I promessi sposi di Alessandro Manzoni (1840): Ma noi, co' fatti alla mano, come si suol dire, possiamo affermare che, se colui non aveva avuto parte nella sciagura di Renzo, se ne compiacque però, come se fosse opera sua, e ne trionfò co' suoi fidati, e principalmente col conte Attilio. Questo, secondo i suoi primi disegni, avrebbe dovuto a quell'ora trovarsi già in Milano; ma, alle prime notizie del tumulto, e della canaglia che girava per le strade, in tutt'altra attitudine che di ricever bastonate, aveva creduto bene di trattenersi in campagna, fino a cose quiete.
Azzurro tenebra di Giovanni Arpino (1977): «Ma lo sai che sono analcolico» rise l'altro. «O santo Alfonso Maria de' Liquori, protettore del doppio kümmel» sospirò Arp: «Non mi raccapezzolo più.» «Tu quoque?» trionfò il Vecio: «Anch'io mi sento sull'orlo del precipuzio.» Era un loro antico gioco quello di storpiare le parole, esasperando le bestialità sfuggite di bocca, durante le interviste, a tanti personaggi del mondo sportivo, presidenti e manager, allenatori e giocatori. La risata del Vecio si spense lentamente.
Leila di Antonio Fogazzaro (1910): Invece di erigere al vento la testa contento del proprio valore, l'abbassò idealmente davanti a Dio, come buon cameriere che il padrone copra di stupefatte lodi per qualche miracoloso servigio. Poi, facendosi tutt'uno col Padrone, componendosi nel cuore una verità divina a santificazione di ogni altro sentimento, trionfò dolcemente di donna Fedele, si appropriò, in certo modo, il decreto provvidenziale che la colpiva d'infermità grave perché le fosse più difficile di porre ostacolo ai disegni di lui, perché riconoscesse, nel soffrire, le proprie colpe. |