernere e unire, il che non si può senza attendere; e ha qui luogo l'attivo uffizio del volere. Le voci gr. e lat. Κρίνω, Cerno, Discerno, Decerno, confermano e spiegano la gemina forza del distinguere e del congiungere, e quella del risolvere che ne consegue. Ma se il Giudicare così o così è libero, non è libero l'astenersi da ogni giudizio, come pretendono gli Scettici, altri pedanti. La verità, conosciuta per intuizione, porta necessariamente un giudizio; al quale, se l'anima non assente, giudica almeno di non volere assentire. Onde. Voler astenersi dal giudicare è già un giudicare. – La mente giudica dell'essere, del modo d'essere. Giudica la verità necessaria o possibile dell'oggetto, la conformità d'un oggetto ad altro, dell'ideale all'esistente, dell'esistente a tale o tale ideale, d'un giudizio a tale o tal altro giudizio o norma, cioè serie di giudizi. [Cont.] Picc. A. Instr. filos. 84. v. Il giudicare e 'l trovare sono i due ufficii del logico,… ed allor giudicarà egli come conviene, quando con l'acutezza del suo intelletto, risolvendo la conclusione nelle premesse che le convengono, la verità di quelle potrà conoscere.[Tav.] B. Giamb. Oros. Per lo fermo le leggono, e sanno; ma assomigliandole con queste, per ragione non le judicano, ma per invidia. (Qui vedesi l'operazione della volontà insieme e dell'intelletto.) 3. T. Distinguasi dunque la facoltà del giudicare dall'atto in gen. e dagli atti singoli. E Giudicare ass., nel senso gen. vale anco Ben giudicare. Onde diciamo:Siete in età di giudicare; e dicesi anche L'età del discernimento, L'età del giudizio. Non già che giudizi non si facciano prima, e rettissimi; ma non si hanno le cognizioni e la forza d'attenzione occorrente a portare abitualm. giudizi in coscienza. T. Similm. anco d'adulti in tale o tale materia o in gen. Prima di risolvere bisogna saper giudicare. – Voi non potete giudicare. II. 4. T. L'uso più ordin. concerne i giudizi che pronunziansi, o possonsi pronunziare, con autorità; che la sentenza, cioè il giudicamento in coscienza fatto, sia da altri eseguita o serva di norma. Qui Facoltà di giudicare significa Potestà. In questo senso D. (3. 18.) ripete in lat. le parole del Salm., che suonano Amate la giustizia, voi che giudicate la terra. Quindi agli Ebrei e a' Sardi Giudice valeva Governante supremo, perchè Chi non sa giudicare, non sa governare. E ancora ne' Salm. Giudicare il popolo vostro in giustizia. E: Giudicare i poveri vostri in giudizio. – Giudicare un giudizio giusto o ingiusto. – Giudicare giustizia o ingiustizia, nel ling. bibl., secondo questa o quella; come Combattere battaglia, e sim. – Ass. Giudicherà i poveri del popolo. 5. T. In senso sim. coll'A poi nella Volg. Giudicate al povero e al pupillo vale Rendete giustizia, e sarebbe inteso nel verso. Ma un'altra forma, nè assai usit.Giudicare cosa a persona, Aggiudicarla, Con giudizio attribuirgliela. = Pulc. Luig. Morg. 16. 35. (Gh.) L'arebbe giudicato a Venere (Paride, il pomo). T. Pl.Cui sum judicatus, di pers. a pers. Per estens. Dell'Aggiudicare se stesso, come Ascriversi, Adjungere, Addere se. Belc. Prat. Spir. 139. (Man.) L'abate Sergio,… venne, volendo dimorare con noi nell'eremo, lo dette a me, che io lo informassi, e io molto ammonendolo che a questo ordine inconsideratamente e senza probazione non si giudicasse; e avendo lui e la sua costanzia perfettamente veduto, prendendolo, andai allo abate. 