Frasi e testi di esempio |
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Esempi d'uso |
- Il lume delle arterie dovrebbe essere sempre libero da depositi di colesterolo.
- In condizioni normali non avremmo decisamente bisogno del lume.
Non ancora verificati:- Il lume a petrolio o a candela era nel passato l'unica fonte di illuminazione domestica.
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Citazioni da opere letterarie |
Il mistero del poeta di Antonio Fogazzaro (1888): Quand'ebbi detto tutto della mia vita sino all'incontro con lei, le mie lettere diventarono anche più gradevoli a scrivere. Ella non poteva specchiarsi nelle acque torbide del mio passato; solo ne avevano qualche luce i due sogni! Ma ora l'immagine sua viveva in me, pensava ne' miei pensieri, amava nel mio cuore, ogni giorno più intensamente, tanto che ne stupivo io stesso, dubitavo talvolta di amare una miss Yves ideale, distinta dalla vera, e provavo il bisogno, per sincerarmene, d'immaginar la cara persona, l'amor felice, perdendone quasi il lume degli occhi e il respiro. Oramai parlarle di me era come parlarle di lei stessa.
Epilogo di Federico De Roberto (1888): Alla luce improvvisa della lampada che il servo reggeva affacciandosi all'uscio, il Landini si accorse che era già notte fatta. — Si sente male, signore?…— chiedeva timidamente la persona di servizio. — No, no; lasciate qui il lume…. — Il signore non desina dunque quest'oggi? — Fate apparecchiare… mi avvertirete…
Niente di Luigi Pirandello (1922): Il dottor Mangoni, entrando, ha già intraveduto nell'attigua saletta da pranzo una figliolona bionda scarmigliata intenta a leggere, coi gomiti sulla tavola e la testa tra le mani. Legge e piange, sì; ma col corpetto sbottonato e le rosee esuberanti rotondità del seno quasi tutte scoperte sotto il lume giallo della lampada a sospensione. |
Proverbi |
- La luna regge il lume ai ladri.
- Né donna né tela al lume di candela.
- Scherzando intorno al lume che t'invita, farfalla perderai l'ali e la vita.
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Espressioni e Modi di Dire |
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Giochi di Parole |
Giochi enigmistici, trasformazioni varie e curiosità. Vedi anche: Anagrammi per lume |
Definizioni da Cruciverba di cui è la soluzione |
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Definizioni da Cruciverba in cui è presente |
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Cambi |
Cambiando una lettera sola si possono ottenere le seguenti parole: dume, fumé, lame, lime, luce, lumi, lune, lupe, nume. Cambiando entrambi gli estremi della parola si possono avere: duma, fuma, fumi, fumo, fumò, numi, puma, sumo, zuma, zumi, zumo, zumò. |
Scarti |
Rimuovendo una sola lettera si può avere: lue. |
Zeppe (e aggiunte) |
Aggiungendo una sola lettera si possono ottenere le parole: glume, lumen. |
Antipodi (con o senza cambio) |
Antipodi inversi: se si sposta l'ultima lettera all'inizio (con eventuale cambio) e si inverte il tutto si possono ottenere: mula, mule, muli, mulo. |
Parole con "lume" |
Iniziano con "lume": lumen, lumeggi, lumetti, lumetto, lumeggia, lumeggio, lumeggiò, lumeggerà, lumeggerò, lumeggiai, lumeggino, lumettini, lumettino, lumeggerai, lumeggerei, lumeggiamo, lumeggiano, lumeggiare, lumeggiata, lumeggiate, lumeggiati, lumeggiato, lumeggiava, lumeggiavi, lumeggiavo, lumeggeremo, lumeggerete, lumeggiammo, lumeggiando, lumeggiante, ... |
Finiscono con "lume": glume, allume, salume, volume, barlume, implume, covolume, giallume, incolume, paralume, reggilume, controlume, monovolume, pettegolume. |
