Epilogo di Federico De Roberto (1888): Il lavoro dello spirito non conosce queste tregue ristoratrici; l'attività cerebrale, una volta destata, non si può più arrestare; le idee succedono alle idee, le imagini alle imagini, secondo una legge di associazione incosciente; e la volontà non è solo impotente a frenare questo movimento, ma spesso ancora a dirigerlo. Un malessere fisico ordinariamente ne deriva, come effetto dell'afflusso del sangue al cervello, ed in questo stato irritante la stessa riparazione del sonno tarda a venire.
Un uomo finito di Giovanni Papini (1913): Non son loro i compagni delle insonnie, i confortatori delle tregue, gli animatori nelle mischie, le ombre incuoranti dei giorni migliori? Ad essi soltanto debbo lo schifo dei mediocri, l'ansietà della perfezione, l'eroica incontentabilità, i primi impulsi all'ascesa, le scale per la fuga, le picche per la rivolta, i ferri per la distruzione e la stessa idea di un più celestiale universo e di una beatitudine senza pesi e lordure.
La Storia di Elsa Morante (1974): Nei riguardi del suo segreto ebraico, essa aveva spiegato alla figlia, fino da piccolina, che gli ebrei sono un popolo predestinato dall'eternità all'odio vendicativo di tutti gli altri popoli; e che la persecuzione si accanirà sempre su di loro, pure attraverso tregue apparenti, riproducendosi sempre in eterno, secondo il loro destino prescritto. Per tali motivi, era stata lei stessa a volere Iduzza battezzata cattolica, come il padre. Il quale, per il bene di Iduzza, aveva acconsentito, benché recalcitrante: piegandosi perfino, durante la cerimonia, per gli occhi del mondo, a farsi in fretta e furia un gran segnaccio di croce. Però in privato, invero, sul conto di Dio, lui soleva citare il detto: |