Utili Link |
Significato su Dizionari ed Enciclopedie online |
Hoepli | Sabatini Coletti | Treccani | Wikipedia |
Liste a cui appartiene |
Lista Terminanti con l'accento sulla a [Facinorosità, Facoltatività « * » Fagociterà, Falcerà] |
Lista Tipi di scuola [Enologica, Europea « * » Femminile, Ginnasio] |
Informazioni di base |
La parola facoltà è formata da sette lettere, tre vocali e quattro consonanti. Divisione in sillabe: fa-col-tà. È un trisillabo tronco (accento sull'ultima sillaba). |
Frasi e testi di esempio |
»» Vedi anche la pagina frasi con facoltà per una lista di esempi. |
Esempi d'uso |
|
Citazioni da opere letterarie |
Anima sola di Neera (1895): Il dolore è quando si ritrovano vecchie amicizie che il tempo ha fossilizzate in una immobilità mostruosa di mammuth. Non ci si intende più, ed essi si lagnano con una punta di ironia che sono molto cambiata. La facoltà di progredire è ben rara. Mi hanno conosciuta meschina, schiacciata sotto il mio destino che sembrava simile al loro, e non possono perdonarmi di esserne uscita. Pensano forse che li ho derubati. La proprietà pare sempre illegittima a questi Proudhon per cui il più alto ideale è il loro livello. Pena di vivere così di Luigi Pirandello (1920): Né un male, né un bene. Tutto è per lei ormai come lontano. Anche le cose più vicine. Basta che per un istante le senta vive in sé, e subito le diventano come lontane. Questa curiosità d'ora… Come se un giorno, tanti anni fa, la avesse provata… Può accettare, accogliere qualunque sofferenza, torcersi anche in uno spasimo, e non perdere mai questa facoltà di non sentirsene veramente toccare là dove il suo spirito è come immune di quanto può dare la vita di sofferenze e di spasimi. La vita in tempo di pace di Francesco Pecoraro (2013): Si alza un brusio di perplessità, quasi un'aperta disapprovazione, ma espressa sottovoce, una specie di mugugno. È il tardo autunno del Sessantasette, in facoltà circolano i documenti ciclostilati delle università del Nord, ma quello che sarà poi il movimento ancora non esiste. Ivo se n'è procurato una copia, fa molta fatica a capire un linguaggio cui non è abituato, che è politico ma non ha niente a che fare con la sua nozione di politica: la proletarizzazione del tecnico, il diritto allo studio… marx applicato al «processo di formazione della forza lavoro intellettuale». |
Giochi di Parole |
Giochi enigmistici, trasformazioni varie e curiosità. Vedi anche: Anagrammi per facoltà |
Definizioni da Cruciverba di cui è la soluzione |
|
Definizioni da Cruciverba in cui è presente |
»» Vedi tutte le definizioni |
|
Scarti |
Scarti di lettere con resto non consecutivo: fata, folta, fola, alta, cola. |
Parole con "facoltà" |
Iniziano con "facolta": facoltativa, facoltative, facoltativi, facoltativo, facoltatività, facoltativamente. |
Finiscono con "facolta": interfacoltà. |
Parole contenute in "facolta" |
col, colt, colta. Contenute all'inverso: caf, oca, loca. |
Incastri |
Si può ottenere da fata e col (FAcolTA). |
Lucchetti Riflessi |
Scartando le parti in comune (in coda e il riflesso in capo), "facoltà" si può ottenere dalle seguenti coppie: fani/incolta. |
Lucchetti Alterni |
Usando "facoltà" (*) si possono ottenere i seguenti risultati: facoltosa * = tosata; * tosata = facoltosa. |
Intarsi e sciarade alterne |
