Il colibrì di Sandro Veronesi (2019): Oscar. Marco lo ha conosciuto solo pochi mesi fa, nel pieno della chemioterapia, quando è venuto a trovare Miraijin che si era trasferita a Firenze per assisterlo. Così sofferente com'era, aveva apprezzato la sua potenza, se n'era perfino giovato, perché era contagiosa. È una specie di versione maschile di Miraijin, un capo, un trascinatore – una grande speranza, anche lui, per il mondo nuovo.
La biondina di Marco Praga (1893): Oscar non l'aveva riconosciuta, poiché suo marito nulla sapeva e partiva con lui, per la Francia: forse non la riconoscerebbe in seguito: la riconoscesse, negherebbe: o, alla peggio, saprebbe comperare il suo silenzio!... Ed era corsa dalla Caradelli, poi dalla zia, a raccontare la grande novella. Alla Bianca, nell'entusiasmo della contentezza e dell'affetto, aveva detto: «Sono finite le mie pene, e le tue: io sarò tanto ricca: lo sarò anche per te!» E avevano pianto di gioia, insieme, benedicendo, insieme, al nome di James!
Le piccole libertà di Lorenza Gentile (2021): Se c'è una cosa che ho capito, è che le probabilità che i sogni si avverino sono quasi nulle. Allora perché correre incontro a una delusione, se lo si può evitare? Hanno ragione i Baci Perugina quando citano Oscar Wilde: “La felicità non è avere tutto quello che si desidera, ma desiderare quello che si ha”. La felicità è vivere una vita normale. |