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Informazioni di base |
La parola senza è formata da cinque lettere, due vocali e tre consonanti. Divisione in sillabe: sèn-za. È un bisillabo piano (accento sulla penultima sillaba). |
Frasi e testi di esempio |
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Esempi d'uso |
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Citazioni da opere letterarie |
Va' dove ti porta il cuore di Susanna Tamaro (1994): Tu non avevi voluto che ti accompagnassi all'aeroporto, e ad ogni cosa che ti ricordavo di prendere mi rispondevi: «Vado in America, mica nel deserto». Sulla porta, quando ti ho gridato con la mia voce odiosamente stridula: «Abbi cura di te», senza neanche voltarti mi hai salutata dicendo: «Abbi cura di Buck e della rosa». Piogge d'autunno di Umberto Fracchia (1925): I due ragazzi lo guardarono meravigliati. Presero quell'involtino di carta, lo sfecero, e videro brillare le quattro lire d'argento. — Non basteranno? — domandò trepidante Abramo Géricon, crollando il capo. — Sì, sì basteranno! — risposero. E quello che aveva in mano le monete scappò via, e l'altro gli corse dietro, senza neppure voltarsi. Le otto montagne di Paolo Cognetti (2016): Poi in certi rari giorni di vento, in autunno o in primavera, in fondo ai viali di Milano comparivano le montagne. Succedeva dopo una curva, sopra un cavalcavia, all'improvviso, e gli occhi dei miei genitori, senza bisogno che uno indicasse all'altra, correvano subito lì. Le cime erano bianche, il cielo insolitamente azzurro, una sensazione di miracolo. |
Proverbi |
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Espressioni e Modi di Dire |
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Libri |
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Titoli di Film |
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Canzoni |
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Giochi di Parole |
Giochi enigmistici, trasformazioni varie e curiosità. Vedi anche: Anagrammi per senza |
Definizioni da Cruciverba di cui è la soluzione |
Definizioni da Cruciverba in cui è presente |
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Cambi |
Cambiando una lettera sola si possono ottenere le seguenti parole: lenza, senta. Cambiando entrambi gli estremi della parola si possono avere: lenze, renzo. |
Parole con "senza" |
Iniziano con "senza": senzadio, senzacasa, senzatetto, senzalavoro, senzapatria. |
Finiscono con "senza": assenza, cosenza, essenza, presenza, compresenza, interessenza, onnipresenza, quintessenza, cointeressenza. |
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Incastri |
Inserendo al suo interno ali si ha SaliENZA; con api si ha SapiENZA; con cad si ha ScadENZA; con uffici si ha SufficiENZA. |
Lucchetti |
Scartando le parti in comune (in coda e poi in capo), "senza" si può ottenere dalle seguenti coppie: secare/carenza, seda/danza, sega/ganza, sego/gonza, sema/manza, separa/paranza, sesta/stanza. |
Usando "senza" (*) si possono ottenere i seguenti risultati: lese * = lenza; pose * = ponza; rose * = ronza. |
Lucchetti Alterni |
Usando "senza" (*) si possono ottenere i seguenti risultati: ponza * = pose; * danza = seda; * ganza = sega; * gonza = sego; * manza = sema; * paranza = separa. |
Intarsi e sciarade alterne |
Intrecciando le lettere di "senza" (*) con un'altra parola si può ottenere: * mele = semenzale; * meli = semenzali; * enti = sentenzia; esile * = essenziale; esili * = essenziali; * offre = sofferenza; * entità = sentenziata; * equità = sequenziata; esilità * = essenzialità; esilmente * = essenzialmente. |
Definizioni da Dizionari Storici |
Vocabolario dei sinonimi della lingua italiana del 1884 |
Fallo (senza), Senza dubbio, Di certo, Certo, Certamente, Al certo, Per certo - Senza fallo accerta cosa che non fallirà alla promessa, alla speranza. - «Verrò - Anderò senza fallo.» - Senza dubbio accenna meglio alla titubanza, alla perplessità e tenta rassicurare. La verità viene senza dubbio alla perfine in chiaro; ma per quante peripezie non deve passare talvolta chi aspetta da cotesto fortunato risultamento la propria giustificazione! - Certo, quando non è aggettivo, pare sincope di Certamente; sono ambedue asseverazione di ciò che si espone. Non è mal fatto, certo, o certamente, smascherare l'ipocrita, anche con grave suo danno. - Di certo è più forte; è asseverazione più assoluta. Ve lo dico di certo, cioè ve la do per cosa certa, sicura. - Al certo ha sovente una forma come sospensiva o condizionale, che gli altri non esprimono, almeno così apertamente. Non è al certo sempre utile dire intera la verità; ma è sempre conforme al dovere, all'onore il dirla, e maggiormente quando se ne venga richiesto. - Per certo è somigliantissimo a di certo, quando sia in forma d'avverbio; ma sovente il per resta preposizione e regge allora certo come aggettivo neutro, che val cosa, fatto certo. Credo per certo, tengo, vi do per certo, cioè per cosa certa e su cui non può cadere dubbio.