Intrecciando le lettere di "facoltà" (*) con un'altra parola si può ottenere: * scia = fascicolata. |
Definizioni da Dizionari Storici |
Vocabolario dei sinonimi della lingua italiana del 1884 |
Facoltà, Licenza, Libertà, Permissione - Facoltà è potere di fare in genere. - Licenza, potere di operare in quel dato caso. - Libertà è potere di agire o non agire, secondo il proprio criterio o arbitrio. Dio dà all'uomo la facoltà di fare, in quanto gliene fornisce la forza, i mezzi; gli ha dato la libertà di agire in bene o in male, onde fosse responsabile delle azioni proprie. Chi ha la facoltà di fare, può trasmetterne parte ad altri; chi ha la libertà o la licenza soltanto, può usarne per sè solamente; la licenza è limitata dal caso speciale, la libertà dall'abuso, la facoltà dalla forza. - La Permissione è licenza più limitata ancora: la permissione è talvolta data in modo negativo, col non opporsi all'atto. Dio permette il male perchè il bene risalti dal confronto, e perchè l'uomo impari a spese proprie. Licenza ha senso altresì di libertà sfrenata, sregolata; ma allora non è licenza data, è licenza presa da sè, abusata come di ogni altra cosa che l'uomo spinge all'eccesso: da questa licenza vien licenzioso, che pure non esprime che uno de' gravi caratteri di questa licenza. (Zecchini). [immagine] |
Permettere, Concedere, Dar facoltà, Dare licenza - Permettere, significa acconsentire che altri faccia una tal cosa, che starebbe in noi poter vietare. - Concedere è acconsentire alle preghiere di chi ci domanda una tal cosa. - Il Dare facoltà è anche senza precedente domanda o preghiera, e riguarda cose di qualche momento. - Il Dare licenza ha anche più larghezza e più libertà. [immagine] |
Potere, Potenza, Facoltà - Il Potere procede dalla libertà di operare.-La Potenza viene dalla forza.-La Facoltà viene dal diritto. «Non ho il potere di giovarvi.-La potenza di Dio è immensa.-E' nell'età minore, e non ha facoltà di disporre del suo.» [immagine] |
Dizionario dei sinonimi - Zecchini del 1860 |
Facoltà, Licenza, Libertà, Permissione - Facoltà è potere di fare in genere; licenza, potere di operare in quel dato caso; libertà è potere di agire o non agire, secondo il proprio criterio o arbitrio. Dio dà all'uomo la facoltà di fare in quanto gliene fornisce la forza, i mezzi; gli ha dato la libertà di agire in bene o in male onde fosse responsale delle azioni proprie. Chi ha la facoltà di fare, può trasmetterne parte ad altri; chi ha la libertà o la licenza soltanto, può usarne per sè solamente; la licenza è limitata dal caso speciale, la libertà dall'abuso, la facoltà dalla forza. La permissione è licenza più limitata ancora: la permissione è talvolta data in modo negativo, col non opporsi all'atto: Dio permette il male perchè il bene risalti dal confronto, e perchè l'uomo impari a spese proprie. Licenza ha senso altresì di libertà sfrenata, sregolata; ma allora non è licenza data, è licenza presa da sè, abusata come di ogni altra cosa che l'uomo spinge all'eccesso: da questa licenza vien licenzioso, che pure non esprime che uno de' gravi caratteri di questa licenza. [immagine] |
