I promessi sposi di Alessandro Manzoni (1840): Ripreso il cammino, s'andò quasi di passo al monastero, tra gli sguardi de' curiosi, che accorrevano da tutte le parti sulla strada. Al fermarsi della carrozza, davanti a quelle mura, davanti a quella porta, il cuore si strinse ancor più a Gertrude. Si smontò tra due ale di popolo, che i servitori facevano stare indietro.
Elias Portolu di Grazia Deledda (1928): Elias aiutò tranquillamente sua madre a smontare, poi smontò egli stesso, legò la cavalla e si caricò sulle spalle, una dopo l'altra, le colme bisaccie che contenevano provviste e coperte. E i Portolu, come tutti gli altri della tribù dei fondatori della chiesa, presero posto nella cumbissia maggiore. È questa cumbissia una lunghissima stanza, semibuia, rozzamente selciata, col sotto-tetto di canne. Di tratto in tratto, infisso al suolo, c'è un focolare di pietra, e sulle rozze pareti un grosso piuolo. Ognuno di questi piuoli indica il posto ereditario delle famiglie discendenti dai fondatori.
I Viceré di Federico De Roberto (1894): Il conte s'avviò per lo scalone senza curarsi della moglie né del bagaglio. Baldassarre, a capo chino, offerse il gomito alla signora contessa, ma ella smontò senza appoggiarsi. «Più bella che mai!» giudicavan le donne che le si appressavano rispettosamente, «quantunque un po' dimagrata, in verità...» La moglie del portinaio osservò anche: «Pare più afflitta lei del contino...» E con che dolce voce pregava che portassero su le valigie e i sacchi da notte, e rispondeva al: «Benvenuta, Eccellenza!» dei servi, informandosi della loro salute, domandando a Giuseppe se il suo bambino stava bene e a donna Mena se la sua figliuola s'era maritata!.... |