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Informazioni utili online sulla parola italiana «levare», il significato, curiosità, coniugazione del verbo, sillabazione, frasi di esempio, definizioni da cruciverba, definizioni storiche, rime, dizionario inverso. Cosa vuol dire.


Levare

Verbo

Levare è un verbo della 1ª coniugazione. È un verbo regolare, transitivo. Ha come ausiliare avere. Il participio passato è levato. Il gerundio è levando. Il participio presente è levante. Vedi: coniugazione del verbo levare.

Parole Collegate

»» Sinonimi e contrari di levare (togliere, rimuovere, eliminare, estrarre, ...)

Utili Link

Significato su Dizionari ed Enciclopedie online
Hoepli | Sabatini Coletti | Treccani | Wikipedia

Informazioni di base

La parola levare è formata da sei lettere, tre vocali e tre consonanti.
È una parola bifronte senza capo né coda, la lettura all’inverso produce una parola di senso compiuto (rave). Divisione in sillabe: le-và-re. È un trisillabo piano (accento sulla penultima sillaba).

Frasi e testi di esempio

»» Vedi anche la pagina frasi con levare per una lista di esempi.
Esempi d'uso
  • Ho dovuto levare Giangiacomo dai suoi problemi, come sempre.
  • Devi levare tutti i vecchi libri perché sono troppo colmi di polvere.
  • Non sarà facile levare dallo scaffale tutti quei libri di inglese.
Citazioni da opere letterarie
Uno, nessuno e centomila di Luigi Pirandello (1926): Poco dopo, chiuso in camera come una bestia in gabbia, sbuffavo per quella violenza su mia moglie (la prima) senza potermela levare dagli occhi, nel bianco vagellare della lieve persona che pareva si sfaldasse tutta agli scrolli con cui la respingevo indietro, afferrata per i polsi, e la ributtavo a sedere sulla poltrona. Ah come lieve, con tutti quei falbalà intorno all'abito di neve, all'urto brutale della mia violenza!

Gli egoisti di Federigo Tozzi (1924): Poi, perché il Giachi non lo prendesse per pazzo, finse di essersi alzato per levare una piega dalla giubba. Ma il Giachi gli disse: — Io non ti credo! — E perché? — Perché non è vero! - Questo modo di ragionare tolse al Gavinai la voglia di aprire la bocca. E siccome il Giachi si mise a spolverarsi la giubba, egli, involontariamente, anzi senza riuscire a impedirselo, pensò: «Vorrei sapere in che consiste la realtà!».

La Stella dell'Araucania di Emilio Salgari (1906): — Sbrigatevi, — diceva un giovane aiutante, bruno come un meticcio, cogli occhi neri e vellutati e che masticava con visibile soddisfazione alcune foglie di coca mescolate ad un pizzico di carbonato di potassa. — Il tempo torna a diventare minaccioso e la Pillan vuole levare l'ancora prima di sera.
Proverbi
  • Chi vuol impetrare, la vergogna ha da levare.
Espressioni e Modi di Dire

Giochi di Parole

Giochi enigmistici, trasformazioni varie e curiosità. Vedi anche: Anagrammi per levare
Definizioni da Cruciverba di cui è la soluzione
Definizioni da Cruciverba in cui è presente
»» Vedi tutte le definizioni
Cambi
Cambiando una lettera sola si possono ottenere le seguenti parole: lavare, legare, levale, levate.
Scarti
Scarti di lettere con resto non consecutivo: leve, lare.
Zeppe (e aggiunte)
Aggiungendo una sola lettera si può avere: elevare.
Parole con "levare"
Finiscono con "levare": elevare, allevare, rilevare, manlevare, prelevare, sollevare, risollevare, soprelevare, sopraelevare.
Parole contenute in "levare"
are, eva, lev, leva. Contenute all'inverso: ave, era, rave.
Lucchetti
Scartando le parti in comune (in coda e poi in capo), "levare" si può ottenere dalle seguenti coppie: lepri/privare, lesti/stivare, levai/ire, levala/lare, levali/lire, levata/tare, levataccia/tacciare, levatura/turare.
Usando "levare" (*) si possono ottenere i seguenti risultati: * varese = lese; cale * = cavare; * varesina = lesina; * varesine = lesine; * varesini = lesini; * varesino = lesino; * areale = levale; * areali = levali; * areata = levata; * areate = levate; * areati = levati; * areato = levato; * rendo = levando; * evi = levarvi; * resse = levasse; * ressi = levassi; * reste = levaste; * resti = levasti; prole * = provare; scale * = scavare; ...
Lucchetti Riflessi
Scartando le parti in comune (in coda e il riflesso in capo), "levare" si può ottenere dalle seguenti coppie: leverà/areare, levata/atre, levato/otre.
Usando "levare" (*) si possono ottenere i seguenti risultati: * erta = levata; * erte = levate; * erti = levati; * erto = levato.
Cerniere
Scartando le parti in comune (prima in capo e poi in coda), "levare" si può ottenere dalle seguenti coppie: sottile/varesotti, alleva/real, eleva/ree, soleva/reso.
Usando "levare" (*) si possono ottenere i seguenti risultati: * alleva = real; * soleva = reso; real * = alleva; reso * = soleva; varesotti * = sottile; * sottile = varesotti.
Lucchetti Alterni
Scartando le parti in comune (in coda oppure in capo), "levare" si può ottenere dalle seguenti coppie: leva/area, levale/areale, levali/areali, levata/areata, levate/areate, levati/areati, levato/areato, leve/aree, levai/rei, levale/relè, levando/rendo, levasse/resse, levassero/ressero, levassi/ressi, levaste/reste, levasti/resti, levate/rete, levati/reti.
Usando "levare" (*) si possono ottenere i seguenti risultati: * privare = lepri; * stivare = lesti; provare * = prole; scavare * = scale; stivare * = stile; valvare * = valle; * lire = levali; * mie = levarmi; * tiè = levarti; * vie = levarvi.
Sciarade e composizione
"levare" è formata da: lev+are.
Sciarade incatenate
La parola "levare" si può ottenere (usando una volta sola la parte uguale) da: leva+are.
Intarsi e sciarade alterne
Intrecciando le lettere di "levare" (*) con un'altra parola si può ottenere: ali * = alleviare; * tic = levatrice; alto * = allevatore; rito * = rilevatore; alito * = alleviatore.

Definizioni da Dizionari Storici

Vocabolario dei sinonimi della lingua italiana del 1884
Estrarre, Cavare, Levare, Trar fuori - Estrarre indica forza o sforzo; e ne' suoi usi scientifici e tecnici, studio e cura maggiore. - Cavare indica non tanto sforzo, ma pur qualche poco di arte, come Cavare un dente. - Levare è più semplice nè richiede sforzo veruno. - Nel Trar fuori c'è solo l'idea del mettere in veduta ciò che era nascosto. [immagine]
Levare, Cavare, Tor via - Levare ha in sè l'idea dell'alzare una cosa dal suolo o dal piano dov'è, per portarla altrove. - «Leva di lì quel libro, e mettilo al suo posto.» - Dicendo Cavare si esprime l'idea di estrarre da luogo chiuso, o di sotto la superficie della terra per portare altrove; ma spesso si usa familiarmente per il semplice Levare; e spesso altresì per Estrarre, come: «Cavare un dente.» Il modo Tòr via è della lingua scelta, ed è generico, indicando solo l'atto del far mutar luogo ad una cosa. [immagine]
Dizionario dei sinonimi - Zecchini del 1860
Elevare, Alzare, Innalzare, Erigere, Sollevare, Esaltare, Levare, Levarsi, Sorgere, Ergere - Si alza cosa che stava in luogo basso: si solleva ciò che pel proprio peso tenderebbe ad abbassarsi, a precipitare sul suolo: onde sollevare potrebb'essere levare, cioè alzare dal suolo, o su levare: s'innalza prendendo per base un piano che già sia alquanto elevato; su un piedestallo, per esempio; innalzare, dice chiaro da sè che vale mettere in alto: innalzare un tempio, una statua, un monumento, che tutti devono avere una base, un piedestallo, un fondamento. Alzare ha sensi suoi proprii: alzar la testa sì al proprio che al figurato: alzarsi, che è piuttosto scendere dal letto, alzar le mani al cielo, alzar la voce, ed altri. Levare è affine a questi quando forse è sincope di elevare, meno che in levare il volo; altrimenti è affine a togliere: un si leva il cappello, le scarpe, la cravatta; levarsi di lì è andare lontano, scostarsi; ora per ismuovere un corpo da un luogo non puossi sempre farlo sdrucciolare, ma conviene sollevarlo un poco, ed è in ciò che levare è affine a questi altri vocaboli, ma dice meno di tutti. Elevare è portare in alto; elevarsi è sporgere al dissopra d'un certo livello, passare una certa misura comune. Erigere indica innalzamento verticale: dicesi delle colonne, delle statue; in quanto ai monumenti significa non solo la dedicazione votiva, cioè il senso traslato, ma anche l'atto del costrurli; ergere, contrazione di erigere, esprime meglio il senso traslato che il proprio. Levarsi è propriamente del sole, della luna: parlando dell'uomo, se ha da significare innalzamento, abbisogna di qualche parola di complemento, come levarsi a volo, in alto, su, e simili. Sorgere è propriamente dell'acqua; da esso viene sorgente, e perciò dicesi di cosa che nasce impensata, e viene fuori quasi per forza propria e senz'altro impulso, motivo o motore; sorgono gl'inciampi, le spine ad ogni passo tra' piedi: sorgere per alzarsi è poetico o dello stile enfatico e declamatorio. Esaltare è innalzare con parole, colle lodi meritate o no: ha perciò senso traslato. [immagine]
Dizionario Tommaseo-Bellini del 1865-1879
Levare - S. m. Il levarsi dal letto. (Fanf.) V. LEVARE. § 103. Red. Op. 8. 10. (Gh.) Se… io fossi stato obbligato di assistere al levar del Serenissimo Granduca.