Facoltà, Potenza, Possibilità, Potestà, Forza, Balìa, Potere, Possanza, Autorità, Impero - Facoltà in generale è potenza data; in ispecie, è potenza naturale dell'uomo, fisica o intellettuale: egli ha la facoltà di digerire, di muoversi, d'imparare, di commettere, di giudicare ecc.; le potenze dell'anima sua, le forze del suo corpo sono altrettante ammirande facoltà di cui Dio lo volle dotato. Potenza è forza sufficiente a produrre un effetto, e a questo rivolta (v. Efficacia). Potestà è il potere conferito o riconosciuto in una persona: molte delle repubblichette del medio evo si eleggevano un potestà o podestà, e a quello ubbidivano; potestà appunto detto perchè era in esso il sommo potere. Il potere è l'unione della forza e del diritto, ma considerati ancora astrattamente come forza morale: perché il potere venga esercitato legalmente debb'essere in mano d'un magistrato sovrano, qualunque ei siasi. La forza è adunque la metà del potere, ne è uno degli essenziali elementi; v'ha chi ha il diritto dalla sua, ma non avendo forza sufficiente da farlo prevalere, questo cade e si disperde, se non in ragione, in effetto. La possanza pare l'esercizio ragionato, moderato della potestà, del potere: far con possanza è fare con cognizione di causa, con quella padronanza e sicurezza di ben fare che dà l'uso del comandare, del regolare, del disporre. Balìa è potere assoluto; avere in sua balìa, vale poter fare della cosa o della persona assolutamente ciò che si vuole; essere in balìa, significa essere in mano, in potere di una forza anche capricciosa e volubile, senza difesa né schermo. L'impero è quella dominazione generale sulle cose per cui dipendono dal nostro comando, dal nostro cenno; l'autorità è ne' maggiori, ne' superiori, più propriamente negli autori: ogni autorità perciò viene da Dio, autore d'ogni cosa: non v'ha autorità vera senza diritto; altrimenti è usurpata, apocrifa: l'età, l'esperienza, lo studio rendono autorevoli le parole de' vecchi, degli scienziati, delle persone alto locate pe' meriti loro. La possibilità di fare suppone che l'efficacia de' mezzi superi la difficoltà della cosa; la possibilità del succedere dipende dallo stare la cosa in quell'ordine naturale e logico, entro il cui limite si svolgono quasi necessariamente tutte le cose possibili. L'autorità senza la forza è inutile, la forza senza l'autorità può riuscire dannosa: senza potere non è potenza, potestà, possanza; essi sarebbero nomi vuoti di senso: la facoltà senza esercizio anneghittisce, s'attuta. [immagine] |
Dizionario Tommaseo-Bellini del 1865-1879 |
Facoltà - e † FACULTÀ [T.] S. f. T. Cic. Facoltà, quel ch'è mezzo a operare facilmente, o quello senza che operare non si può. – Ovvero: Potenza che rende la persona atta a efficacemente operare. Cic. Non ha facoltà a chi mancano i mezzi. Aureo lat. da Facul, più ant. di Facilis; in un'Iscr. Facoletas. Dice la potenza di fare, la quale facilmente riducesi in abito per fare più spesso e meglio. È dunque più di Potenza. (Rosm.) La giusta idea della facoltà si è quella che la fa consistere in un atto universale precedente a tutti gli atti particolari; il quale atto universale poi si specifica quando gli viene data qualche individual materia, a cui egli possa applicare, e sulla quale restringere la sua operazione. T. La facoltà è da natura, almeno in germe; coll'esercizio si attua, si svolge, si accresce. Alla disposizione naturale accenna quello di Cic. Non nell'arte o nella scienza, ma nella facoltà l'eloquenza consiste.