(Zecchini). [immagine] |
Dizionario Tommaseo-Bellini del 1865-1879 |
Senza - e † SANZA. Preposizione che accenna mancanza di alcuna cosa. (Fanf.) Bocc. Nov. 1. g. 6. (C) Mise mano in altre novelle, e quella che cominciata avea, e mal seguita, senza finita lasciò stare. E nov. 6. g. 6. Senza dal nostro proposito deviare. Amet. 5. Ecco ch'io vaglio poco, e molto meno Sanza di te ispero di valere. E 55. Gli amorosi dardi da me allora non conosciuti sentendo nel battente petto, sanza pro lodava le mie bellezze. Dant. Par. 5. Non fa scienza, Senza lo ritenere, aver inteso. E Rim. 22. Canzon, tu vedi ben com' è sottile Quel filo a cui s'attien la mia speranza, E quel che senza questa donna io posso. Ar. Fur. 32. 99. Alla donna d'Islanda, che non sanza Molta suspizion stava di questo, Il signor disse: che serviam l'usanza Non v'ha, Donna, a parer se non onesto. Cas. Lett. 67. Non voler stare in montagna in tanta solitudine, sanza frutto, e sanza profitto alcuno.
2. Talora vale Oltre. Dant. Inf. 31. (C) E venimmo ad Anteo, che ben cinqu'alle Senza la testa, uscía fuor della grotta. G. V. 6. 50. 2. Legati ne vennono in Firenze più di tre mila, sanza quelli che messono i Lucchesi. Bocc. Nov. 10. g. 6. Aveva de' fiorini più di millantanove, senza quelli che egli aveva a dare altrui. 3. È proprio di questa particella, unita che sia al presente dell'infinito attivo, di dare ad esso la forza passiva. Dant. Purg. 6. (M.) Molti rifiutan lo comune incarco; Ma il popol suo sollecito risponde, Senza chiamare, e grida i mi sobbarco (cioè, senza essere chiamato. 4. Questa preposizione talora è seguita da un infinito, come negli esempi di sopra; talora da un Che col soggiuntivo, come al § 11; e talora in un medesimo costrutto e periodo si unisce prima in un modo poi nell'altro. Fior. S. Franc. 64. (M.) Corre alla porta, e sanza altro addimandare, o che mai eglino s'avessino veduti…, s'abbracciarono insieme. 5. Con nome dopo di sè, acquista forza di aggettivo, così Senza pietà, vale Crudele; Senza senno, Insensato; Senza sangue, Esangue; Senza mente, Pazzo. Ovid. Simint. 2. 237. (Man.) Quella si era sanza pietà. E 3. 132. Più sanza pietà che la scalpitata idra. [Cont.] Senza lettere. Illetterato. Picc. A. filos. nat. 9. v. La qual razza d'uomini tanto è più da tenere in nulla che non son coloro, che senza littere in tutto, si quietan nell'ignoranza loro,… quelli per il contrario, parendo lor di sapere quel che non sanno, fatti per ciò gonfiati dal vento dell'arroganzia, si pongono a biasmare la salda dottrina di quelli dell'ombra de i quali non son pur degni. 6. Senz'altro, talora vale Subito. Fir. Disc. an. 29. (Man.) Piacque molto al Re il consiglio di Carpigna, e lo pregò strettamente che gli desse esecuzione; il quale senz'altro se n'andò a fare quanto aveva divisato. 7. Senz'altro, posto avverb., vale Certamente, Senza dubbio, Assolutamente. Malm. 7. 2. (C) Questo ha 'l vantaggio, al mio parer, senz'altro. [G.M.] Fag. Commed. Questa lettera va alla mia suora senz'altro. 8. Senza forse, vale Certamente. Guid. G. 14. 1. (M.) Senza forse lo iscendere ci sarebbe stato più agevole. 9. Senza modo, posto avverb., vale Smisuratamente, Fuor di modo. Bocc. Nov. 5. g. 3. (C) Uomo molto ricco e savio, ed avveduto per altro, ma avarissimo senza modo. 10. Senzachè, si usa eziandio in forza di negare o di escludere. Bocc. Nov. 6. g. 2. (C) Senzachè alcuno o marinajo, o altri, se ne accorgesse, una galea di corsari sopravvenne. E nov. 8. g. 10. Senza ch'ella si accorgesse che altri… Petr. Son. 64. part. I. Basti dunque il disío, senza ch'io dica. 11. Senza che, che anche si scrive Senzachè, vale lo stesso che Oltrechè. Bocc. Nov. 1. g. 6. (C) Senzachè egli pessimamente, secondo la qualità delle persone, e gli atti che accadevano, proffereva. E nov. 10. g. 6. Senzachè egli ha alcune altre taccherelle con queste, che si taccion per lo migliore. Galat. 