2. Il levarsi di un astro. [Val.] Lanc. Eneid. 6. 308. Altri narreranno il levare delle stelle.

T. Al levar del sole.

3. (Pitt.) I pittori chiamano propriamente Un levare, quando una figura ritta, aggravandosi sopra un sol piede posato in sul piano, tiene alquanto sospeso l'altro; a distinzione di quelle che posano in su due piedi, che chiamano Un posare. Baldin. Voc. Dis. (Mt.)
Levare - e † LIEVARE. V. a. e N. ass. Alzare, Mandare in su. Bocc. Nov. 42. 6. (C) Sicc ome colei, che mai per alcuno accidente da giacere non aveva il capo levato, nè di levare intendeva. Dant. Inf. 21. I'vedea lei; ma non vedeva in essa Ma che le bolle che 'l bollor levava. E Par. 3. Levai lo capo a profferir più erto. Coll. Ab. Isaac, 18. Quando voi leverete le vostre mani a me, io volgerò gli occhi miei da voi.

T. D. 1. 22. A cotal motto levò 'l muso, Crollando il capo (come chi non crede).

T. Prov. Tosc. 249. Chi leva muro, leva muso. (Chi s'innalza diventa superbo.)

T. Levare pers. o cosa da luogo. Da un pozzo, da un fosso.

T. Prov. Tosc. 243. Al levar delle nasse si vede la pesca.

2. T. Neut. Il pane leva da sè (lievita).

3. Fig. T. Aret. Lett. Non fu mai chi levasse a tanta speranza le armi Italiane (Giovanni dalle Bande Nere).

4. T. Far sorgere altri. Vang. Tenendo la mano di lui, lo levò, e quegli sorse.

5. [Camp.] Per Elevare dalla terra al cielo in corpo e in anima. D. 3. 1. S'io era sol di me quel che creasti Novellamente, Amor, che 'l ciel governi, Tu 'l sai, che col tuo lume mi levasti. (Allude alle parole dell'Apostolo: Si spiritu, vel corpore nescio; Deus scit. Altri spongono diversamente.)

6. [Camp.] Per Rizzare. Bib. Num. 2. L'offizio de' figliuoli di Levi sarà d'innalzare lo tabernacolo santo; e come per loro si leva, così si diponga (Quomodo erigetur).

7. Per Tor via. Bocc. Nov. 19. 17. (C) La buona femmina tornò per la cassa sua, e colà la riportò, onde levata l'avea. E nov. 42. La quale levava dal sole reti di suoi pescatori. Amet. 50. Dal cui viso con maestra mano la barba era stata levata. Dant. Inf. 10. Già son levati Tutti i coperchi, e nessun guardia face. Cas. Lett. 58. Io ho scritto con ogni efficacia che levin via il mio nome a mie spese.

T. Prov. Tosc. 302. I travestiti si conoscono al levar della maschera.

8. [Camp.] Per Rimuovere, in senso morale. Mac. Vit. S. Cat. I. 9. La vita secolare al tutto leva dal cuore tuo,…

T. Prov. Tosc. 123. Chi vuol vedere il bambin fiorito, non lo levi dal pan bollito. Se lo levate da' suoi usi soliti, perde la bussola. – Levare taluno dal suo consueto.

9. Far cessare. T. Levare un vizio a una persona.

10. T. Togliere a un corpo certe qualità di calore, sapore, odore. Levare il troppo salso; Levare al vino l'aspro, il dolce. = Questo sapone leva le macchie. (Man.)

11. Del togliere di cosa a cosa. T. Prov. Tosc. 193. Quel che leva l'alido, l'umido lo rende; Quel che leva l'umido, l'alido non lo rende (al terreno. L'umidità è più dannosa).

12. [Val.] Per Salvare, Campare, Liberare. Fag. Rim. 3. 32. Da sì belle fortune il ciel ne levi.

13. Per Cacciare, Mandar via. Red. Lett. 1. 11. (Man.) La Tassia è una spezie d'erba, che da' Greci e da' Latini è detta Thapsia. Si levi dunque via quel Tarsia. E appresso: Questo esemplo di Tes. Brun. bisogna levarlo via dal Vocabolario.

14. Per Abolire, Far che non vi sia più d'una cosa. Varch. Stor. 12. 480. (M.) Levarono la distinzion dell'arti maggiori e minori, e la precedenza d'esse nel sedere ne' magistrati.

15. Per Svellere, Trar fuori. T. Levare un dente.

T. Prov. Tosc. 335. Chiodo leva chiodo (Un pensiero, un dolore, è rimedio all'altro o distrazione; una difficoltà ajuta a vincere altre).

16. T. Contr. di Mettere. Prov. Leva e non metti ogni gran monte scema.

T. Levate coteste cose di qui. – Abbellimento temporaneo, che, passata l'occasione, si leva.

Per Rimuovere, o sim. T. Levare il catenaccio, o oltro serrame.

17. † Parlandosi di scritture, vale Prenderne copia, Farsene dar copia. Guicc. Avvert. 123. (M.) Quando sono gl'instrumenti vostri di cose d'importanza, abbiate per usanza farveli levare subito, e averli in casa in forma autentica.

18. Parlandosi di navilii, di bestie, o d'uomini vale Essere capace di portare; come: Questo non leva se non tanto, cioè Non si può caricar di più Sassett. Lett. 244. (Man.) E che navilii. Dii boni: castelli e torri che levano e 60 e 70 pezzi di bronzo grossi a maraviglia. E 423. Ciascuno de' quali (buoi) ne leva un cantaro e duoi. [L.B.] Di legno o di pers. si dice che Porta; di Stadera, che Tira.

19. Per Esaltare. Bocc. g. 10. n. 8. (M.) Chi adunque, possedendo, fa quello che a lui s'appartiene, fa bene: ma non se ne dêe l'uomo tanto maravigliare, nè alto con somma lode levarlo,… [Camp.] D. 3. 16. Voi mi date a parlar tutta baldezza, Voi mi levate sì, ch'io son più ch'io.

20. † Neut. Per Rilevare, in signif. d'Importare. G. V. 10. 86. 1. (C) Assalivano l'oste, ma poco levava, sì aveva Castruccio afforzato il campo.

21. † Per Proibire. G. V. 12. 91. 1. E levaro che non potesse portare arme da offendere niuno gabelliere.

22. T. Fig. fam. Levarne le gambe, di qualsia cosa che impacci.

T. A volerla levare al pulito con loro. (Uscirne senza perdita e senza rissa.)

23. Altri modi e locuzioni varie. Levare a cavallo uno. V. CAVALLO, § 48. Varch. Ercol:. 79. (C) Tôr su, o tirar su alcuno, il che si dice ancora levare a cavallo, e dire cose ridicole e impossibili, e volere dargliele a credere per trarne piacere, e talvolta utile.

24. Levare a galla vale Sostenere a galla. (C)

25. Levare alcuno, per Andarlo a pigliare per condurlo in un luogo. Car. Long. Sof. 79. (M.) Dovendo già Eudromo partirsi per levare il padrone, Dafni,…, gli diede forme di cacio.

26. Levare alto o in alto, fig. Per Esaltare, Sublimare. Don. Casen. Vulgarizz. Bocc. 58. (Gh.) Oh quanto è dolce, quanto è soave questo amore! lo quale dovendo noi temere e fuggire, noi lo leviamo in alto come Dio. [G.M.] S. Antonin. Oper. ben viv. Il lusinghiere, come detto è, è pessimo ingannatore, ed è traditore, il quale ci leva in alto per farci cadere.

27. T. Levare a taluno il rispetto, Mancargli al rispetto che gli è, o che egli si crede gli sia dovuto. – Levar l'amore. – Mi ha levato la sua grazia.

T. Levare il saluto, Non salutar più, Non parlare; Segno di corruccio.

28. T. Levare a uno il disturbo, Sollevarlo da noja che gli si rechi. Per cerimonia, ch'è sovente delle più vere: Andarsene.