2. Usi gen. [Camp.] D. Conv. I. 1. Non al mio volere, ma alla mia facultade imputino ogni difetto. = M. V. pr. 1. (C) Pensai la mia piccola facultà esser debole a cotanta e tale opera eseguire. Lab. 109. Vedere adunque dovevi, amore essere una passione… dissipatrice delle terrene facultà. [Tav.] SS. PP. V. II. f. 208. Io abbo veduto in lui opere (prodigiose), le quali eccedono ogni umana facoltà. 3. Gli es. cit. concernono l'uomo; ma facoltà può dirsi che abbiano altresì dall'un lato i bruti, e, per estens., i corpi non viventi (V. § 16); dall'altro, gli spiriti superiori all'umano. In Dio, mero atto, non è facoltà. Ora, specificando, dell'uomo. T. Facoltà umane, dello spirito, corporee: intellettuali, morali. Cic. Dell'animo. [Tav.] Le facoltà umane per natura appetiscono l'atto e l'opera loro propria, quella intendo, che assegnata fu da Dio a ciascuna di esse facoltà. T. Esercitare le facoltà. 4. Specificando ancora più le facoltà umane. (Rosm.) Facoltà di sentire, essenzialmente distinta da quella d'intendere. E: Facoltà che concorrono e cooperano alla percezione intellettuale. Primo: la facoltà di sentire il sensibile; secondo: la facoltà che intuisce l'essere, il quale somministra il predicato del giudizio; terzo: la facoltà che unisce il predicato al subietto, e così mette nel giudizio la copula, o sia forma il giudizio stesso… Può chiamarsi la prima sensitività corporea; la seconda, intellettuale; e la terza, ragione o facoltà di giudicare. E: Facoltà delle idee, intelletto; facoltà del verbo, ragione. La facoltà delle idee ha per suo termine l'idea, che è universale; la facoltà del verbo fissa e determina il particolare nell'universale, cioè pronunzia, e, pronunziando, pone qualche cosa di particolare nell'universale. La facoltà del verbo dunque è la facoltà di giudicare. [Tor.] Giacomin. Nob. Lett. 1. Pare che nè più degno, nè più nobile studio possa ritrovarsi, che rendere perfetta questa più degna facoltà (l'intelletto); e, resa perfetta, occuparla nella contemplazione delle cose, e principalmente di quelle che sono altissime e nobilissime. Modi usit. T. Facoltà dell'attendere. – Facoltà di ritenere, riconoscere, richiamare le idee. – Di giudicare, di ragionare. Modi più scientif. (Rosm.) La facoltà dell'ente è il principio razionale, in quanto che egli non ha per oggetto una forma dell'ente piuttostochè un'altra, ma l'ente sotto tutte le forme nelle quali egli si comunica. E: Facoltà d'universalizzare che origina le idee. E: Facoltà integratrice dell'intendimento. E: La facoltà dei principii è la facoltà dell'applicare le idee. E: La facoltà del metodo è quella che nasce dalla riflessione, allorquando ella si eleva su tutti gli ordini speciali di riflessione per ordinarli convenientemente fra loro; e però è una cotal riflessione universale che abbraccia con uno sguardo tutte le possibili riflessioni. E: Facoltà della cognizione assoluta o trascendentale. E: La facoltà degli Archetipi è quella che spinge col pensiero qualunque essenza conosciuta all'ultima sua perfezione possibile, determinando come ella deve essere, acciocchè sia perfettissima. E: Facoltà dell'assenso. E: Facoltà dell'errore, per cui l'uomo è capace d'un'affermazione arbitraria che nega la verità, la quale affermazione perciò non è punto razionale, anzi ha una relazione di contrarietà alla ragione. 5. T. Facoltà mentali, e nel sing. Facoltà dell'ingegno, di per sè suona lode. Cic. Alcuna facoltà dell'ingeno. – Peccato ch'e' non voglia adoprare le sue nobili facoltà. = In questo senso, della possibilità d'intendere, ass. Dant. Par. 4. (C) Per questo la Scrittura condesecende A vostra facultate (al modo come voi uomini intendete le cose spirituali per mezzo delle sensibili). 