6. Senzachè l'altre virtù hanno mistiero di più arredi, i quali mancando, esse nulla, o poco adoperano. E 81. Senza che mostra che il convito non sia abbondevole d'intromessi. 12. Senza più, posto avverb., vale Solamente, Senz'altro. Bocc. Nov. 8. g. 9. (C) Primieramente ebbero del cece e della sorra, e appresso del pesce d'Arno fritto senza più. E parlandosi di persona, Senza più, vale Solo. Senz'altra compagnia. Bocc. Introd. (C) Le vivande delicatamente fatte vennero, e finissimi vini fûr presti, e senza più chetamente gli tre famigliari servirono le tavole. E nov. 3. g. 2. L'abate con gli due cavalieri, e con Alessandro senza più, entrarono al Papa. E Lett. Pin. Ross. 275. Se la guerra de' Lapiti non fosse suta a Peritoo, sempre averebbe estimato d'avere molti amici, dove in quella solo Teseo si trovò sanza più. Cecch. Assiuol. 5. 2. (M.) Conferii il tutto col mio Giorgetto…, e senza più mi stavo travestito a uso di serva…, aspettando… 13. [Cont.] Far senza. Operare senza bisogno d'una cosa usata d'ordinario. Danti, Comm. Radio Ors. 109. Nulla importa se abbasseremo o alzeremo la punta sua per mirare nelle valli, o ne' monti, tutte le volte che non ci vogliamo servire della calamita; sì come nel presente essempio si è fatto senza. [T.] Non da Sine etiam; ma da Absentia; presa dal lat. Abs la prima lettera. E scorciato, come Sendo dicevano per Essendo. La forma negat. accenna anch'essa all'Ente. E i Fr. hanno Absence per Privazione, Negazione. E l'idea di negazione domina in questa voce per modo fig., come In fuori, Fuorchè. Il nome diventa partic., come Eccetto e Salvo part. diventano forme avverb. Gli ant. dicevano Sanza, come noi tuttavia diciamo Doglianza. Ma Doglienza è antiq.; Senza il vivo de' due. L'avevano gli ant. altresì scorciato. T. Tes. Br. San' faglia (senza fallo); fr. Sans. Qui invece di derivarlo da Absentia, potrebbesi da Absens neut. Vit. G. Colonn. Sentia. II. Varii accoppiamenti. Col nome. T. Bart. Dan. Cin. 17. 100. Comparvero alla medesima porta le mogli de' Mandarini… non che senza le mille gale che usano ad abbellirsi; ma col capo schiettamente involto in una tovagliuola bianca. – Senza spesa. D. 3. 14. Senza termine si doglia. Qui vale veram. In eterno: ma Senza fine usasi anco per enf. o iperb. di cosa che duri molto e troppo, di numero difficile a tutto partitamente contare. III. Col Che e il verbo sogg. T. Senza che si potesse muovere. – Senza che possa venirne a capo. In questo senso sarebbe da scrivere sempre disgiunto. Senzachè, nel senso di Praeterquamquod, tutt'una voce; ell. che compiesi col pensare Senza questo che ho detto, c'è anco da dire. T. Diciamo anco Senza di questo, in accez. sim.; ma Senza di cotesto, sarebbe pesante e quasi barb. E quasi sempre o bisogna o si suole tralasciare il Di, che riesce assai più spedito. IV. Coll'inf. T. D. 1. 23. Mi riguardaron senza far parola. E 33 Guardai… senza far motto. – Sono stata quasi tutta la notte senza dormire. – Nel modo Starei senza mangiare, può intendersi che l'inf. tenga luogo di nome. V. T. Seguendo due nomi o due verbi, per lo più congiungonsi col Nè o coll'O. Senza pietà nè rispetto; Senza aiuto o conforti. Ma si può qualche volta anco coll'e, Quando non si voglia all'idea di negaz. dar tanto risalto. Altre forme di negaz. T. Senza compensi di sorte. – Senza punto speranza. – Senza punti scolari, dicesi in Tosc.; che io non ardisco nè biasimare nè approvare; ma rimarrebbe del ling. fam. al più. VI. A mod d'epit. T. Si potrebbe non lo intendere così in D. 1. 14. Senza riposo mai era la tresca Delle misere mani, trovandocisi il v. Essere; ma è più chiara forma d'epit. in. 1. 