6. T. Giudicare stimavasi atto di sovranità; e era ai Rom. atto di sovranità il testamento; dapprima solenne e quasi in concione chiamando il popolo cioè i padri consorti al governo che possedevano soli, e sedevano testimoni dell'atto; giacchè la Dea Ragione, vergine come ognun sa, non aveva ancora partorito il Dio Stato, deità umana dalle cento braccia e dalle mille bocche, dai tre ventri, e da due sole lunghissime orecchie. Notabile come gli ant It., senza sapere di giurisprudenza rom., il verbo Giudicare applicassero ai testamenti. = † Nov. ant. Stamp. ant. 18. (C) Fece testamento: intra l'altre cose, giudicò suo cavallo e sue armi a' poveri. Fav. Esop. R. 82. Voglio partire lo tuo dal mio, e voglio fare mio testamento, e giudicarlo per la mia anima. † Fior. S. Franc. 129. (Man.) Morì santamente, e, per divozione di santo Francesco, si giudicò e volle esser portata e seppellita in Santa Maria degli Agnoli, e così fue. Belc. Vit. Colomb. C. 170. Voi sapete che nel mio testamento io mi giudico quivi. E 176. Ordinarono di portarlo al monasterio di Santa Bonda, dove s'era giudicato. – De' testamenti suol dirsi Disporre; e Disporre anco nella Volg., Governare, Ordinare. 7. Il senso più ordin. è di que' comizi, ne' quali chi n'ha autorità applica la legge, per comporre o prevenire le differenze tra due o più pers., e giudica affermando che il fatto o da farsi è conforme o no ad una legge; o, se legge è il capriccio suo, al suo capriccio. In senso più gen. che il forense. T. Giudicare una questione, una differenza. Nel senso forense: Giudicare la lite, una lite. Cic. Giudicare che è debita al marito la dote. – Giudicare de' reati. Della pers. T. Vang. Prendetelo voi, e secondo la legge vostra giudicatelo (qui Fatelo giudicare). – Diritto d'essere giudicato da' suoi pari. Della facoltà. T. A Roma giudicava l'ordine senatorio, poi l'equestre. 8. Ma perchè pur troppo le voci, di senso e buono e no, la trista esperienza ristringe a non buono, Giudicare sovente suona Condannare. Machiav. Op. 4. 407. (Gh.) Il Duca, presa questa occasione, molti di quelli cittadini punì in denari, molti ne giudicò alle carceri, molti all'esiglio, ed alcuni alla morte. T. Liv.Capitis. Gell. Quantae pecuniae judicati essent. = Bocc. Nov. 33. (C) Far che dal fuoco la Ninetta dovesse campare, al quale avvisavano che giudicata sarebbe. Ancora coll'art. Pecor. g. 25. n. 2. Corradino, che di così giovane etade fu giudicato alla morte. Fav. Esop. M. 192. Fu ad aspra morte giudicato. –Senza l'art. Cavalc. Att. Apost. 29. Anania e Safira, sua moglie, fûro giudicati a morte. Vit. S. Giosaff. c. IV. – Stor. Barl. 28. (Man.) Siamo tutti giudicati a morte, per lo peccato del nostro primerano padre. (Qui meglio Alla.) Ass. Cavalc. Att. Apost. 82. (C) I principi suoi… giudicarono Cristo, secondochè per li profeti era pronunziato. T. Greg. (di una martire) Più robusta di chi la feriva, più sublime di chi lei giudicava. T. In senso più gen. Vang. Servo dappoco, dalla tua bocca ti giudico (tu hai pronunziata la tua condanna). – E' si giudica da sè, in mal senso; Pronunzia con le parole e co' fatti, col silenzio e coll'inerzia, la propria sentenza. 9. Della pena, in forma att. D. Inf. 28. (C) Per indugiar d'ire alla pena (infernale), Ch'è giudicata in sulle tue accuse. 