6. Dell'esercizio dell'ingegno in tale o tal arte. T. Cic. Ortensio, a cui la natura largì facoltà somma di dire abbondevole. E: Facultas in dicendo T. Alleg. 168. Dite a bocca alle Muse… da mia parte,… che le dovevan dar la facultà del poetare agli alberi ed a' sassi. Nel seg., la Facoltà del parlare, l'uso dell'umana favella. Fir. As. 213. (C) E per mia fè, se io avessi avuta la facultà delle parole, che io avrei detto come l'intendeva. (Così non com.) Ma a queste parole dell'asino del Firenzuola alludono forse certi oratori quando domandano la parola. 7. D'altre discipline. A questo è passaggio l'es. T. Cic. Nel dire ornato Asclepiade non la facoltà della medicina adoprava, ma della eloquenza. = Salvin. Disc. 2. 530. (C) Abbassa ed avvilisce la legale facoltà, schiava di formole e legata a sillabe. [Cont.] G. G. Sist. I. 35. 9. Per mancamento o dell'astronomia, o delle matematiche, o di qual altra facoltà si sia, che acuisce l'ingegno alia penetrazione del vero, restano persuasi da discorsi tanto vani. [F.T-s.] Cic. Uff. Volg. 1. Ut par sis in utriusque orationis facultate (di lettere e gr. e lat. Traduce Facoltà un del trecento). Ogni Arte dicesi Facoltà, in quanto offre le norme del fare, e svolge e affina le facoltà naturali. T. Vas. IV. 1. Non lasciano esercitare i figliuoli in quelle facultà che più sono secondo il gusto loro. Ser Poi, Lett. al Bembo. Molte orrevoli Accademie, che (quali) di lettere, che di musica, disegno ed altre gentilesche (intendeva liberali) facoltà. = Buon. Fier. 1. 3. 3. (C) Io domandava che lezioni in questo vostro studio si leggono: D'umanità, di legge? D'altre scienze, d'altre nobili arti? Facultà, discipline? (La Disciplina concerne più propriam. il modo dell'apprendere e dell'insegnare; la Facoltà, il módo di fare, applicando le pratiche dell'arte ai principii della scienza.) 8. T. Siccome Arte dicesi il corpo morale di tutti quei che la esercitano; così p. e. Facoltà medica, non solam. La scienza o arte in quant'è praticata, ma I medici tutti insieme d'un dato paese. Similm. [Cors.] Pallav. Stor. Conc. 15. 7. 6. Benchè avesser proposto di levare la necessità di tal giuramento,… nondimeno il nunzio e co' brevi del papa alla città e alla facoltà teologica, e coll'efficacia de' suoi conforti, fece opera che rimanesse. T. E ass. Interrogare la facoltà, sottint. di quale scienza, quando lo dica il contesto. Quindi Il corpo de' professori che insegnano in Università o istituto sim. una disciplina scientifica; in quanto costoro dovrebbero rappresentare la Facoltà: senonchè spesso fanno difficoltà alla vera scienza, contradicendo l'uno al sentimento dell'altro, e taluni al senso comune. T. Direttore, Decano della facoltà filosofica, legale, medica, nelle università. – Facoltà di lettere. 9. Dalle cose not. e dall'orig. del voc. apparisce che Facoltà riguarda segnatam. la pratica. Quindi, nelsenso soc., Potenza e Capacità d'operare. (Rosm.) Il diritto, come facoltà, è una potestà morale e autorità d'operare; ossia è una facoltà d'operare quel ch'un vuole, protetta dalla legge morale, che ne ingiunge ad altri il rispetto. T. Quindi la Facoltà in senso soc. e civ. è direttam. da natura; o viene da patto o da concessione, o almeno da tacito assenso. Ma se non fondata in natura, non Facoltà vera, è Licenza. La Facoltà dona in gen. il titolo di fare e la capacità giuridica; alla potenza naturale può sopraggiungere nuovo positivo potere. 