1. La bestia senza pace. E: Fame senza fine cupa. E 3. Aer senza stelle. Virg. Tristes sine sole domos. – Sine sidere noctes. – Tenuem sine viribus umbram. D. 1. 26. Del mondo seza gente (l'altro emisfero credevano inabitato). Petr. Son. 14. part. I. In guisa d'orbo senza luce. – Anno senza lavori. – Fatiche senza frutto. – Stelle senza numero. T. Potrebbesi anco nel ling. fam. Un senza vergogna. VII. Collocazioni. Con qualche parola tra mezzo. T. Senza mai posa. T. Coll'inf., ma separato da Senza. D. 2. 30. Senza degli occhi aver più conoscenza (essendo Beatrice velata, lo spirito mio) Per occulta virtù che di lei mosse D'antico amor sentì la gran potenza. E, men lontana dall'uso odierno. 1. 34. E senza cura aver d'alcun riposo Salimmo su. E 2. 28. Un'aura dolce senza mutamento Avere in sè, mi fería per la fronte. In fine di verso. T. D. 2. 21. Cosa non è che sanza Ordine senta la religione Della montagna (essa ubbidisce religiosamente a una legge). Petr. Canz. 1. part. II. E io, lasso, che senza Lei nè vita mortal nè me stesso amo. Tasso, Ger. 12. La conobbe, e restò senza E voce e moto. VIII. Acquista speciale efficacia a significare un'idea, un sentimento. T. Vang. Uno di loro (di questi gracili uccelletti) non cadrà senza il Padre vostro (senza la sua volontà, la sua imperscrutabile provvidenza; senza ch'Egli sovvenga o permetta). T. Senza impegno, modo ellitt., senza promettere, nè obbligare l'altrui promessa. Altro modo ellitt. T. Senza cerimonie. – Senza tanti discorsi. Iperb. T. Resto senza fiato, non già che il fiato veramente manchi a campare e a operare; e già per dire quelle parole ci vuole un po' di fiato. IX. T. Col Non premesso, dice più che la sempl. negazione della negazione o assenza dell'assenza; dice talvolta e assai e molto e troppo. D. 1. 32. Non senza tema a dicer mi conduco. – Libertà grande non senza gabelle. – E coll'inf. e col nome Non senza dolersi. X. Idea di quantità. [Giust.] Serd. Stor. Ind. 10. 78. Un presidio di quaranta Castigliani senza più (Solamente, Non più di così.) T. In senso differente. Vi dirò senza più, sottint. Parole, o Indugi, o sim. T. Senz'altro, ha senso aff. a Senza più; e per ell. vale non solo Certamente, Sicuramente (sottint. Senza dubbi o obbiezioni); ma anche Sùbito, Assolutamente (sottint. Senza indugio o sim.). T. Nel numerare il Senza può accostarsi al signif. di Oltre; siccome abbiam detto il Senzachè accostarsi a quello di Oltrechè. Erano quattromila senza le donne e i fanciulli (senza contarli; anco che non ci fossero loro, gli altri erano tanti). In Firenze, una famiglia che già campava con venti scudi al mese, adesso, anche a stringersi, sessanta ne spende, senza la pigione. XI. Forma ellitt., per evitare la ripetizione; ma il Senza dev'essere allora posposta al con, perchè si capisca. Prov. Tosc. 17. Il magnano tanto salta colle bolge quanto senza (abituato a portarle, non gli danno noia. Vantaggi dell'abito preso). – Non son senza, accennato già prima, la pers. o la cosa, di cui siamo privati o in tutto, o, per enf., in buona parte). XII. Ell. ancora più ass. T. È rimasto senza, sottint. Quattrini. – Ha dato tutto, è rimasto senza. – Senza non posso stare. Modi che accennano al giuoco. T. Prov. Tosc. 278. Chi ha la prima, non va senza. E: Chi prima rileva, non va senza. T. Far senza, dicesi ass. e di pers. e di cosa, che prima avevasi. – E sottint. l'accennato di sopra, O con o senza. – Ne farò senza; Chi sa contentarsi campa non scontento degli altri nè scontento di sè. |
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Parole in ordine alfabetico: sentivo, sento, sentono, sentore, sentori, senussia, senussie « senza » senzacasa, senzadio, senzalavoro, senzapatria, senzatetto, senziente, senzienti |
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