10. Di Dio. Primieramente nel più ampio senso di provvida potestà. D. Purg. 20. (C) A lui che tutto giuggia. But. Cioè giudica e vede. T. Ps. Giudicherà i popoli nella sua verità. E: Giudicherai i popoli in equità. E: Giudicherà nelle nazioni. E: È venuto a giudicare la terra. E: Giudicherò le giustizie. = D. Inf. 7.(C) Vostro saver (l'umano sapere) non ha contrasto a lei (la Fortuna, mente angelica): Ella provvede, giudica e persegue Suo regno… beata si gode. – Di sola una pers. T. Salm. Giudicatemi, o Dio… dall'uomo iniquo e fraudolento liberatemi. [Camp.] Bib. I. 30. Lo Signore Iddio m'ae giudicata, ed ae esaudita la mia boce (judicavit mihi Dominus). T. Col dat., come nel primo es. del § 5: qui suona: Per me, A mio favore. 11. Del Verbo e del Padre. T. Vang. Non posso io da me stesso far cosa; siccome odo, giudico. E in senso più alto: Il Padre non giudica alcuno, ma ogni giudizio ha dato al figlio. E: Se io giudico, il giudizio mio è vero, perchè solo non sono, ma io e chi me ha mandato, il Padre. 12. Del condannare. T. Vang. Ciascuno che udrà le parole mie, e non le osserverà, io non lo giudico, perchè non son venuto a giudicare il mondo, ma a farlo salvo. = Cavalc. Pungil. 204. (C) Sedechia, re di Giudea, per consiglio de' suoi Baroni, fe' mettere in prigione Geremia profeta, perchè predicava contro a loro, ma Dio gliene giudicò, perocchè la città fu presa da' Caldei, ed eglino furono presi e morti. E appresso: Miracolosamente lo liberò, e coloro giudicò. E poi: Iddio gliene giudicò di crudele morte d'anima e di corpo. 13. Del giudizio, alla fine di ciascuna vita. T. Ps. A voi peccai… che vinciate allorquando giudicherete. – Giudicare un'anima. = Fr. Jac. Tod. 3. 22. 2. (C) D. Inf. 5. (C) (Minosse diavolo) Esamina le colpe nell'entrata, Giudica, e manda, secondo ch'avvinghia. T. Prop. Aecus… In mea sortitâ judicet ossa pilâ.Cavalc. Espos. Simb. 1. 438. Essere giudicato alli vermi infernali. T. Dio ti giudicherà. – Dio mi deve giudicare; forma di rassegnazione o d'avvertimento o di minaccia. Così m'ascolti quel Dio che ci giudica. T. Un inno: Risorgerà l'uomo per essere giudicato. 14. T. Dio giudica e ciascun uomo e i popoli e tutta l'umanità, con giudizio immediato nel corso de' tempi, colla sanzione ultima nella fine de' secoli. Verrà a giudicare i vivi e i morti. Un Inno: Il libro in cui tutto si contiene onde il mondo sia giudicato. Vang. (Agli Apostoli) Seggiate sui troni, giudicando le dodici tribù d'Israello. Un Inno a Pietro: Nella fine del mondo giudicherai il secolo. III. 15. Del giudicare umano la moralità degli atti, segnatam. nel rispetto relig. T. D. 3. 20. E voi, mortali, tenetevi stretti A giudicar; che noi, che Dio vedemo, Non conosciamo ancor tutti gli Eletti. E 14. Non sien le genti ancor troppo sicure A giudicar, come colui che stima Le biade in campo, pria che sian mature… Non creda donna Berta o ser Martino, Per vedere un furare, altro offerere (far atti di pietà), Vederli dentro al consiglio divino; Chè quel può surgere, e quel può cadere. 