Contengono "lume": calumet, calumerà, calumerò, glumella, glumelle, glumetta, glumette, calumerai, calumerei, columella, columelle, salumeria, salumerie, volumetti, volumetto, calumeremo, calumerete, emolumenti, emolumento, volumetria, volumetrie, calumeranno, calumerebbe, calumeremmo, calumereste, calumeresti, volumetrica, volumetrici, volumetrico, volumetriche, ... |
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Parole contenute in "lume" |
Contenute all'inverso: emù. |
Incastri |
Inserito nella parola cara dà CAlumeRA (calumerà); in caro dà CAlumeRO (calumerò); in colla dà COlumeLLA; in colle dà COlumeLLE. |
Lucchetti |
Scartando le parti in comune (in coda e poi in capo), "lume" si può ottenere dalle seguenti coppie: luci/cime, lucro/crome, ludi/dime, lupaccia/pacciame, lustra/strame. |
Usando "lume" (*) si possono ottenere i seguenti risultati: * medi = ludi; * mena = luna; * mene = lune; * mecca = lucca; * messa = lussa; * messi = lussi; * messo = lusso; * meteo = luteo; * metti = lutti; * metto = lutto; pil * = piume; * medica = ludica; * medici = ludici; * medico = ludico; * meglio = luglio; * menare = lunare; * menata = lunata; * menate = lunate; * mediche = ludiche. |
Lucchetti Riflessi |
Scartando le parti in comune (in coda e il riflesso in capo), "lume" si può ottenere dalle seguenti coppie: luca/acme. |
Usando "lume" (*) si possono ottenere i seguenti risultati: * empi = lupi; soul * = some; * emana = luana; * emetica = luetica; * emetici = luetici; * emetico = luetico; * emetiche = luetiche. |
Lucchetti Alterni |
Scartando le parti in comune (in coda oppure in capo), "lume" si può ottenere dalle seguenti coppie: lucca/mecca, ludi/medi, ludica/medica, ludiche/mediche, ludici/medici, ludico/medico, luglio/meglio, luna/mena, lunare/menare, lunata/menata, lunate/menate, lune/mene, lussa/messa, lussi/messi, lusso/messo, luteo/meteo, lutti/metti, lutto/metto. |
Usando "lume" (*) si possono ottenere i seguenti risultati: * cime = luci; * dime = ludi; * crome = lucro; * minime = lumini; * strame = lustra; lumini * = minime; * achee = lumache; * barde = lumbard; * pacciame = lupaccia. |
Intarsi e sciarade alterne |
Intrecciando le lettere di "lume" (*) con un'altra parola si può ottenere: * ira = lumiera; * ire = lumiere; * egira = legumiera; correi * = cloruremie; fidante * = fluidamente; * ridante = luridamente; votante * = volutamente. |
Definizioni da Dizionari Storici |
Vocabolario dei sinonimi della lingua italiana del 1884 |
Lume, Luce - Luce è corpo che risplende; Lume è lo splendore tramandato da quel corpo, in quanto che illumina; l'uno è effetto, l'altro è causa; lume è parte, luce è tutto; la luce, rispetto al lume, sta come il calorico rispetto al calore. Raggio luminoso e non lucido; lume di luna e luce di sole. Precipua funzione della luce è di risplendere; funzione sola e propria del lume è di illuminare; e però i fuochi fatui e gli animaletti fosforici luccicano più che non illuminano. - Lume, e non Luce, una fiaccola, una lucerna, una candela accesa; far lume, e non far luce, rischiarare la via, illuminare, servir di guida, fare scorta. - Anche grammaticalmente, lume viene da luce: lux è nome primitivo latino, dal quale derivò il verbo luceo, onde lucimen; e, per sincope, lumen. Dar lume ad una materia, vale Cominciare a dichiararla; e Porla in piena luce, vale ridurla all'evidenza: così Pigliar lume (non luce) si dice il ricercare alcun principio di notizia di una cosa. Luce di questo secolo, della filosofia, dell'arte critica, e non lume; per distinzione dalla parte al tutto. In questi casi, volendo sostituire lume a luce, fa mestieri porre più lumi insieme, perché facciano una luce. (Compendiato dal Grassi). [immagine] |
Dizionario dei sinonimi - Zecchini del 1860 |