29. T. Levare a uno le parole di bocca, Dire quel ch'egli stava per dire. E per ell. Me l'avete levato di bocca.

30. [Mor.] Levare a uno la sua parte di sole. Di chi toglie a qualcuno quanto può: Io non ho sicuro nulla in casa, chè il mio marito mi leverebbe, se potesse, anche la mia parte di sole. Questo bel modo si deriva dalla sentenza veramente divina del Vangelo: Il Padre celeste fa che il suo sole levisi e sopra i buoni e sopra i cattivi. T. Da contrapporre a quello del filosofo al re. Levamiti dal sole.

31. Levare con navilio vale Imbarcar uomini, o mercanzie, e sim. per condurre o portare altrove. G. V. 6. 20. 2. Per la qual cosa Papa Gregorio mandò a' Genovesi, che con loro navilio alle spese della Chiesa dovessero levare i detti Cardinali e Prelati da Nizza, e conducergli per mare a Roma.

E Levare ass. nel medesimo signif. [Camp.] D. 2. 2. Nessun m'è fatto oltraggio, Se quei che leva quando e cui gli piace, Più volte m'ha negato esto viaggio.

32. Levare da dormire alcuno. Svegliarlo e levarlo, o Farlo levare dal letto. Medit. Alb. Croc. 18. (Gh.) Poscia leva il fanciullo da dormire pianamente…

33. Levare da dosso ad uno checchessia vale fig. Liberarlo da checchessia. Borgh. Fir. lib. 330. (M.) Per questa via levò da dosso alla patria una pericolosa e fastidiosa guerra.

34. T. Levare dal mondo, Toglier di vita. [G.M.] Segner. Crist. Instr. 1. 13. Il Signore, per gastigarla (la madre), leva dal mondo il bambino. Nel medesimo senso dicesi anche Levare di mezzo. Un campagnuolo toscano, raccontando di un figliuolo morto ad uomo che faceva debiti in testa di lui per alla fine sgabellarne se stesso, usava questa locuzione di biblica efficacia: Disse Iddio: leviamolo di mezzo. [Camp.] Bib. Lev. 20. E leverollo di mezzo del popolo (succidam de medio populi sui).

T. Ma Levare di mezzo ha senso più gen., di qualunque pers. o cosa sia o paia intoppo o ingombro.

† E pure nello stesso signif. trovasi Levare di terra, di sopra la terra, o sim. Bocc. Nov. 68. 23. (C) Io non mi terrei mai nè contenta, nè appagata, se io nol levassi di terra. Mor. S. Greg. 5. 33. (M.) Dolendosi che il suo fratel fusse reputato migliore di lui, diliberò di levarlo di sopra alla terra, acciocchè più non vivesse. Borgh. Fir. Disf. 264. Lo strinse, e rincacciò, finchè appiccatosi seco, finalmente lo ruppe e levò di terra. Lab. 14. Non vedi tu tutto il giorno le persone che hanno alcuno in odio, per diradicarlo, e levarlo di terra, mettere le loro cose, e la propria vita in avventura?

35. Levare dall'osteria o d'in su I'osteria uno vale Condurlo alla casa propria per alloggiarlo. Benv. Cell. Vit. 1. 415. (M.) Io fui levato d'in su l'osteria da quel mio caro amico. E 2. 211. Questo signore io levai d'in su l'osteria, e lo messi in nel mio castello. Busin. Lett. 96. (Man.) Alloggiò con Agnolo della Tosa, il quale lo levò dall'osteria.

36. Levare dal sacro fonte alcuno, o sim., vale Tenerlo a battesimo. Bocc. Nov. 2. 12. (C) Giannotto il levò dal sacro fonte, e nominollo Giovanni. Vit. Barl. 42. Giusaffà levò il padre di fonte, e fu suo figliuolo carnale, e suo padre ispirituale. Ar. Fur. 38. 23. Carlo dal salutifero lavacro Con cerimonie debite levolla. Dial. S. Greg. Vit. 344. (M.) Al quale (imperadore) il figliuolo levò dall'acqua del santo battesimo. Petr. Vit. Imp. Pont. 27. Si riceva in luogo di padre e di madre colui che ti leva dalla fonte del battesimo, nel confermare e dar la fede. Girom. La Dea Levana, invocata per allevare i bambini.

37. Levare da un'amicizia vale Far sì che sia lasciata. Giov. Gell. Vit. Alf. 49. (M.) Si ingegnasse, e cercasse continuamente con nuovi consigli e nuove arti di levare e distor Cesare dall'amicizia loro.

38. T. Levare da una pena. – Mi leverebbe da tante pene.

39. Levare d'errore vale Disingannare. Segner. Pred. 6. 5. (M.) Lo voglio provare non con probabilità, con evidenza, e così levarvi d'errore.

40. Levare di bisogno alcuno vale Provvedere a' bisogni d'alcuno. Ar. Sat. 5. (M.) Ricorsi al Duca: o voi, Signor, levarmi Dovete di bisogno, o non v'incresca, Ch'io vada altra pastura a procacciarmi.

41. Levare di peso checchessia vale Alzarlo da terra in modo che non la tocchi. Tac. Dav. Stor. 1. 246. (C) Tornando Ottone da cena, furon per levarlo di peso. V. PESO.

42. Levare di peso, parlandosi di concetti, o componimenti, vale fig. Valersi interamente de' concetti, o componimenti altrui. (Man.)

Il sim. dicesi Levare di pianta. T. Che par dica più.

43. Levare di possesso alcuno vale Torgli il possesso, Privarlo del possesso. Car. Lett. ined. 3. 163. (C) Non ho voluto, come poteva giustamente, levarlo di possesso.

44. Levare di speranza alcuno vale Fargli perdere la speranza che aveva di checchessia. Dat. Lepid. 142. (Man.) Alla fine cominciò a levarlo di speranza.

45. † Levar d'ira, dell'ira, dall'ira, o sim., alcuno. Pacificarlo, Acquietarlo. Dant. Par. 4. (C) Fessi Beatrice, qual fe' Daniello Nabuccodonosor levando d'ira. Com. Dant. Ivi: (Mt.) Si fece tale quale Daniello profeta fece Nabuccodonosor, re della grande Babilonia, levando dell'ira nella quale elli era, contro li magi ed arioli ed indovini del paese.

46. [A. Con.] Levare di sentimento, con grida o con parlare fitto e disordinato, Che reca tal confusione da non capire più nulla. T. O anche Con un pugno.

47. [A.Con.] Levar di sotto una cosa a qualcuno; Tirarlo con arte a dar ciò, che non darebbe spontaneamente: Le male pratiche levan di sotto a' capi di casa tutto il danaro; e i figliuoli rimangono senza sussistenza.

48. Levare e porre ad ogni sua spesa si dice di Chi manda alcuno in luogo lontano a proprio conto, pensando egli alle spese di andata e di ritorno. Sassett. Lett. 210. (Man.) Egli mi leva e pone da qui in India, con tutta la compagnia mia, ad ogni sua spesa.

49. Levar fiamma, di cosa che arde con fiamma. Fir. As. 207. (C) La quale (stoppa) come fu riscaldata, levò ad un tratto una fiamma sì grande, che…

50. Levar genti, milizie, e sim., vale Far soldati per condurli a guerreggiare, al bisogno. Guicc. Stor. 17. 8. (M.) E perchè e' pareva necessario.. avere dodici mila Svizzeri,…, non volevano mandare in Elvezia uomini loro a levargli. [F.] Diod. Bib. Re. 5. Il re Salomone levò gente da tutto Israele; e la levata fu di trentamila uomini.

51. [Val.] Levar gli occhi. Dirigere il guardo, Sollevarlo. Pucc. Centil. 19. 31. Poi levò gli occhi e disse.

T. Con desiderio o invocazione. D. 3. 25. Levai gli occhi a' monti. Ps. 120. Levavi oculos meos in montes.

T. Di coraggio o ardimento. Savonarola… Io non vengo come il Fariseo ma come il Publicano il quale non ardiva levar gli occhi al cielo, perch'io conosco la mia iniquità.

52. † Levare i confini ad alcuno; contrario di Confinarlo. Belc. Vit. Colomb. 1. 80. (M.) Per la qual miracolosa novità i dodici levarono loro i confini, e restituirongli nel pristino stato.

53. T. Levare il bollore. Di liquore che bolle; e il vaso che lo contiene dicesi che leva, che ha levato il bollore. = Red. Cons. 2. 71. (C) Si stemperi…, e si faccia levare un bollore. E appresso: Si lasci levare un bollore, si levi dal fuoco,… E 73. In fine fa levare un bollore, cola, ed alla colatura aggiugni…

54. Levare il calcagno contra o sopra di uno, trasl., vale Conculcarlo. V. CALCAGNO, § 14. T. Vang. Chi mangia il pane meco leverà contro me il suo calcagno. Modo bibl. ora non com.

55. Levare il campo, e Levarsi da campo vale Ritirarsi da luogo, o Abbandonare il luogo occupato dall'esercito. V. CAMPO, § 66.

† E Levare ass. nel medesimo signif. Stor. Pist. 127. (C) Levò da campo, e tornossi a Lucca.