10. Specie varie di Facoltà nel senso not. T. Facoltà di testare. – D'amministrare i proprii beni. – Facoltà di riscattare la cosa venduta. – Facoltà di derivare acque agli usi dell'agricoltura e altri. Segner. Pred. 22. 13. Si dá loro facoltà di cavarne quali più loro piaccian, armi od armati, per risentirsi degli aggravii lor fatti. T. Facoltà di cominciare, di continuare opera qualsiasi. Anco Di smettere, di non fare, che è sovente un gran fare. T. Cic. Dar facoltà di parlare. E perchè non di tacere; se e i Lat. e noi Far silenzio? T. Era in sua facoltà di concedere. – Facoltà d'assolvere da' casi riservati. – Di predicare. 11. Verbi che concernono questo signif. T. La pers. ha tale o tale Facoltà, ha la Facoltà, più determ. che senza art., Ha facoltà. E il sim. delle locuz. Avere, coll'art., dicesi e delle facoltà corp. e intell. e. mor.; senza l'art., più comunem. delle soc. Essere in facoltà; della pers., sempre di cose soc., e senza art. T. È, Non è nella mia facoltà il fare cotesto. O ass., senza nome o inf. che segua, dicesi e del titolo legittimo, e anco della materiale possibilità. Ma coll'art. denota meglio il titolo, e quindi ha senso più propriam. soc. In questo senso anche plur. Non è nelle mie facoltà; e allora intendesi d'autotorità o di poteri più specificatamente conceduti. Questo è il signif. pr. del plur., oltre a quello d'Averi, di che al § 15. T. Cic. Fare facoltà è più che Dare; è fornirne direttam. o indirettam. i mezzi. Dopo data una facoltà alla pers., si può farle facoltà d'attuarla. – Ces. Lasciare è men di Concedere; Largire è più di Concedere e di Dare. Le leggi concedono, dánno, fanno facoltà, non Largiscono. T. Investire di facoltà straordinarie. – Togliere facoltà. T. Chiederla, Ottenerla. – Gli dura la facoltà; l'ha perduta. 12. Agg. accoppiati, e in questo signif. e anco in più gen. T. Libera facoltà. – Posto in piena facoltà. – In dice il titolo e la sua ragione; Con facoltà dice l'atto e i mezzi e il modo dell'atto. – Ampia, Amplissima facoltà. 13. Non di potenza naturale o di potere legittimo, ma di potenza da esercitarsi sopra gli altri; non com. Vas. Op. Vit. 4. 288. (Man.) Egli diede principio alla casa dei Genghi in Urbino con onore, nome e facultà. T. Cic. Sì grandi facoltà dell'ingegno, del senno, del favore. (Gratia, che era gran parte della civile potenza.) [Camp.] Com. Ces. Gran favore a sè nell'avvenire, ed all'opinione di Gallia, estimando così potenti le facultadi d'Italia apparere (facultates). 14. In senso ancora più mater., la proprietà di cose che soglionsi computare in moneta giacchè i Fr. dicono Argent fait tout. E se vero fosse che Chi ha, è, vero sarebbe che Chi ha, fa. Ciò non sempre, grazie a Dio; ma chi ha può fare certe specie di bene; sempre però minori in valore di chi non ha, a cose pari del resto. T. Prov. Tosc. 252. Le facoltà fanno parere ardito chi non è, e savio chi non sa. Cic. Veggasi che la generosità non sia maggiore delle facoltà. Guicc. Stor. Si eleggano dugento gentiluomini, dei principali della nostra gioventù, dei quali ciascuno, con quella quantità di amici e di clienti atti alle armi che tollereranno le sue facoltà, vada a Padova per stare quanto sarà necessario alla difesa di quella terra. (Accenna alle gloriose strette della Lega di Cambrai.) T. Vang. Gli ministravano delle loro facoltà. = Bocc. Nov. 30. 14. (C) Avendo in cortesia tutte le sue facultà spese. [Cors.] Pallav. Stor. Conc. 9. 9. 