16. Ass. vale talvolta Giudicare severamente e con stretta giustizia, rispetto all'intima moralità. [Camp.] Bib. Mat. 7. Non vogliate giudicare, e non sarete giudicati; imperocchè in quello giudizio che voi giudicherete, sarete giudicati. = Vit. SS. Pad. (C) Vedendogli stare in molto prolisso parlare, incomincia'ne ad averne ira, e giudicare nel mio parlare lo predetto Giovanni, e a riprenderlo che avea lasciato me per quel principe… Perchè hai fatto male all'anima tua giudicandomi? Che colpa… ha' tu veduto di me? E appresso: Un altro, vedendo bere que' frati vino, giudicògli e sdegnògli; e per un superbo e tristo zelo fuggì in una spelonca. 17. Giudicare mor., più in gen. Amm. ant. 3. 3. 8. (C) Nella quale materia è molto utile giudicare delle dette opere per gli atti altrui; imperocchè diviene (avviene), non so come, che meglio veggiamo in altrui, che in noi, ciascun mancamento. T. Hor. Userò il mio, e del piccolo mucchio prenderò quanto occorre, nè starò in pensiero per quel che di me giudichi l'erede, se non ci ritrova il suo conto. = Segner. Mann. Magg. 13. 5. (Man.) Ciascuno saprà tutti gli errori ch'egli avrà tolti (presi) nel giudicare degli altri… che altri avran tolti nel giudicare di lui. T. Giudicare i cuori, le intenzioni. [G.M.] Prov. Tosc. Chi altri giudica, sè condanna (de' giudizi temerarii). Vang. Nolite judicare, quia judicabimini. T. Ap. Se da noi ci giudicassimo, non saremmo giudicati. Nel primo è senso più gen.; nel secondo, piuttosto, di Condannare. – Io non vi giudico, sottint.Severamente. T. Giudicatemi, così l'uomo rimette il giudizio de' proprii atti all'altrui indulgenza e equità, con modesto coraggio. 18. Di cose pratiche. T. Prov. Tosc. 257. Chi ben giudica, bene elegge. Nel senso ant. dello scegliere il migliore partito operando. – Giudicato, decidesi. Cic. Mihi judicatum est deponere. [Val.] Lanc. Eneid. 3. 221. Tutti consentono, e giudicano di partirsi dalle scellerate terre. T. Virg. Omnibus idem animus… excedere. Enea li aveva accolti in consiglio a ciò. Ces. Riprese la temerità dei militi, che essi da sè giudicarono dove andare e che fare. Car. Lett. ined. 3. 174. Giudico che si debba far ogni cosa perchè l'esercito passi via di lungo. D. Par. 6. (C) Omai puoi giudicar di que' cotali… e de' lor falli, Che son cagion di tutti i vostri mali (comprende i Ghibellini e Guelfi). [Tor.] Giacomin. Nob. Lett. 69. Quelli che in favore delle armi parlano, molte false cose adducono, e giudicano le virtù non in se stesse, ma secondo gli eventi che da esse sogliono e possono avvenire. T. Sansov. Stor. Conc. pol. Non è prudenza giudicar le cose dagli effetti. – A giudicare dal principio, andrà bene. – Da' fatti giudica i detti. T. Fedr. Se consideri le costoro faccie, gin dicherai che una preda e' portano, no una soma (gatti che portano la lettiga d'un gallo). T. Giudicare uno idoneo. – Se voi me ne giudicate degno. – Non si giudica adatto. – Non giudico opportuno il farlo, il dirlo. Bocc. Nov. 60. 8. (C) Prestamente rispondo egli sì e no, come giudica si convenga. Cas. Lett. 15. Acciocchè quello che noi giudichiamo, che sia stato ben consigliato per utile… sia ancora ben guidato e condotto. Del doverè e della convenienza. T. Io giudicherei che voi v'asteneste. Altri es. di questo § concernono il giudizio sul da farsi, altri sul fatto proprio o altrui. Degli avvenimenti possibili o probabili o certi. T. Giudico che possa essere, che sia così; che sarà, che debba essere. IV. 19. T. Giudicare, essendo un affermare o negare la convenienza d'un oggetto (e nel negare è pur sempre un qualche affermare), ognuno intende che siccome al vero e al buono, così al bello s'applica questa voce. Cic. Coloro che degl'ingegni potevano giudicare. E: Giudico che nessuno ebbe così ornato dire. = Salvin. Disc. ac. 6. 