56. Levare il capo, fig., vale Insuperbirsi, Ostinarsi. M. V. 11. 23. (C) Quanto gli pregava e richiedeva, più levavano il capo, e più gli trovava duri e pertinaci.

57. † Levare il capo o la testa a uno vale Ucciderlo. Din. Comp. 2. 41. (M.) Se il nostro Signore non ha cuore di vendicare il misfatto a vostro modo, fateci levare la testa. Guicc. Stor. 17. 29. Aggiugnendo (il Duca) pregare Iddio, che se mancasse loro (di parola), gli fosse levato il capo dal primo colpo delle artiglierie degli inimici. T. Più com. Levare il capo, la testa, stordire con rumori e parole. Anco i suoi proprii pensieri levano all'uomo il capo. V. anco Levare di sentimento.

58. Levare il conto. Raccorre il conto. V. CONTO, § 46. T. Levare una somma.

T. Levare i numeri (per giuocarli al lotto), Ricavarli da' sogni.

59. Levare il credito ad alcuna cosa o a pers. vale Screditarla. Cecch. Masch. prol. (M.) Nè il tempo breve vuol che levi il credito A questa sua,…

60. Levare il dubbio, o sim., vale Farlo cessare, Torlo via. Pros. Fior. Borgh. Lett. 4. 4. 103. (M.) Vi ringrazio della notizia di quelle leggi, le quali tuttavia non levano, anzi confermano il dubbio.

61. Levare il grifo, fig. Entrare in collera, Mostrare sdegno, Torcere il grifo. Franc. Barb. 136. 18. (M.) Più son li minacciati che i battuti: Ma saggio le minaccie non ha a schifo; Lo folle a le ben grandi leva il grifo.

62. Levare il pelo per aria, dicesi proverb. dell'Operare con gran destrezza, astuzia, e celerità. V. PELO. Non com.

63. Levare il pensiero da una cosa, o dal fare una cosa, vale Non pensarvi più. Guicc. Stor. 17. 47. (M.) La fama del quale apparato penetrata in Italia, dette cagione al Duca d'Urbino di levare il pensiero di molestare Genova.

64. Levare il Signore, il Corpo di Cristo, e sim., vale Alzar l'Ostia sagrata mostrandola al popolo nella messa. Ora non com. in Tosc. – Vit. SS. Pad. 2. 259. (M.) Detto il Vangelo uscivano della Chiesa, e stavano di fuori a parlottare infino a ch'ei dovea levare il Signore. [Val.] Pucc. Centil. 9. 98. Un prete in Francia, levando il Signore, Gli apparve in mano un fanciullo in sua vece. Ant. Com. Dant. Etrur. 2. 379. Arrigo fuggì verso il prete, che levava il Corpo di Cristo.

65. Levare in alto una persona, per Innalzarla; cioè Prosperarla, Elevarla ad onori, Promoverla a cariche, a dignità. Bocc. Pist. Fr. Pr. S. Apost. 57. (Gh.) Così fa la fortuna, così inganna li animi degli uomini, quando si pente d'avere alcuno levato in alto.

66. Levare in ammirazione alcuno vale Dargli cagione di ammirazione. Mor. S. Greg. (C) Tiene in palese quello onde esso possa nutrire i parvoli; e nel segreto riserva quello donde esso levi in ammirazione le altissime menti.

67. Levare in capo si dice propriamente del vino quando per bollore manda su la vinaccia a galla; o per simil. d'altri liquori che sollevino e mandino alla loro superficie checchessia. Sagg. nat. esp. 28. (C) Piomberà subito l'argento vivo, levandosi l'acqua in capo, ed empiendone tutta la canna. Soder. Colt. 37. (M.) Nel bollire che fan l'uve di lor natura ne' tini levano in capo e spurgano ogni ribalderia, che sia all'uva attaccata. E 71. Il vino bollente ha forza di purgare e levare in capo ogni cosa.

68. † Levar in capo, fig., per Cominciar a tumultuare. Tac. Dav. 1. 14. (C) I soldati d'insegna delle due legioni scredenti, stanziati ne' Cauci, cominciarono a levar in capo. E Stor. 1. 246. (M.) E sì pronti furono a levar in capo i corrotti, e i buoni a lasciarli fare, che…

69. † Levare in letizia vale Dar cagione di allegrezza. Mor. S. Greg. 4. 2. (M.) Non sarà memoria la quale ci turbi di tristizia, ma che più altamente ci leverà in letizia.

70. Levare in onore vale Esaltare, Innalzare a dignità. Cavalc. Med. cuor. 238. Ed alcuno procaccia (il demonio) d'arricchire e levar in onore, per farlo insuperbire e uscir di modo.

[Camp.] Vit. Imp. rom. Oltra mare ribellò l'esercito giudaico e quello di Siria, e la maggior parte levarono signore Vespasiano.

71. Levare in superbia altrui vale Dargli occasione d'insuperbire, o di levarsi in superbia. Tac. Dav. Ann. 4. 87. (C) In senato avvertì che un'altra volta non levassono i lievi animi de' giovanetti in queste superbie di acerbi onori.

72. Levare i pezzi di alcuno vale Dirne il peggio che si può, e che si sa. Fr. Emporter la pièce. Varch. Ercol. 55. (C) D'uno che dica il male d'un altro… s'usano questi verbi: levarne i pezzi dai beccai e dai cani. E Stor. 8. 193. Anzi se ne diceva male, e se ne levavano i pezzi pubblicamente. Tac. Dav. Ann. 1. 17. Tutta Roma, sentendo innanzi al posamento d'Illiria il movimento di Germania, andò sozzopra, levando i pezzi di Tiberio. E 11. 135. Ai più piaceva; alcuni ne levavano i pezzi.

73. Levare la coda, fig., vale Pigliar baldanza, Rallegrarsi. V. CODA, § 36.

74. Levar la lepre vale Scoprirla; e si dice anco dei volatili fatti alzare a volo dai cacciatori e degli altri animali terrestri fatti sbucare. T. Prov. Tosc. 71. Uno leva la lepre, e un altro la piglia (all'uno il merito, all'altro la mercede). = Pataff. 3. (C) Levai la quaglia; e 'l tozzo ella ne porta. Lor. Med. Canz. 75. 3. Lasso! co' miei bracchetti io la levai, E del bosco la trassi Co' miei segugi. Fav. Esop. M. 143. (M.) Ecco venire cacciatori, e co' loro bracchetti ebbono levato il cerbio. E 175. Essendo giunti nella selva i cacciatori, e levato già i cani un cervio, lo cominciarono a seguitare. Bocc. Filoc. l. 5. p. 247. (Gh.) Fece una fagiana levare,…

75. T. Levar la mano a taluno, Preoccupare gli altrui disegni e discorsi e operazioni.

T. In altro senso: Il cavallo leva la mano al cavaliere; non lo possa più reggere a sua possa.

76. T. Levare la messa, Interdire il sacerdote. Savonarola. Leva la predica (facoltà di predicare).

77. T. Levare la pelle. Percuotere duramente. Prov. Le busse della mamma son ciambelle, Quelle del babbo levano la pelle.

T. Nel trasl. Con maldicenze e rimproveri crudeli malmenare.

T. Togliere con ingiustizia violenta ed anche frodolenta ad altrui il necessario. Anche le imposte levan la pelle.

78. [G.M.] Levare il pelo. Fam. per enf. Di motti acri, pungenti. Parole da levare il pelo. – Glie ne ha dette di quelle da levare il pelo. – Dá certe risposte che levano il pelo. In senso anal. diciamo: Ha una lingua che taglia e fende.

79. Levare l'animo o il cuore da checchessia, o Levarsi checchessia dal cuore vale Staccarne il pensiero o l'affetto. Pass. 254. (M.) Chi volesse di ciò sapere più cose, o per levare l'animo dalle cose del mondo e non pregiarle, o per sapere ben parlare, legga… V. CUORE, § 165. T. Levare il cuore da, è sviare dall'oggetto l'affetto, anche con fredda risoluzione e senza sforzo; Levarselo dal cuore, costa più. – Levare il pensiero da una cosa si può anche per poco; Levarsela dal pensiero, è un non curarla, un dimenticarla, o provarcisi almeno.

80. Levare la pianta, parlandosi di edificii, e sim., vale Disegnarne la pianta. Varch. Stor. 9. (C) (Niccolò scultore, e Benvenuto di Lorenzo) levando insieme amendue la pianta di Firenze,…

E fig. Buon. Fier. 4. 4. 2. (C) Di chiunque passa,… Ne formano il model, levan la pianta.

T. Nel pr. Levare il disegno, d'oggetti minori e in ispecie di figure.

81. T. Levar l'assedio, Cessar d'assediare fortezza o città.

82. [Mor.] Levar le mani d'un negozio. Condurlo a termine.

T. Sovente colla neg. Non ne potere, Non ne sapere levar le mani, dice faccenda o lunga o difficile, o che tale la creda o voglia farla parere chi la fa.