6. Quest'errore della povertà… non basta perchè tanti non gettino le facoltà nei vizi. T. Piev. Arl. 165. Le facoltà tutte ho finite. T. Facoltà, sing., dice il tutto insieme, e per lo più di qualche rilievo. In pochi anni s'è fatto una bella facoltà. – Ricca, grande. – E ass. Ha lasciato una facoltà (sottint. non piccola). – Le facoltà, riguarda varie specie di possessioni e diritti, ciascuno da sè. = D. Inf. 11. (C) Biscazza, e fonde la sua facultade (con prodigalità). Lasc. Rim. v. 2. p. 349. (Vian.) T. Facoltà è men di Ricchezze. Ogni possessione, per piccola che sia, forma la facoltà del tale; e (secondo l'orig. della voce) comprende anco i diritti e i titoli; e, per contrapp., i pesi. [F.T-s.] Gio. Fabr. Com. Ter. 304. 6. Tu pensavi che le tue facoltà avessero a essere assai a ambedue (Satis putabas tua bona ambobus fore). T. Gli averi riguardano più propriam. le sostanze che dánno una rendita. T. Paol. Assegnerà mercedi ai precettori, secondo la facoltà del patrimonio. Cic. Ad altri le facoltà del nostro patrimonio lasceremo. Fig. [Bern.] Aless. Citol. Lett. in dif. Non veggiamo noi che la lingua latina, in così fatti bisogni (di vocaboli), si serviva della facoltà della greca? 15. [Lamb.] Quello che francesem. Mezzi; meglio così chiamar si potrebbe. In quella casa non c'è facoltà di spendere e spandere com'e' fanno. T. Questo es. rende più chiara ragione del senso; senonchè la diff. tra Facilità e Facoltà è ben disegnata da Plin. ep. Coll'assiduità molta, acquistasi la facilità, non la facoltà, d'operare; e piuttosto temerità che coraggio. Nel senso di agevolezza e opportunità, che non è però assai com. [Camp.] Com. Ces. Quel loco era ottimamente guarnito, e di sua natura in tal forma situato, che una gran facultade alla guerra dare poteva (magnam daret facultatem). T. Cic. Di tempo. E: D'offendere. Virg. Cujus Aristaco postquam est oblata facultas (del sorprendere Proteo). Di qualsiasi atto anche meno importante, nel senso e d'agevolezza e di licenza e di possibilità in gen. Far facoltà di entrare, d'uscire, di starsene. 16. S'è accennato delle Facoltà corp. dell'uomo comuni agli altri anim.; onde T. Facoltà di vedere, di muoversi; Le facoltà della vita, Perdere l'uso delle sue facoltà. – Ma anco delle parti del corpo vivente. Lo stomaco ha la facoltà di convertire in chilo gli alimenti. D'altro che degli animali. T. Pianta che ha la facoltà di purgare. Celso chiama così la virtù de' rimedii. Sagg. nat. esp. 228. (C) Ogni materia che abbia facoltà d'attrarre. E 230. È uno di quei liquori (l'acquarzente) che nuocono alla facoltà d'attrarre. [Cont.] G. G. Sagg. IV. 193. La facoltà del telescopio, colla quale ci ci rappresenta quelli oggetti, i quali senz'esso non iscorgevamo. 17. Modi com. a parecchi de' sensi not. T. C'è, Non c'è facoltà, la facoltà. Ter. Darla. Cic. Aver facoltà di fare. Ter., col Di e l'inf. Cic. Acquistare. – Esercitare. – Usare della facoltà. dice talvolta un po' meno che La. – Limiti d'una facoltà. – Quanto consentono le mie facoltà. Ces. Togliere la facoltà. – Privarsi delle facoltà. – Menomarne, Perderne l'uso, Riprenderlo. |
Navigazione |
Parole in ordine alfabetico: facinorosamente, facinorose, facinorosi, facinorosità, facinoroso, facoceri, facocero « facoltà » facoltativa, facoltativamente, facoltative, facoltativi, facoltatività, facoltativo, facoltosa |
Parole di sette lettere: fachire, fachiri, fachiro « facoltà » fagacea, fagacee, faggeta |
Vocabolario inverso (per trovare le rime): nobiltà, ignobiltà, umiltà, viltà, civiltà, inciviltà, colta « facoltà (atlocaf) » interfacoltà, accolta, riaccolta, malaccolta, raccolta, difficoltà, incolta |
Indice parole che: iniziano con F, con FA, parole che iniziano con FAC, finiscono con A |
Dizy © 2013 - 2024 Prometheo | Informativa Privacy - Avvertenze |