Il partigiano Johnny di Beppe Fenoglio (1968): Il cugino non era affatto cambiato, solo un'accentuata stempiatura gli ampliava la già vasta fronte… l'abitudine militare riaffermò Johnny e lo costrinse ad immaginarsi il cugino in uniforme militare d'ufficiale, ma il ritratto non gli venne compiuto. Poteva invece vederlo, all'opposto, un istintivo, ironico opposto, ragazzino, con le sue lunghe calze nere, alte alla coscia, automaticamente, illogicamente, suggerentigli Silvio Pellico.
L'isola di Arturo di Elsa Morante (1957): - Eh, tu... sei più fortunato... di lui... - essa riaffermò, scuotendo con lentezza la testa. Automaticamente, quasi senza coscienza, s'era riaccostata a Carmine, e, certo per distrarlo dai nostri discorsi empissimi, lo faceva giocare con una fettuccia che s'era tolta dai capelli. - Tu tieni più fortuna di lui, - ripeté, - eh, che tu, chi sa quante belle donne potrai avere, nella vita tua...
Annalena Bilsini di Grazia Deledda (1927): — I tuoi ragazzi saranno andati a ballare, — disse volgendo qua e là la testa e come fiutando l'odore di famiglia che, pur nella solitudine, restava nella grande cucina ordinata e pulita. — Anch'io amavo ballare, un tempo, e lo farei volentieri ancora se l'ingresso della mia persona in una sala da ballo non sembrasse quello dell'orso. Sì, amavo ballare, — riaffermò, parlando a sé stesso; e rise, mostrando tutti i suoi denti piccoli e lucidi come quelli dei bambini; poi si rifece serio. E ad Annalena, che adesso lo guardava ripresa dalla sua coscienza tranquilla, il viso di lui ricordava il fiume, nei giorni incerti di autunno, quando le nuvole si aprono e si chiudono in cielo e dentro l'acqua. |