83. Levar le mense, le tavole vale Sparecchiare. T. Anche Levare i piatti, o per ell. Levare = Bocc. g. 3. f. 3. (Man.) Come levate furono le tavole, così comandò che la Lauretta una danza prendesse.

84. Levare le tende vale Partirsi gli eserciti dal luogo dove erano attendati. Bern. Orl. 1. 10. 29. (C) Forse ch'io vi farò levar le tende, Gente sol da dormir, e da ber buona. V. Levare il campo.

Onde Al levar delle tende, post. avverb., e fig., vale Alla fine del fatto. Pataff. 9. (C) Al levar delle tende parve afflitta. Morg. 23. 1. Non mi lasciar perir presso alla foce, Poichè noi siamo al levar delle tende.

In altro senso che milit. T. Prov. Tosc. 43. Al levar delle tende si conosce la festa.

85. Levar l'interdetto vale Rivocarlo. Varch. Stor. 16. 638. (M.) La fece di nuovo interdire, e così stette, senza che si celebrassero gli Ufizi Divini insino a' sei di aprile, nel qual giorno fu levato in tutto e per tutto lo 'nterdetto. T. Così Levar l'ordine, ch'altri non faccia più quel ch'era ordinato.

86. Levare mercanzie, e sim., vale Comperarle; ma per lo più indigrosso per trasportarle. Mil. M. Pol. 12. (M.) Gli mercanti di Vinegia e di Genova e d'altre parti, quindi levano loro mercatanzie. Ar. Fur. 18. 137. I naviganti uscîr nel lito adorno Chi per merce levar, chi per vedere La terra d'amor piena e di piacere.

Belc. Vit. Colomb. C. 142. (M.) Il Papa aveva levato panno bianco per vestire venticinque dei detti poveri,… Franc. Sacch. Nov. 152. Mandò per un banderajo volendo sapere quanto scarlatto avea a levare per covertarli…: subito il detto panno ebbe levato. Ambr. Furt. 4. 5. Ho fatto pensiero di levar i drappi, che mi occorrevano, da voi. Malm. 2. 27. (Gh.) T. Non si direbbe se non del comprare o prendere altrimenti tutta o quasi tutta, la quantità di cui si tratta. V. LEVATA.

Eleggere, Creare. Vit. S. Eust. 278. (M.) E levato imperadore Adriano, si reddío Eustachio il principe nell'oste con tutta la gente sua. Ricord. Malesp. cap. 72. In questo mezzo si levarono tre Papi, cioè Alberto e Agniulfo e Teodorigo.

87. Levar nome vale Acquistar riputazione, Venire in fama. Non com. T. Piuttosto Levare gran fama di sè. = Bart. Stor. It. l. 1. c. 7. (M.) Ragionando, e traendo anime a Dio, cominciò a levar nome d'uomo Apostolico,…

88. Levare seco, parlandosi di danari, vale Prenderli, Portarli con sè. Sassett. Lett. 235. (Man.) Per la lettera di Vostra Altezza ho inteso la volontà sua per disposizione delli 800 ducati che di ordine suo non ha provveduto il depositario… Leverolli meco. T. Levarsi danari, come Robe; cioè parte d'una quantità se ne toglie per farne qualche uso. Ne ho levato cento, restano novecento.

89. T. Levare uno da bottega, dal mestiere, da un'occupazione qualsiasi; Sviarnelo, Fare che smetta.

[G.M.] Levare uno dalle strade, di per le strade; Dargli un avviamento, un recapito, sì che più non sia disoccupato.

90. Levare un pianto vale Mettersi a piangere dirottamente. Non com. Fir. Disc. an. 42. (M.) Perchè ella levò subito un gran pianto.

91. [Giust.] Levar via. Togliere alcuna cosa da un luogo e recarla o metterla altrove. Om. Gre. Levò via le porte della città, e con esse salì in su la cima del monte.

92. Levar via, per Torre dal mondo. Non com. Giov. Gell. Vit. Alf. 142. (M.) Essendo uomo di grande ingegno e valoroso e pratico delle cose militari e delle civili, era stato levato via troppo per tempo.

93. Levare voce vale Sparger voce. Cron. Morell. 316. (C) Perchè egli era uomo di vile nazione, e venuto di cherichetto sì alto, l'astio vi fu grande, e levarono una voce, e' si tenea la duchessa. Din. Comp. 3. 66. Levarono una falsa voce, dicendo, che messer Corso Donati, e messer Cante de' Gabrielli da Gobbio aveano preso Arezzo per tradimento.

94. Levare o Levarla del pari, si dice per lo più del Non vincer, nè perder in giuocando.

E fig. Bern. Orl. 1. 26. (C) Parratti aver ben spesi i tuoi danari, Se questa sera ne levi del pari.

Dell'avere nè vinto nè perduto in battaglia. Malm. 8. 76. (C) Durano a battagliar forse tre ore; Poi la levaron quasi che del pari.

95. Levarla vale anche semplicemente Partire, Andar via. Franc. Sacch. 220. (M.) Parendo loro mille anni che facesse dì, per levarla. Cicogn. Stanz. 86. (Man.) Io da San Salvi, a dirvela, la levo Così bel bello, e vommene a Legnaja.

96. Levare, N. ass. e N. pass. Per Andare in su, Sollevarsi. Ar. Fur. 2. 49. (M.) Cominciò a poco a poco indi levarse, Come suol far la peregrina grue.

97. T. Moti varii. D. 1. 29. Mi saprei levar per l'aere a volo.

Levarsi a corsa, per Porsi a correre, Cominciare a correre. Vit. SS. Pad. 1. 6. (M.) Quello animale si levò a corsa, e fuggìe.

98. Per Rizzarsi in piè. Bocc. Nov. 18. 37. (C) Erasi il Conte levato… a fare onore alla figliuola, siccome a donna. Legg. Ascens. Cr. S. B. 3. Egli si levò come uno gigante a correre lo suo viaggio. Vit. SS. Pad. 2. 37. Puosesi in orazione per lui, e disse…, e poi levandosi segnollo, e rendello al padre sano. [Val.] Pucc. Cap. Vecch. 6. 294. Se s'inginocchia, non si può levare.

99. T. Azione. D. 1. 6. A seder si levò.

T. Ass., sottint. Da terra, Da giacere. Vang. Ritornò lo spirito di lei, e si levò tosto.

100. N. pass. Per Innalzarsi, Elevarsi, al pr., e al fig. Dant. Par. 33. (C) O somma luce, che tanto ti levi Da' concetti mortali,… Petr. Canz. 39. 1. Colle quai del mortale Carcer nostro intelletto al ciel si leva. E Son. 313. Senza levarmi a volo avendo io l'ali. Ar. Fur. 2. 50. (C) E venne a terra a piombo Come casca dal ciel falcon maniero, Che levar veggia l'anitra, o 'l colombo. Vit. S. Gir. 91. (M.) Subito fu veduto il B. Girolamo levare del luogo ov'egli giaceva. Belc. Vit. Colomb. C. 315. Il prese per la mano, e disse: leva su, andiamo a desinare. Dant. Inf. 24. E però leva su, vinci l'ambascia. Morg. 1. 68. (Man.) Dicea Morgante, leva' su, ronzone.

T. Liv. 335. Bene s'avvedeva che grande odio si levava di continuare il magistrato (si sarebbe levato).

101. Altro trasl. T. Giamb. St. 187. Si levò nel popolo un grido lieto.

T. Liv. 32. Si leva un grido.

Ivi. Fir. As. 303. (C) Tutto il convito lieva il romore, gridando; il Re beve, il Re beve.

102. [Camp.] Riferito ad oggetto inanimato, per Sorgere, Elevarsi. D. 3. 9. In quella parte della terra prava Italica… Si leva un colle, e non surge molt'alto. E 2. 24. Per che Virgilio e Stazio ed io, ristretti, Oltre andavam dal lato che si leva.

103. Per Uscir del letto. Dant. Inf. 24. (C) Lo villanello, a cui la roba manca, Si leva, e guarda. Bocc. Nov. 44. 10. Sopravvenne il giorno, e messer Lizio si levò. E nov. 86. 6. Fornito quello, per che levato s'era, e tornandosene…, nel letto se n'entrò. Franc. Sacch. Op. div. 60. Non siam noi i primi che ci leviamo, e gli ultimi che ci collochiamo. [Val.] Buonarr. Ajon. 3. 5. Due ore innanzi dì si son levati.

T. È ora di levarsi. – Si levano alle cinque. Prov. Tosc. 63. Chi va a letto co' cani, si leva colle pulci (mala compagnia).

[G.M.] Levarsi presto, tardi. S'è levato alle sette, alle dieci. – Levarsi a giorno, col sole (quando si leva il sole).

Fig. [G.M.] Levarsi presto; Prevenire alcuno in fare checchessia. Avrei comprato quel libro; ma egli si levò presto, più presto di me. (Lo comprò egli prima di me.)

104. T. Levarsi col Da e l'inf. Levarsi da tavola, da desinare, da cena. – Levarsi da mangiare, da dormire. – Levatosi dall'orazione.

