Ravanà (tra una messa e l’altra) di Luigi Pirandello (1895): – Padre Ravanà!… – lo esortò Cosimino sbalordito. – A tre onze e quindici? È matto? Digli di no! Digli subito di no! A tre onze e quindici? – balbettava padre Ravanà con le labbra tremanti, smarrito, senza sapere più quel che si facesse sull'altare. – A tre onze e quindici? Cosimino, a tre onze e quindici! Son rovinato! - Cosimino in grande imbarazzo, aiutava intanto, e spingeva quasi padre Ravanà a condurre a fine la messa, suggerendolo, rianimandolo, trasportandogli di qua e di là il messale: – Volti la pagina! volti la pagina! La consacrazione, padre Ravanà! – A tre onze e quindici, Cosimino!
Daniele Cortis di Antonio Fogazzaro (1906): Allora Cortis osservò, con un'arte suggestiva affatto nuova in lui, ch'Elena, naturalmente, si tratterrebbe a Roma, non verrebbe nel Veneto. Lao protestò contro il naturalmente. Perché naturalmente? Forse subito, forse tra qualche giorno verrebbe anche lei di certo. Cortis la vedrebbe l'indomani mattina. Allora si potrebbe fissare tutto d'accordo col signor dottore, che favorirebbe di lasciarsi vedere anche lui l'indomani mattina, all'ora solita. Cortis tornò di buon umore tanto che il medico esortò Lao a partirsene con lui perché non avesse a parlar troppo, a sovreccitarsi, e quindi forse a soffrire d'insonnia nella notte.
Agnese, o la veglia di stalla di Cesare Cantù (1878): L'uomo della Bia fu dunque posto al tormento, e lì il signor giudice, — un fior di giudice, dalle cui unghie non era mai uscito alcuno salvo; ma insieme una brava persona, pieno di pazienza e piacevolone, che diceva barzelette fin nel condannare alla morte. Il signor giudice, come dicevo, prima lo esortò colle buone a dir la verità; poi, vedendo che negava, ordinò, — Tiratelo su». |