Fiaccola, Face, Lucerna, Lumiera, Lampana, Lampada, Lampa, Lume, Teda, Doppiero, Torcia - Lume è generico: qualunque cosa accesa da cui si sprigioni una fiamma di una certa durata è lume, è un lume o può esserlo. Lucerna è vaso per lo più di ferro, latta, ottone, nel quale si mette olio e s'adatta un lucignolo per far lume; è portabile; ora s'appende mediante un suo manico rivolto all'insù, munito d'un uncino di fil di ferro; ora si posa: è lume che serve per gli usi domestici, ma d'ordinario per la cucina: può avere anche altre forme, che variano secondo i paesi, ma non è mai tanto pulito o elegante da servirsene, per esempio, in una sala da conversazione. La lumiera può essere a cera o a olio, a bracci o a becchi, disposti intorno ad un centro; o si sospende, o si posa, secondo la forma sua. Lampada, vaso nel quale d'ordinario non è più che un lume a olio, e che sospendesi davanti ad altari e sacre immagini. Molti la dicono lampana, e alcuni anche lampa, che è la voce stessa tronca dell'ultima sillaba. Face, e più il suo plurale, è parola dello stile elevato, ma non più esclusivamente poetica: e così è di mille altre voci, dacchè in questi tempi di serii studii e di positivismo, la vile prose, come la diceva, per ischerzo certamente, il Voltaire, è salita a così alto grado per opera di molti sommi ingegni, da lasciar la poesia negletta forse un poco troppo. La frase «le tenebre della notte eran vinte dallo splendore di mille e mille faci» è comune, è naturale a chi venga a parlare d'una luminara: face, faci adunque è preso ora per lume o fiamma di lume in genere. Fuori però di questo caso o altri consimili, face mi pare indicare meglio lume che si porti in mano a guisa di candela o torcia.
«Face è poetico: a' Latini valeva fusto intriso di materia accensibile da far lume. Fiaccola corrisponde a face nell'uso. E fiaccola dicesi la fiamma d'una candela o d'una lampana, in ispecie quand'è molta e crassa. Teda è da parcamente usare anco nella lingua poetica; ma per tradurre dal latino, o per accennare ad antico costume può essere voce tecnica. La usavano in certe solennità, od anche per appiccare il fuoco. Par forse più grande della face. Doppiero, voce di genere che indica cero composto di due o più candele, ciascuna col suo lucignolo, attaccate in modo da fare un sol pezzo; che quando si componga di quattro candele riunite, dicesi torcetto, quasi torchietto. Torcia, secondo l'origine, esprimerebbe ancor meglio le candele spiralmente attorte, dai liturgici chiamate intortìtia. Del resto doppiere a vento non si direbbe, come dicesi torcia a vento. Più, doppiere è voce più nobile, e pare serbato a lume di cera: torcia anche d'altra materia». Romani. [immagine] |
Luce, Lume, Chiarezza, Splendore, Folgore; Lucere, Illuminare - Grassi dice: la luce è corpo che risplende, ed il lume è lo splendore tramandato da quel corpo, in quanto che illumina; uno è effetto, l'altro è causa; lume è parte, luce è tutto. Il Forcellini è dello stesso parere, dicendo: luce è ciò che illumina, lume lo splendore tramandato; dai poeti però prendesi l'uno per l'altro; il Tommaseo che li cita non soggiunge altro, e sembra pertanto dell'istesso sentimento: accettando pertanto l'autorità d'uomini di tanto peso, non credo però meno vera la mia proposizione, che cioè: dal lume e da ogni corpo luminoso per sè emana la luce; e che così bene non potrebbe dirsi: da corpo lucido, nè forse tampoco da corpo lucente; essendo che il corpo lucido o lucente riflette sì, ma non produce la luce di per sè. La luce poi è uno dei quattro corpi imponderabili conosciuti sotto i nomi di luce, calorico, elettricità, magnetismo: la luce offusca, abbaglia; il lume rischiara: credo pertanto che a segnar bene le differenze usuali tra lume e luce bisogna fare astrazione dal rigoroso linguaggio sembra più chiaro