105. Del sorgere per partirsi. Levandosi dalla Sinagoga.

T. D. 1. 32. Lévati quinci, e non mi dar più lagna (nojosa cagione di dolermi). Com. Si levi di lì. Modo tra imperioso e sprezzante.

Vit. SS. Pad. 1. 181. (C) E stando così insino a sera, non essendo le dimonia arditi di toccarlo, levossene, e tornò dentro. G. V. 9. 108. 1. Fatto fare più richieste a messer Maffeo Visconti e a' figliuoli, che si levassero dall' assedio di Genova. Guicc. Stor. 6. 278. (M.) Dalla quale, dato che vi ebbono invano un assalto, si levarono. E 17. 46. Levossi finalmente l'esercito l'ultimo giorno di ottobre dall'alloggiamento,… E 18. 80. Senza far segno o suono di levarsi, si partì con l'esercito. E 81. Non ostante che il Papa,…, avesse fatto molta instanza ch'e' soprassedesse a levarsi.

106. T. Del moversi per operare, o per cammino non breve. Vang. Lévati e prendi il fanciullo. E: Pietro levandosi corse al monumento. = Bocc. Nov. 40. 20. (C) Amico, nè parente alcuno è, che per aitarlo levato si sia, o si voglia levare.

107. Fig. Fav. Esop. M. 118. (M.) Disse la madre piacevolmente, che si levasse di tale intenzione. Franc. Sacch. Nov. 78. Non c'era modo… che non lo volesse condennare (alla colla)… Alla per fine con molte preghiere se ne levò (si lasciò piegare da quel proponimento).

108. Detto del Nascere e Apparire de' pianeti e d'ogni altra stella. Petr. Son. 112. (C) Nè così bello il Sol giammai levarsi. Pallad. Giugn. 9. var. (M.) E poi nel levarsi della canicola,… Sen. Ben. Varch. 4. 25. (C) Anche a' malvagi e rei uomini si leva il Sole.

T. Degli astri. Canto pop. tosc. Lévati su, che la luna è levata.

Levar eliaco. [Gen.] Dicesi di quella stella o di quel pianeta che il sole nascondeva per esservi vicino di troppo, e che comincia ad apparire sembrando emergere dai raggi di questo astro; parimente il Tramontare eliaco ha luogo quando un astro entra nei raggi solari e diviene invisibile.

109. Per Cominciare i venti a soffiare, i vapori a sollevarsi, e sim. Serd. Stor. 2. 59. (C) Fanno dileguare i vapori e le nebbie che si levano la mattina. E 65. Si levò rattamente un vento di tramontana.

110. [Camp.] Per fermento. Bib. Os. 7. Per lo mescolamento del fermento, infino a tanto che si fermentasse tutto, cioè, che si levasse (donec fermentaretur).

111. Per Sorgere, trasl. Cavalc. Specch. Cr. 43. var. (M.) Pareva a lui che tornasse a disonore di Moisè, se molti profeti si levassono. Sacch. Op. div. 60. Per questo misero fummo si levano a volere essere rettori. Vit. S. Gir. 9. (Man.) Molti falsi profeti e maestri bugiardi che si levano nel popolo,…

112. Per Prender l'armi a fin di combattere. Varch. Stor. lib. 2. (M.) Non ostante che il popolo si fosse dentro levato, ed avesse gagliardamente ma infelicemente combattuto. E ivi: Chiamando per nome i capitani e gridando: chi ci caccia? volle esser l'ultimo a levarsi. – Levarsi ad arme. V. ARME, § 98.

113. Per Allontanarsi. Segner. Crist. Instr. 3. 16. 16. (Man.) L'altra cagione… si è perchè non si levano da' pericoli di ricadere. T. Levarsi dalle occasioni di male.

114. [Camp.] Per Essere tralcio tratto da una pianta. D. 2. 24. Legno è più su che fu morso da Eva; E questa pianta si levò da esso.

115. Levarsi ad ira vale Adirarsi. Non com. Fav. Esop. M. 80. (M.) Il suo signore si levava ad ira, e disordinatamente il batteva.

116. Levarsi a furore vale Infuriarsi, Adirarsi. Fior. Virt. 113. (M.) Il Signore si levò uno dì a furore, e si andò a questo monastero, e trassela (la monaca) fuori per forza,…

117. Levarsi a guerra. V. GUERRA, § 73.

118. Levarsi a romore vale Cominciare a far romore, a tumultuare, a sollevarsi. Bocc. Nov. 1. 13. (C) Il popolo di questa terra…, veggendo ciò, si levarà a romore e griderà. G. V. 9. 180. 1. Non volendo assentire all'accordo, si levò a romore la città di Melano.

119. Levarsi contro alcuno, per Ribellarsi. Pass. 262. (M.) Come dunque sarà l'uomo tanto ardito, che si levi contro a Dio per superbia?

120. Levarsi contro uno. Dargli addosso, Perseguitarlo. Vit. S. Gir. 8. (M.) E voglia Dio, che a mio vituperio si levi questo matto mondo contra me, perchè io meriti d'esser lodato da Cristo.

121. Levarsi da cena, da tavola, o sim., vale Partirsi da tavola, da cena, o sim., dopo, o durante la cena, o sim. Bocc. g. 2. fin. (M.) L'ora della cena venuta,… cenarono, e da quella levati… E g. 4. fin. Infino all'ora della cena, la quale venuta…, ben serviti cenarono; e da quella levati,… E g. 5. n. 9. Andarono a tavola,…; e, levate da tavola…

122. Levarsi da checchessia, per Abbandonar checchessia, Lasciar di farlo, o di proseguirlo. [Fanf.] Stor. Pist. 147. Quelli mandarono a Pistoja per ambasciadori a pregare lo Comune che si levasse dal trattato che facea con Castruccio. = Vit. SS. Pad. 2. 286. (M.) Ma grande e orribile e diabolica cosa è non volersene (dal peccato) levare, ed essere ostinato.

123. Levarsi da, o di un pensiero, e sim. Lasciare quell'intenzione, quel pensiero. Bocc. Filoc. l. 3. p. 318. in fine. (Gh.) Ma certo di tal pensiero ti puoi levare,… Dav. Scism. 8. (C) Non trovando ragion bastevole, parve al Re e altri di levarsene da pensiero. Esop. Cod. Farn. fav. 41. p. 118. Disse alla madre piacevolmente che si levasse da tale intenzione,…

124. Levarsi d'addosso checchessia. Nel pr. T. Un vestito. E fig., vale Liberarsene, allontanandolo da sè, e sim. Bocc. Nov. 26. 9. (C) Io me l'avrei per maniera levato da dosso, che egli mai non avrebbe guatato là dove io fossi stata.

T. Levarsi da dosso una febbre, o altra malattia, che aggravi da qualche tempo.

T. Levarsi da dosso un difetto, un vizio, una passione.

125. T. Levarsi dal capo una cosa, Toglierla – Dal pensiero; Smetterne il proposito e la voglia. Modo di riprensione o di dispr. Cotesta cosa, levatevela dal capo. Non ci riuscirete mai.

T. Levare a taluno dal capo una cosa, dissuaderlo, fargliene passare la voglia, o con le buone o con le cattive. Levare il ruzzo dal capo, segnatam. con le cattive.

T. Levarsi una cosa di capo, anco Inventarla, quasi cavarla dalla fantasia propria.

126. T. Levarsi dalla bocca il pane, il cibo, Privarsene non senza incomodo proprio, per darlo ad altri, o quello o il valsente.

127. Levarsi dal servizio d'uno vale Lasciar di servir uno, partendosi dallo star con lui. Bern. Lett. 72. (Man.) Egli si è levato dal servizio di Monsignore, e sta da sua posta.

128. Levarsi d'attorno, aff. a Levarsi da dosso, fig., V. § 124. T. Levarsi d'attorno persona o cosa molesta. – Me lo son levato d'attorno, dirà una donna, quel galante seccante.

T. Levarsi le mosche d'attorno; gl'impacci, segnatam. de' provocatori. D'addosso, le cose più pesanti; D'attorno, le moleste.

129. Levarsi da una cosa vale Desistere, Cessar di farla. Cronichett. 226. E in tutto si levarono dal proponimento loro.

130. T. Levarsi da un impiccio, o sim., dice più che Levarsi d'intorno un impiccio.

131. Levarsi d'infermità. Liberarsene, Guarirne, ed entrare nello stato di convalescenza. Non com. Vulg. Ras. (cit. dalla Cr. in CONVALSCENTE). (Gh.) Il qual colore è ne' convalescenti, cioè in quelli che si levano d'infermitade.

132. Levarsi di far checchessia. Togliersi dall occupazione, dall'impegno, o sim., di far checchessia. Col Di non com. Car. Lett. 1. 12. (Gh.) Anzi mi reco a grazia ed a favore che vi piaccia che io vi scriva, e che voi, per rispondere a me, vi leviate di parlar con le intelligenze, e, come dice quel vostro, dalla mensa degli Angeli.

