Definizioni da Dizionari Storici |
Dizionario dei sinonimi - Zecchini del 1860 |
Elegante, Leggiadro, Bello, Venusto, Colto, Puro, Forbito, Terso (dello stile) - Bello è il più generale, ond'è che racchiude ogni qualità; è l'elogio intero, ma noderato, perciò vero. Elegante riesce lo stile per la sceltezza delle parole, nobili tutte ed elevate, e per la sonorità de' periodi; leggiadro per la vivacità delle immagini; venusto per quella compostezza e severità che mai lascia sfuggir cosa che offenda l'orecchio o il sentimento od il gusto; è la modestia della leggiadria per cui non perde in bellezza, nè trasmoda in nulla; colto riesce, 1° per l'importanza della materia trattata, per le notizie che racchiude, per la pienezza delle idee che ne dimostrano la ricchezza; 2° per quella certa elaborazione di periodo o sceltezza di modi e di parole che fa chiara l'attenzione usata da chi parla o scrive. Puro è lo stile, e più la lingua, che fugge quanto può i neologismi, e non ammette parola o modo straniero; terso è se evita eziandio ogni altro peccato, e purissimo sia da ogni macchia, come da arcaismo, anfibologia, solecismo ecc. Forbito, secondo me, indica un'ultima leccatura che, appunto perchè può mostrare una certa affettazione, può eziandio inchinare a difetto. [immagine] |
Chiaro, Limpido, Nitido, Terso, Netto, Splendido, Forbito, Pulito, Lucente, Lucido, Lustro, Luminoso, Brillante - «Chiaro, opposto ad oscuro: limpido, a torbido. Chiaro, illuminato d'assai luce; limpido, puro, trasparente. Nitido, lucente, nella superficie, di lume piacente. Terso, senza macchia, e più o men lucente, quasi cosa detersa. Netto, contrario di sudicio, di sporco, o misto a corpi estranei, e non opportuni». Gatti.
«Splendido, dove si parli di cose intellettuali, dice altra cosa. La chiarezza riguarda la comprensione, lo splendore riguarda l'effetto che viene dalla vivacità delle imagini». Polidori.
«Forbito si dice di superficie lucente, atta a riflettere la luce: forbito acciaro». Cioni.
Forbito dicesi specialmente delle armi, e di altri oggetti metallici. Ciò che è limpido è traversato facilmente dalla luce; di modo che più la luce passa, più la limpidezza è grande e completa. Nitido, dice squisita nettezza. Lucente è più di nitido, poichè indica nitidezza tale che riflette la luce; in cui può specchiarsi. Lucido è meno di lucente; lustro, meno di lucido. Lisciando ben bene una tavola o altro mobile diverrà lustro; dandovi su una qualche vernice a ciò appropriata lo faremo lucido; non sarà però mai lucente come un cristallo. Luminoso vale pieno di lume e dicesi di luogo aperto alla luce. Luminosa idea si dice, cioè idea che non solo è chiarissima per sè ma che dà lume abbastanza per condurre nell'esecuzione: luminoso potrebbe dunque anche significare che dà lume. Brillante, è ciò che è all'apice della lucentezza: non solo riflette la luce, ma pare ne mandi una propria: i diamanti, per antonomasia, diconsi brillanti. Terso, ciò che non ha macchia superficiale nè interna; dicesi di cristallo, vetro e simili. Netto val talvolta purgato da sozzura. Pulito indica un'ultima ripulitura, e talora dice quel non essere stato tocco, adoperato e maneggiato da altri; dicesi infatto fazzoletto, bicchiere netto e pulito. Splendido significa non solo perfetta limpidezza, ma una certa facoltà di emettere una luce sua propria, o rifletterla e riverberarla in un modo particolare. L'azione splendida è informata di tale squisita virtù, che nessuno è uso negarla o appannarla menomamente con dubbii. [immagine] |
Dizionario Tommaseo-Bellini del 1865-1879 |
Terso - Part. pass. e Agg. Da TERGERE. Tersus, in Plaut. Ov. e Plin. – Dant. Par. 3. (C) Quali per vetri trasparenti e tersi… Tornan de' nostri visi le postille. Petr. Son. 109. part. I. Tessendo un cerchio all'oro terso e crespo. [Cont.] G. G. Sag. IV. 247. Acqua la quale, imitando la natura dei corpi lisci e tersi, riflette il lume da quella parte dove si fanno gli angoli della riflessione. E Pol. II. Sia pur essa sfera di materia quanto si voglia dura come di bronzo, o di porfido, ed il piano medesimamente del cilindro terso e durissimo. [Pol.] Chiabr. Serm. 23. Rovaio Sgombra le nevi, e fa ben l'aria tersa. [C.C.] G. Gozz. Un personcino veggo In sulle gambe in mantellin di seta Terso come un cristallo: il capolino Non ha torto un capel.
2. Trattandosi di stile, o sim., dinota la proprietà delle voci, e la regolarità dei costrutti, ed equivale a Forbito, Elegante. Menz. Rim. 2. 128. (M.) Perchè il vivere eterno a quel si debbe Stil puro e terso che per lui fioriva. [Pol.] E Poet. 1. Carmi risonanti e tersi. T. Panciat. Scritt. var. 227. Sto leggendo… la Vita scritta dal Padre Angelo Galluzzi del marchese Spinola, la quale non mi strapiace, non mi parendo scritta con tersa latinità. [Cont.] Lom. Pitt. Scul. Arch. 242. Chi desidera intendere di quest'arte de' lumi, esamini bene ciò che si è detto, che vi troverà tutta la sostanza; ancora che non sia descritta con stile così forbito e terso, per non richiederlo, nè manco ammetterlo, la difficultà del soggetto. = Salvin. Disc. 2. 337. (M.) E quasi sparse gioje, dentro a un terso stile e grave, quasi in fino oro, legarle. Varch. Ercol. 287. Dice che gli darebbe il cuore di provare… l'idioma fiorentino in sè essere pessimo di tutti gli altri toscani, e il Lucchese insieme col Pisano essere più gastigato e terso di tutti gli altri. Dav. Lett. 20. (Man.) Il Petrarca sì terso e grave n'è pieno (di lingua fiorentina).
3. Aggiunto di Scrittore, vale Che usa molta proprietà ne' vocaboli, e regolarità ne' costrutti. Segner. Pred. Pref. (M.) Ho io bensì procurato nella elocuzione di mettere ogni mio studio, come ritrovo che lo posero non ordinario un Leone, un Girolamo…, e talun altro de' Padri fra noi più tersi.
4. [Val.] † Incorrotto, Inviolato, Stabile. Stradin. Son. Etr. 2. 83. Rendil al tuo Stradin, non dir di no, Se vuoi che di virtù sia terso il vezzo. |