13. (Gh.) Il che sarebbe… necessario a voler giudicare e d'Omero e di Platone e degli altri. T. Giudicare un autore, un artista; un libro, un'opera d'arte. 20. Delle cose sensibili in gen. T. Giudicare della forma. – Giudicare la distanza. Fig. Di cosa che ajuta a giudicare, e però giudica in certa guisa essa stessa. Di bilancia che determina il peso. T. Del senso impropriam. dicesi nel ling. filos. che Giudica: i Gr. potevano dirlo con meno equivocazione, perchè il loro Κρίνω, come il Cerno lat., s'applicava anco al senso. Cic. Col fallacissimo senso degli occhi giudicano delle cose, che dovevansi colla mente ragionatrice vedere. Prov. Tosc. 293. Il cieco non giudica dei colori; in gen. d'ignorante inesperto o insensibile. E 118. A chi non duole giudica bene i colpi (se giusti o sonori: applaude a chi li dá; non commisera chi ne tocca). E 263. Non giudicar la nave stando in terra. (Bisogna esserci all'opera per conoscere il pericolo e la difficoltà, il demerito e il merito.) E 120. Mal si giudica il cavallo dalla sella (dagli accidenti, la sostanza). E 262. Dell'albero non si giudica dalla scorza. Ner. P. Prezz. Monet. 6. Non essendo tali monete distinguibili tra loro, bisognava scegliere o il partito di giudicarle tutte della bontà maggiore, o quello di giudicarle tutte della bontà inferiore. T. Prov. Tosc. 263. Non giudicar l'uomo nè il vino senza gustarne sera e mattino (non giudicare se non dopo prova lunga). – Il vino non si giudica se non si assaggia. T. Vang. Sapete giudicare la faccia del cielo dal colore dell'aria e delle nubi (prevedere che tempo farà). 21. Appartiene e al senso e al sentimento e al giudizio razionale la locuz. T. Giudicare uno morto, Darlo per ispacciato, Credere, Dire ch'e' non può campare a lungo. E rifl. = Morg. 27. 29. (Man.) Grandonio, perchè Orlando avea veduto, Volle fuggir, che morto giudicossi. – Sim. [Val.] Ant. Com. Dant. Etr. 2. 378. Qui cade. più che al § 6. † Tac. Dav. Ann. 6. 128. (C) A ogni poco (Tiberio) mutava luogo, e finalmente al capo di Miseno, nella villa già di Lucullo, si giudicò. E Post. 460. Si giudicò, si fermò nel letto caduto e abbandonato, senza più forza… Questo significa Giudicarsi. 22. Modi fig. Bocc. Nov. 23. 22. (C) Che tu ne facci quello che l'animo ti giudica che ben sia fatto. T. L'uomo giudica se stesso. Cic. L'animo tuo bisogna che ti giudichi ricco, non il dire degli uomini. – Lo giudichi la vostra coscienza. [Cont.] Bart. D. Tens. Press. II. La bilancia, se non ha le braccia uguali e la lingua in mezzo, necessario è che giudichi falsamente. T. Vang. Forse che la legge nostra giudica (condanna) l'uomo se prima da lui non ode e non conosce quel ch'egli fa? E: Chi spregia me e non accoglie i miei detti, ha chi deve giudicarlo: la parola ch'io ho parlata, quella lo giudicherà al dì novissimo. 23. † Siccome Dominare e Signoreggiare, e sim., dicesi, in senso corp., cosa posta più alto: così Filoc. 2. 