133. Levarsi dinanzi alcuno, Allontanarlo da sè. Fir. Luc. 1. 3. (C) Come e' resterà di darle, ella troverà sei scuse per levarselo dinanzi.

134. Dell'Uccidere. Boez. Varch. 1. 4. (C) Ma ponghiamo che gli uomini scellerati,…, avessero cagione di voler ruinare, e levarsi dinanzi anche me,… Fav. Esop. M. 44. (M.) Il serpente… di dì in dì andando per lo lago, si levava dinanzi tutte le più grasse (rane) e le più arroganti, trovando cagioni non vere a dargli morte. Giov. Gell. Vit. Alf. 21. Pensava per comodità e util suo, solamente a levarsi dinanzi Alfonso; e uccidergli amendue a un tratto era quasi che impossibile.

135. Levarsi i moscherini dal naso, fig., vale Non lasciarsi fare ingiuria. (C) [G.M.] Più com. Levarsi le mosche dal naso.

136. T. Levarsi in ajuto altrui. D. 1. 2. Ch'i' mi sia tardi al soccorso levata.

137. Levarsi in alto, fig., vale Divenire orgoglioso, Insuperbire. Giard. Cons. 179. (M.) Questa è la proprietà dell'arroganza che avvegnachè poco sappino per quello si levano in alto e insuperbiscono. Pass. 274. (M.) Oh grande stoltizia del nostro cuore, la cui superbia non puote domare materia di tanta umiltà che non si levi pure in alto, terra e cenere! E 290. Il tuo cuore s'è levato in alto. Vit. SS. Pad. t. 3. p. 60. col. 1. ediz. Man. (Gh.) Oh madre carissima, non ti levasti in alto, perchè tu fossi madre di cotale figliuolo;… Sallust. Giugur. c. 12. p. 94 e 95. ediz. fior. 1790. Ed ecco a non proviso Giugurta con non comportevole ardire, con retà (reità) e con rigoglio levandosi in alto,…

Salvin. Disc. 2. 390. (Man.) Al levarsi in altura per la prosperità ha d'uopo d'essere in qualche maniera abbassata.

† E Levarsi in altura di cuore vale lo stesso. Vit. S. Eugen. 181. (Gh.) E prendendo l'officio dell'abbate, non si levò però mai in altura di cuore.

138. Levarsi in aria. [Giust.] Grandeggiare, Innalzarsi. Om. Gre. 4. Il quale (abete) molto crescendo si leva in aria.

139. † Lasciarsi levar in barca vale Lasciarsi menar pel naso. V. BARCA, § 18.

140. Levarsi in collera vale Adirarsi. Non com. Salvin. Disc. 2. 36. (M.) S'aggiunga a questo… l'essere beffardo, o mala lingùa, livoroso e maligno, presto a levarsi in collera, e a dir male di chicchessia.

141. Levarsi incontro ad uno vale Andargli incontro. Bocc. g. 5. n. 9. (M.) La quale vedendol venire, con una donnesca piacevolezza levataglisi incontro…, disse:…

142. Levarsi in grandezza vale Divenir grande, Crescere. Bocc. Lett. Pin. Ross. 280. (M.) La malvagia pianta nel terreno grasso subitamente in maravigliosa grandezza si leva, dove umile nella più magra dimora.

143. Levarsi in ispalla checchessia. Levare checchessia, e metterselo sulle spalle. Pulc. Luig. Morg. 19. 60. (Gh.) Margutte si levò gli otri in ispalla.

144. Levarsi in superbia vale Insuperbirsi. Vit. SS. Pad. 2. 14. (C) Non ti levare in superbia, ma umíliati. Pass. 252. (M.) Quelle cose di che altri si leva in superbia. E 253. Si leva l'uomo in superbia de' beni della fortuna.

145. Levarsi la sete, per Dissetarsi. T. Prov. Tosc. 356. Levarsi la sete col presciutto, o coll'acqua salata (prendersi soddisfazioni, o cercare spedienti che aggravano il male e l'incomodo).

146. Levarsi le corna, fig. Torsi da dosso l'ignominia, il biasimo, il disonore. Bern. Orl. 1. 15. 35. (C) Corre là per levarsi quelle corna, Che tutto 'l mondo non l'aría tenuto. E 1. 25. 66. Quel che farà per levarsi le corna, Intenderete nel canto seguente.

147. Levarsi le grida vale Cominciar a gridare. Vit. S. Gir. 90. (Man.) Quivi si levò sì grande le grida e 'l romore, che ne rintronavano fino all'aria. Bocc. Nov. 32. 27. (C) Contro al quale si levaron le grida di tutti, dicendogli le più vituperose parole e la maggior villania che mai ad alcun ghiotton si dicesse.

148. † Levarsi per uno, ovvero ad uno, vale Levarsi per far riverenza. Nov. ant. 38. (M.) Paolo, quando li vide, non si levò per loro. E appresso: Quando i forestieri giungono a città, non vi levate loro? Barber. Reggim. 94. 95. (Gh.) Dicono alquanti che quando ella (fanciulla) giugne Tra buona gente che si levi a lei (cioè, dinanzi a lei).

149. Levarsi su, fig., vale Muoversi sollecitamente a fare una cosa. Vit. S. Gir. 47. (M.) Lévati su, e affréttati, dolcissimo sposo dell'anima mia (sono parole di santo Girolamo a Domeneddio).

150. Levarsi su, fig. [Camp.] Per Insuperbirsi, e sim. S. Gir. Pist. 95. Il cavaliere di Cristo cammina per la buona e mala fama e da mano dritta e da mano sinistra; nè si leva su per laude, nè per vituperazione si rompe.

151. [Camp.] Levarsi su, in morale signif. di Sollevarsi con l'animo e con la mente al di sopra d'ogni terrena cosa. D. 2. 31. Ben ti dovevi, per lo primo strale Delle cose fallaci, levar suso Diretro a me che non era più tale.

152. Levarsi su, parlando di piante, vale Innalzarsi. Cr. 2. 21. 14. (M.) Allora la pianta che si lieva su, sarà forte,…

153. T. Levarsi una voglia, più eletto di Cavarsela. Non si leva mai la voglia di lavorare, Non se ne svoglia, Non smette.

154. Non se ne poter levare colle tanaglie vale Non se ne poter levar se non con grandissima fatica, o con ogni sforzo. V. TANAGLIA. Bern. Orl. 1. 10. 2. (C) E quando ell'è di quella fina e buona, Colle tanaglie non si leveria.

155. † Nè pon, nè leva, o Nè leva, nè poni. Modo impers. che vale, Non aggiunge nè toglie, Nulla fa. Dant. Par. 80. (Man.) Presso e lontano lì nè pon, nè leva (in cielo, vicinanza o distanza non rende l'oggetto più o men visibile.

† Sassett. Lett. 120. (Man.) Hanno il volto come noi, nè leva, nè poni. (Come noi.)

E Leva, ass., nello stesso signif. Buonar. Fier. g. 4. a. 5. s. 1. p. 248. col. 1. (Gh.) Ecco il giudice: leva, scampa, scampa.

156. Levare, o Levarsi da tappeto, dicesi proverb. dell'Abbandonar l'impresa che s'ha tra mano, quando si conosce ch'ella non puo riuscire. V. TAPPETO.

157. (Mar.) [Fin.] Levar volta. Mollare, Sciogliere un nodo, Levar le volte colle quali una fune è fissata ad una caviglia, ad una tanaglia, alle bitte, ecc.

[Camp.] Levar volta ai capi, modo che significa Scioglierli. Diz. marit. mil. Levar volta ai capi vuol dire Sciogliere i capi.

[Camp.] Levarsi dalla posta, per Salpare, ecc. Diz. marit. mil. Levarsi dalla posta è quando si salpa il ferro, ed i vascelli si partono dal luoco dove sono.

[T.] In Levare domina l'idea di Levis, in Alzare di Altus: quindi il primo dice il contr. di pesante, giacente; ma la diff. del peso può essere solam. specifica; il secondo contrapponesi a Basso, e può essere con più sforzo, ma, d'ordin., più nella direzione del moto in su. Levare appena appena un corpo da terra, non è propriam. un alzarlo. Quindi congiungonsi le due idee nella locuz. Levare in alto. Senonchè, anco nel lat., i due sensi par che si scambiino; sempre però con qualcosa della originaria diff. Elevare dice più altezza; ma è men com. agl'It.; Sollevare, propriam Levare adoprando la forza di sotto in su; denota per lo più il minor grado possibile di Levare.

T. Levare il capo, è meno d'Alzarlo; nè ha comunem. il trasl. di Alzar la testa o il capo per Montare in orgoglio, Contrastare. Nel modo, Guardate e levate il capo, esprimesi l'attenzione.

T. Levar le mani, in atto d'invocazione; Alzarle, per picchiare. Ma nel sing. Levar la mano, diventa più prossimo al detto senso di Alzarla; senonchè dice un po' meno.

T. In senso supplichevole o di dolore sdegnoso, ma invocante: Levando le mani al cielo.

T. Del semplice poter muovere in su, meglio, Non poter levare un dito, dal freddo, dai dolori. In altro senso il Petr. Canz. Alzando il dito con la morte scherza.

