La coscienza di Zeno di Italo Svevo (1923): Essa subito decise, perché afferrò la mia mano per trattenermi più sicuramente e mi fece entrare. L'emozione m'oscurò la vista e ritengo sia stata provocata non tanto dal dolce contatto di quella mano, ma da quella familiarità che mi parve decidesse del mio e del destino di Augusta. Perciò credo di essere entrato con qualche riluttanza e, quando rievoco la storia del mio primo tradimento, ho il sentimento di averlo compiuto perché trascinatovi.
Il piacere di Gabriele D'Annunzio (1889): Andrea guardò, aguzzando la vista, verso il portico. ― Avrebbe ella osato attraversare a piedi il giardino? ― Pensò la figura di Elena tra il gran candore. Quella della senese risorse spontanea, oscurò l'altra, vinse il candore, candida super nivem. La notte di luna e di neve era dunque sotto il dominio di Maria Ferres, come sotto una invincibile influenza astrale. Dalla sovrana purità delle cose nasceva l'imagine dell'amante pura, simbolicamente. La forza del Simbolo soggiogava lo spirito del poeta.
Il denaro di Ada Negri (1917): — C'è però chi non ha bisogno di lavorare, per aver denaro — ribatté la fanciulla, cocciuta. — Figlia mia cara, quelli sono i ricchi. - E una mal frenata tristezza oscurò il viso della donna, che non era sempre stata povera, aveva veduto tempi migliori, amava i libri e la campagna, e solo doveva al suo amor della vita e alla sua inesauribile energia nervosa la possibilità di resistere a dieci ore di giornaliera fatica al telaio, in piedi da mattina a sera. — Già — fece la piccola — già: i ricchi. — Ma parve più vecchia della madre, nella ruga verticale che le tagliava la fronte. |