71. (C) Il re s'assettò ad una tavola, la quale per altezza giudicava l'altre. T. Quasi dica Di dove poter giudicare le distanze degli oggetti e le forme. V. 24. Modi com. a parecchi de' sensi not. T. Giudicati in pensiero, con parole, operando. Cic. Non in parola ma in fatto. – Col nome dipendente, e non solo pers., ma cosa. Giudicare la causa, la differenza, la reità. In gen. una o più cose. Cic. Questo io avevo già per molte ragioni giudicato. Vang. Perchè non giudicate da voi stessi quello che è giusto? – Molte cose ho a parlare di voi e a giudicare. Forma bibl. Ps. Giudicate il mio giudizio. Un ant. in Cic. Giudicare un giudizio. [Val.] Mirac. Susann. Etrur. 2. 663. Sono venute in palese le peccata tue… judicando falsi judicii. Per Profferire un giudizio, una sentenza. [B.] Ar. Fur. 45. 82. T. La profferisce il tribunale o altra autorità. Del Senato. Cic. La concione suol giudicare qual differenza ci corra… E: Sia giudicato Antonio, non solamente non Console, ma nemico. – Può un Parlamento o altro consesso giudicare in un modo, e in un modo contrario parecchi de' suoi membri, anzi i più. Il suffragio pubblico dire Sì, la palla senza nome dire No: e può il giudizio, tanto segreto quanto palese, essere il contrario di quello che giudica la coscienza, secondo le tortuose pieghe che piglia la vigliaccheria servile e la vigliaccheria liberale. Nel seg. accostansi il senso giurid., il soc., il mor. T. Sansov. Conc. Polit. Se i principi hanno licenza di guardare e di giudicare tutti, essi sono guardati o giudicati da tutti senza licenza. 25. Accoppiamenti varii. Coll'agg. T. Giudicare spediente; Giudicare utile, opportuno. – Col Che. Giudicò che facessesi la loro richiesta. – Giudicare un uomo, uno scritto, una cosa; più assol. che Giudicare di… Quello è Portare un giudizio da cui penda o credasi pendere la sorte dell'uomo e della cosa; e talvolta ha senso aff. a Condannare. – Giudicare sopra accenna a più autorità o pretensione di potestà. – Giudicare il… del… – Giudicare uno, nel senso giudic., riguarda quasi sempre soggetto penale. – Giudicare di uno, anco altre questioni. – Giudicare, ass., un uomo è Dare sentenza su quel ch'egli è tutt'insieme; Giudicare di lui su tale o tal fatto, o pregio o difetto. T. Quando diciamo Giudico tale o tal persona, o cosa, buona o no, utile o no, il giudizio, sebbene la forma sia del quarto caso, riguarda tale o tal qualità; eGiudicare diventa aff. a Stimare (come Ar. Fur. 9. 18.), Credere, e sim. Senonchè nel Credere è espressa la credenza o la fede o l'opinione, nello Stimare un sentimento che segue al giudizio del valore; nel Giudicare, il giudizio in se stesso: ond'è parola non sempre modesta. Ma più modesta di Sentenziare. Nè modesto è Farsi a giudicare, Entrare, Mettersi a giudicare. – Si fa presto a giudicare il cuore degli uomini. In questo senso, di severità o di accuratezza, i Lat. avevano una bella parola, Dijudico; e la Volg. ne fa uso frequente, non senza ragione. T. Giudicare se stesso; sempre in senso severo, per Riconoscersi in colpa, Gastigarsi, Emendarsi. – Cic. Judicasset ipse de se. – Giudicare di sè può avere senso più mite, anzi troppo indulgente a se stesso. – Giudicare gli altri da sè è male quando appongansi ad altri i nostri difetti; bene, se da quel che abbiamo di buono o di debole o di misero in noi, apprendiamo a stimare e scusare e compiangere. 