T. Nel sing. più s'approssima all'immag. di Innalzare, ma qui suona meglio Levare, e par che denoti l'agevolezza o la prontezza del rizzar quel segnale. [Camp.] Bib. Is. 5. E leverà segno in nazioni da lungi, e sibilerà a lui dalla fine della terra. T. Meglio: Si è levato un vessillo di discordia, che Innalzato.

II. Di moto, segnatam. di quello nel quale appare più vinta la gravità naturale de' corpi. T. Levarsi in aria. – Il fumo, il vento che si leva.

Fig. T. Petr. Son. Io vo piangendo i miei passati tempi I quai spesi in amar cosa mortale Senza levarmi a volo, avendo io l'ale Per dar forse di me non bassi esempi.

T. Levarsi in piedi, Levarsi a sedere sul letto. – Levarsi da sedere. Adr. Plut. Vit. paral. X. 329. I Romani, alzate le grida, impetuosamente si levarono in piè.

T. Levarsi da letto, Da dormire. E ass. Levarsi col lume, innanzi l'alba.

Quindi degli astri. T. Prov. Tosc. 206. In ogni paese è buona stanza dove si leva il sole.

Di chi risorge da morte come dal sonno. T. Vang. Fanciulla, ti dico, levati. E: Giovanetto, ti dico, levati.

T. Levarsi a parlare, a far cosa in modo alquanto cospicuo, o che pretenda farsi cospicuo.

T. Quindi Levarsi sn, fig. Gal. Sist. 351. Qui si levano su gli avversarii di questa opinione; e pi esa questa nominata insensibilità da Copernico… – Levarsi contro. – Levarsi agli altrui danni.

T. In senso buono. Levarsi colla mente, coll'imunaginazione, col cuore, coll'eloquenza, col canto; in qualsiasi opera d'ingegno o di mano, di virtù o di va lore. – Levarsi dagli altri, dice il dipartirsene, senza immagine d'altezza molto maggiore, più chiaramente significata da Levarsi sugli altri o Sopra. L'uomo si leva sopra se stesso, superando le proprie imperfezioni, le difficoltà che la sua debolezza gli oppone, facendo oppur desiderando, cose maggiori di quelle che soleva, e che sole pareva potere.

III. E perchè i suoni si spandono in alto. T. Levare la voce.

[Ross.] Ter. 3. 14. 182. Nelle crome e semicrome non solo si usa la medesima regola delle semiminime, passando per false nel camminar di grado, ma anche si deve avvertire che nel battere e levare siano buone.

Fig. T. Si è levata una voce. – Lamenti che si levano.

Modo non com. [G.Fal.] Ben. Varch. St. Fior. 1. 60. Gli levarono subitamente addosso, secondo il costume loro, una canzone. T. Ora direbbesi, Gli cavarono una canzone, un soprannome o sim. E in parecchie locuz. pare che si commutino Levare e Cavare, giacchè per togliere cosa da luogo cavo, bisogna levarla; e cosa gravissima e difficile a cavare.

T. Fig., e dall'idea gen. di Levare e da quella di Suono. Dalla prima, Si levò in fama; dalla seconda, Levò bella fama di sè.

T. Levare rumore e Levarsi un rumore, denota sollevazione di popolo. Frase il. pur troppo. E i rumori non sono fatti, ma disfanno. – Nel primo dei due sensi fig. è la locuz. già vista Levarsi a rumore.

IV. T. S'è detto che Levare e Cavare talvolta commutansi. Quel che più comunem. Non caverebbe un ragno da un buco, Non saprebbe riuscire a nulla; anche dicono Non leverebbe.

T. Meglio però Levarsi che Cavarsi il cappello; e così d'altri vestiti, ch'è un alleggerirne se stesso, secondo l'orig. della voce. Ma quando costa più fatica, potrà cadere Cavarsi. Degli stivali, piuttosto Cavarseli, e l'arnese che serve a ciò, Cavastivali.

T. Cavadenti, la pers., sebbene diciamo Levarsi un dente, quasi alleggerirsi di quel dolore: e segnatam. di quelli che han poche barbe e facili a venir via, Levarseli, meglio.

T. Cose che l'uomo abbia addosso, oltre ai vestiti, se le leva, o altri gliele leva. Bern. Orl. 2. 4. 11. Così pian piano se gli viene accostando, E dalla cinta gli levava il brando. – Ma de' danari o sim. dicesi Cavare di tasca, perchè la tasca presenta imagine di cavità. E in questo senso, Levarli pare più facile o più destro; Cavarli, che costi più a chi li dá o a chi li prende. – Così Cavarsi di bocca una cosa, per darla ad altri, dice, più che Levarsela, il sacrifizio che costa tale astinenza, o pare che costi.

T. Cosa che togliesi da superficie piana o da luogo sporgente, non si cava, si leva. Vas. Vit. di G. Fr. Rustici. I consoli dell'arte de' mercatanti avendo fatto levare certe figuracce di marmo…

[Garg.] Levare il carniccio alle pelli, strisciandole sopra il ferro da cuojo. – Grattino, arnese per levare il riccio che il taglio del bulino lascia allo staccarsi del truciolo. T. Levare il lumacato al panno. – Levare le macchie, è più pr. che Cavarle: meglio il tosc. Smacchiatore che il Cavamacchie d'altri dial., Chi ne fa suo mestiere.

T. Ar. Fur. 3. 4. Levando intanto queste prime rudi Scaglie n'andrò collo scarpello inetto. (Qui fig.)

T. Levasi quel che ingombra, quel che resta di soprappiù. Vang. Fu levato di quel che avanzò dodici cofani di frammenti.

T. In gen. Levare una cosa da un luogo e porla in un altro; giacchè questo non si può senza sollevare o la cosa stessa o il vaso che la contiene. Levare il vin da' fiaschi, anche fig. fam. Levare l'occasione, Rompere il marcio.

T. Nel seg. aff. al senso di Detrarre. Past. Ross. Appar. e Int. Nelle imposte delle dette finestre, che, per levare il lume del giorno, dovean chiudersi, erano dipinte figure d'altezza di braccia cinque.

T. Quindi di cosa compiuta nel gen. suo diciamo che Non ci si può nulla nè aggiungere nè levare; che a levarne qualcosa o ad aggiungerci l'interezza conveniente si perde.

V. T. Anco nel fig. Levare in senso aff. a Togliere esprime meno sforzo che Cavare; come quando diciamo: Levare a uno di bocca quel ch'egli non voleva dire, intendendosi fatto con arte, e quasi senza che se ne accorga. Ma il Cavargliela di bocca, può essere con interrogazioni importune, con minaccie, con tormenti.

T. Nel fig. quel che dicono anche Cavarsene o Cavarsela, usa Levarne le gambe, uscire non infelicemente di cosa difficile, di cosa pericolosa. Levar da una cosa le mani, se lunga e faticosa, o Finirla, o anche Smettere per non ci pensare più.

T. Altri usi fig., portanti sempre idea di cosa grave. Bentiv. Nunz. Fr. III. Far levare quel sequestro che fu fatto d'ordine di Sua Maestà, in Lione e Marsiglia sopra le robe dei mercanti fiorentini. – Levar l'assedio dalla città, o gli ordinamenti violenti che nella città dominavano durante l'assedio. – Levare il corso forzoso della carta per moneta. – Levare un libro dall'indice de' proibiti.

T. Levare il figliuolo dalla scuola, dalla bottega, dagl'impieghi, quando si crede che gl'impieghi siano un impiccio, la bottega un danno, la scuola un disimparare. – Anche rifl. Levarsene, da luogo, da faccenda, da consorzio, per qualche tempo o per sempre; ma per lo più, in modo non brusco.

T. Levare uno dalla miseria, toglierlo dallo slato d'estrema povertà.

[L.B.] Fam. iron. Levar uno di miseria, togliendogli la vita, liberarlo dalle miserie del mondo. T. Levare lo scandalo.

T. Levare l'inquietudine, – Levare il dubbio. – La noia.

T. Li levai l'incomodo, fam. iron., di chi se ne va in modo brusco e sdegnoso di là dove o era o sarà ricercato.

T. Levarsi da dosso la noja. Machiav. Lett. Hanno per nimico Piero, e vorrebberlo scoprire tristo, per levarsi quello carico ch'egli hanno con il popolo di averlo inimicato.

T. Di pers. suona sempre dispregio o dispetto quand' è imperativo. Levamiti d'innanzi. – Levatevi di qui. D. 1. 52. Levati quinci, e non mi dar più lagna, Chè mal sai lusingar. – Levatevi di costì. E più ass. Levatevi! – Levati!
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Lista Verbi: lesionare, lessare « levare » levigare, liberalizzare
Vocabolario inverso (per trovare le rime): dilavare, rilavare, gravare, aggravare, riaggravare, sgravare, depravare « levare (eravel) » elevare, sopraelevare, prelevare, soprelevare, rilevare, allevare, sollevare
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