Le otto montagne di Paolo Cognetti (2016): Quando tornai alla barma vidi che due cacciatori erano venuti a parlare con Bruno. Avevano armi moderne, mirini ad alta precisione. A un certo punto uno dei due aprì lo zaino e depositò un sacco nero ai piedi di Bruno. L'altro si accorse di me e mi rivolse un cenno di saluto, e allora collegai quel cenno a qualcos'altro di familiare e capii chi erano quei due, i cugini da cui Bruno aveva comprato l'alpeggio. Non li vedevo da venticinque anni. Non sapevo che fossero in contatto con lui né come l'avessero scovato lassù, ma chissà quante altre ce n'erano, di cose di Grana che io nemmeno immaginavo.
Nelle nebbie del tempo di Lanfranco Fabriani (2005): Accostò una sedia alla scrivania e ci depositò sopra la copia de L'arte della guerra di Von Clausewitz e la preziosa seicentina de Il Principe di Machiavelli, che il Vecchio teneva sulla scrivania a mo' di Bibbia, per leggerne e meditarne alcuni passi. Alzò la vecchia cartella di cuoio rigato posta sul piano della scrivania e iniziò a guardarci dentro, sicuro che il direttore non avrebbe mai lasciato un appunto scritto.
Il partigiano Johnny di Beppe Fenoglio (1968): Poi un rapido rumore sulla strada di Gallo li fece tutti voltar di colpo e prima che l'autocarro deviasse nella stradina verso la fattoria furono certi che veniva per loro, a portarli all'epicentro della battaglia. Sull'aja saltarono sul camion, con la padrona che li benediceva uno per uno e il vecchio che ora piangeva. Sollecitarono l'autista che già era un campione dello spericolato pilotaggio partigiano. Li depositò davanti al filatoio, un monumento della rivoluzione industriale, ora sorgente sui nudi argini, duro e marziale come un alcàzar. |