il dire che la luce venga dal lume: una luce viva manda un certo splendore che non si può guardar fiso; una luce discreta sparge chiarezza sugli oggetti circostanti per cui bene si vedono e distinguono: lo splendore e la chiarezza sono dunque due effetti della luce. Queste voci furono tutte impiegate dagli scrittori in varii sensi traslati; ad es., lo splendore di un'azione eroica, la chiarezza del nome, il lume dell'intelletto, la luce della civiltà. Lucere è mandar luce o riflettere lo splendore di quella; illuminare è rischiarare mediante la luce prodotta o riflessa o altrimenti: illuminare le menti è dissipare la nebbia in cui sono ravvolte, spargervi dei lumi, introdurvi la luce. Fulgore è luce ardente dardeggiante da un centro, e che batte o può battere in un punto determinato. Occhi folgoreggianti possono essere di gioia; ma più sovente d'ira, di concentrato dispetto: splendore è luce che rischiara; fulgore, luce o raggio di luce che abbrucia. [immagine] |
Dizionario delle invenzioni, origini e scoperte del 1850 |
Lume perpetuo - Ne fu fatta la scoperta in Napoli nel 1750. Il principe di San Severo lavorava ad un apparecchio chimico; ad un'ora dopo mezzanotte apri quattro vasetti di vetro; volendo esaminarli troppo da vicino con la candela, la materia contenuta in uno di questi prese subito fuoco e diede una fiamma molto gialla e vivace. Egli tolse prontamente il vaso dalla tavola su cui era posato, e per sei ore lasciò ardere la materia che vi era dentro; a capo al qual tempo, essendosi trovata la fiamma bella e forte quanto nel primo momento, ei la soffocò cuoprendone il vetro che ne aveva appeno preso un calore sensibile. All'indomani volle inutilmente riaccendere quella materia, il di cui peso non era scemato; ne mise alquanta in un condotto di vetro, e vi tuffò un lucignolo. Non potè riuscire a fargli pigliar fuoco se non dopo avervi aggiunto circa un quarto di oncia della medesima roba. La fiamma che questa produsse era più debole di quella di una lampada ordinaria; essa accendeva una candela e abbruciava la mano quando la si teneva quattro polzate più in alto. Il suo fumo anneriva la carta alla stessa distanza e poi si leggeva con facilità lo scritto il più minuto. La minima inclinazione del condotto la faceva tremolare in modo che pareva fosse per estinguersi; ma essendo bene perpendicolare, formava un cono perfetto. Arse in questa guisa per sei mesi, senza movimento, senza alcuna variazione in quanto al chiarore, senza diminuzione di peso della materia. Il principe di San Severo, onde meglio esaminare la natura di quella fiamma, vi fece fare attorno una gran lanterna quadra, a cui si provò a porre un coperchio. Il lume divenne tosto tremolante e fu in procinto di spengersi. Egli a diverse altezze fece dei fori alle pareti della lanterna. Ad ogni volta osservò che la fiamma cessava d'essere perpendicolare e che dirigeva la punta verso il foro che l'attraeva a se fino a formare un angolo retto col lucignolo. Appena si toglieva la lanterna, riprendeva la sua direzione perpendicolare. Tale scoperta può rendere verosimile la perpetuità delle lampade sepolcrali, che alcuni dotti qualificarono per favolosa. [immagine] |
Lume da notte (in francese Vieillbuse) - Quelli di Germania consistono in un piccolo porta lucignolo di latta a tre bracci che si tiene a galla sull'olio. Nel 1826 ne fu immaginato uno senza lucignolo: è una piccola capsula leggerissima di rame inargentato, guarnita nel centro con un tubo di vetro verticale in cui l'entra l'olio, al quale si dà fuoco con il solfanello. Questo lume senza lucignolo è bello, ma il tubo ingorgandosi facilmente, rimane assai soggetto a spengersi. [immagine] |
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