26. Nel preced. l'abbiamo att. e pass. Ne' seg. ass., ma con un nome sempre sottint.; e concerne la facoltà e l'abito e l'atto. T. Cic. Più gli uomini giudicano per odio e per amore o per cupidigia, che secondo il vero e le leggi. Dig. Giudicare in causa propria, non solam. in senso giurid., ma dovunque entri il proprio interesse, anco di cose priv. Di giudizi mor. interiori. [Ferraz.] Tass. Ger. 5. 55. E sarà del legittimo e del dritto Custode in ogni caso e difensore, Serbando sempre, al giudicare, invitto Dalle tiranne passioni il core. = Coll. Ab. Isaac, 1. 108. (C) T. Prov. Tosc. 150. Il buon giudice tosto intende, e tardi giudica. E261. Chi tosto giudica, tosto si pente. 27. Con avv. varii. T. Giudicare favorevolmente, severamente, sanamente. Cic. Rettamente. = Petr. Son. 56. (C) Dirai s'io guardo, e giudico ben dritto: Questi avea poco andare ad esser morto. T. In altro senso, Giudicare a diritto, a torto. – Giudicare storto (a modo d'avv.). – Giudicare con fretta. – Ad arbitrio. Cic. Bene. = Retor. Tull. 141. (Gh.) Giudica meglio e più saviamente in su le cose presenti. T. Prov. Tosc. 121. L'uomo si giudica male alla cera. – Giudicar bene o male può avere due sensi, e della facilità e della verità del giudizio, e della moralità e giustizia di quello. Si può giudicar bene secondo la lettera della legge, e non bene secondo la legge morale. – Non ben giudica chi ha difficoltà molte a vincere nelle cose o ne' proprii affetti per giudicar bene; ma vincendole, questi giudica bene. – Mal si giudica di cause penali, segnatam. polit., se la pena è severa. Ma chi non la applica con ingiustizia, non si può dire che giudichi male. Prov. Tosc. 261. A sentire una campana sola, si giudica male. (Priore, udite l'altra parte, era scritto sopra lo stallo del giudice di Lucignano.) T. Come lo giudichereste voi? Qual giudizio di lui dareste? Pro o contro, di lode o di biasimo? – E: Così giudico. – Non può essere giudicato altrimenti. 28. Con varie partic. T. Cic. Tali cose non si giudicano dal numero, ma dall'intimo lor valore. = Car. Lett. Tomit. Lett. 79. p. 110. (Gh.) La vostra de' 28 agosto non m'è capitata alle mani se non dieci giorni sono; da che io giudico che delle vostre lettere sia fatto quel servigio che voi mi dite. T. Giudicare dalle apparenze. Vang. Non vogliate giudicare secondo l'apparenza; ma giusto giudizio giudicate. E: Voi giudicate secondo la carne. Brut. a Cic. Secondo il vero tu giudichi di me. – Giudicare dietro a tale o tal norma, dietro all'altrui detto. (Dietro riceve più mal senso che buono.) – Giudicare coll'altrui giudizio, coll'altrui testa. T. Giudicare in bene, in male. 29. Col Da sovente. Ma anche senza, e col Potere e con altro v., gli è un modo efficace di lasciar sottintendere parecchie cose. T. Nep. Dal che si può giudicare che… Cic. Che sia del restante puoi giudicarlo da questo, che… – Potete giudicarlo da voi. Lasc. Lett. Giudicate il resto voi! Vang. Se sia giusto ascoltare voi piuttosto che Dio, giudicate. – Chi ha fior di senno lo giudichi. T. Ass. Io non posso giudicare vale talvolta Non ho l'autorità o l'attitudine o le notizie occorrenti. Io non giudico, espongo, è parola accorta e talvolta maliziosa di chi espone in maniera da prevenire, circonvenire l'altrui giudizio. E così talvolta, chi dice assolutam. Non giudico, giudica giudizio severo, e più severo ancora lo lascia imaginare. |
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