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Liste a cui appartiene |
Lista Parole Monoconsonantiche [Ori, Oro « * » Orrori, Osa] |
Informazioni di base |
La parola orrore è formata da sei lettere, tre vocali e tre consonanti (tutte uguali, è monoconsonantica). In particolare risulta avere una consonante doppia: rr. Lettera maggiormente presente: erre (tre). Divisione in sillabe: or-ró-re. È un trisillabo piano (accento sulla penultima sillaba). |
Frasi e testi di esempio |
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Esempi d'uso |
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Citazioni da opere letterarie |
Demetrio Pianelli di Emilio De Marchi (1890): Il Pianelli sentì alla sua volta farsi il cuore piccino. In quel momento avrebbe dato mezzo il suo sangue per evitare una consegna, da cui doveva risultare un ammanco di mille lire. Gli faceva orrore non meno il suo pericolo che l'idea di dare a un povero diavolo già così tribolato un colpo di quella sorta. Elias Portolu di Grazia Deledda (1928): E ricadeva nel ricordo, e sentiva che oramai amava Maddalena fino alla morte, e che alla prima occasione sarebbe ricaduto; ed a questo pensiero gli si rizzavano i capelli per l'orrore. Così fece il viaggio. Oltrepassando il varco della tanca sollevò lentamente gli occhi e guardò come trasognato il paesaggio che gli si stendeva davanti, silenzioso e verde, di un triste verde invernale: le roccie, la linea del bosco, grave ed immobile sul cielo grigio, tutto gli parve mutato, tutto corrucciato contro di lui. Se questo è un uomo di Primo Levi (1947): – Sei ebreo? – gli chiedo. – Sì, ebreo polacco. – Da quanto sei in Lager? – Tre anni, – e leva tre dita. Deve essere entrato bambino, penso con orrore; d'altronde, questo significa che almeno qualcuno qui può vivere. – Qual è il tuo lavoro? – Schlosser, – risponde. Non capisco: – Eisen; Feuer, – (ferro, fuoco) insiste lui, e fa cenno colle mani come di chi batta col martello su di un'incudine. È un fabbro, dunque. |
Definizioni da Dizionari Storici |
Vocabolario dei sinonimi della lingua italiana del 1884 |
Ribrezzo, Orrore, Fare ribrezzo - Ribrezzo è sussulto di carni con senso di freddo, che si desta all'aspetto o al pensiero di cosa che forte disgusti, ripugni e spaventi; della quale suol dirsi che fa ribrezzo. - Quando la cosa è spaventevole in massimo grado, o è l'eccesso dell'umana nequizia, allora si dice che fa orrore. [immagine] |
Dizionario dei sinonimi - Zecchini del 1860 |
Oscurità, Barlume, Ombra, Buio, Tenebre, Orrore, Tenebrore, Tenebrìa, Tenebrosità - All'ombra è meno luce che dove il sole batte direttamente; l'ombra può fare oscuro alquanto, ma non produrre il buio: nell'oscurità può ancora trapelare un barlume di luce, ma nel buio sono tenebre
perfette: tenebrore dice tenebre folte; tenebrìa, tenebre persistenti; tenebrosità, il modo di essere dell'aria e del luogo nel tempo delle tenebre: nel traslato, tenebrore direi dell'animo non rischiarato dalla luce della verità; tenebrìa dello spirito, invaso dall'ignoranza e precluso all'istruzione; tenebrosità delle macchinazioni e delle opere: ma queste differenze sottilissime, e perciò le loro applicazioni, s'intende che non sono, nè puonno essere assolute. [immagine] |
Timore, Paura, Spavento, Terrore, Orrore, Apprensione, Tema, Temenza, Timidità, Timidezza, Trepidazione, Timido, Timoroso, Timorato; Temere, Timidarsi, Peritarsi - Il timore è sentimento non odioso; è anzi una specie d'amore alquanto ritroso e pavido: chi teme ama; è proverbio antico. La paura invece è tremebonda e diffidente, moti ripulsivi affatto; lo spavento è paura eccessiva; l'orrore è avversione e ripugnanza estrema: chi ha orrore del vizio, certo ha in sè una pressochè sufficiente garanzia di non lasciarvisi andare. La tema è principio di timore; la temenza è disposizione a temere, a diffidare di sè quanto e più che d'altri. La timidità è quel certo timore pudico che ci fa star addietro, non osare: il timido si astiene dalle cose che fanno chiasso, rifugge dal mettersi in pretensione, e ciò non per vero timore, ma per modestia, per umiltà; il timoroso invece teme proprio di più; in lui agisce l'apprensione di far danno ad altri o a se stesso. Timorato non si usa che in timorato di Dio, ed ha buon senso: timido invece vuol dire talora pusillanime, e timoroso, diffidente di troppo. La timidezza è proprio l'abito del temere; ma veramente tra timidità e timidezza non ci vedo gran differenza, se non che l'ultimo è meno usato. Trepidazione è timore e tremore, è affanno, è paura effettiva per cui si paventa male imminente e non facile a schivarsi. Trepidare è un temere tremando o vacillando: si teme e per sè e per altri; si teme il male, e in certi casi anco l'eccesso del bene; si è trepidanti per sè soli, o al più pe' carissimi; perché in questa sensazione più che il sentimento agisce un malessere fisico o l'apprensione di esso: perciò intrepido chi non teme, chi non trema del pericolo. Peritarsi (dal gredo peri molto, e treo io tremo, così in dizion. di Napoli) sarebbe un temer molto e a segno di tremare; ma è pià un vergognarsi, avere quel certo timore di non far bene che ha chi diffida di sè, per non saper bene, o per non avere pratica o quell'assicuranza che viene anco da coraggio naturale; è un dubitare dell'esito delle cose per causa nostra. [immagine] |
Dizionario Tommaseo-Bellini del 1865-1879 |
Orrore - S. m. Aff. al lat. aur. Horror. Spavento o eccessiva paura, che nasce da male che sia presente o quasi presente. Amm. ant. 13. 1. 8. (C) L'orrore della morte, lo pericolo del giudicio, la paura dello 'nferno mai dagli occhi del cuor tuo non lasciar dilungare. Vit. SS. Pad. 2. 190. La qual cosa vedendo quella misera, diventò tutta rigida come pietra per l'orrore e così morì. Uden. Nis. Proginn. 2. 54. (Man.) La R sempre apporta orrore, e ruvidezza e spiacevolezza.
2. Si dice anche del ribrezzo con fremito che altri sente alla vista, o narrazione di cose orrende, crudeli, paurose. Vit. SS. Pad. 2. 190. (M.) Un altro sì gravemente a piè degli occhi percossono, che tagliato il naso col labbro e denti, appena con alquanta poca di pelle esso al mento potesse ritenere, per tale che a tutti quelli che iracundavano, grande orrore faceva. Car. En. 3. 49. Ghiado mi strinse il cor; orror mi scosse Le membra tutte. E 6. 78. Orror per l'ossa e gelo Corse allor de' Trojani. Onde Avere in orrore il fare o l'udire una cosa, vale Sentire ribrezzo a farla o a udirla. G. V. 11. 3. 14. (M.) Or non aremo noi in orrore udire quelle cose? [Laz.] Anche semplicem. Averne vergogna. Coll. SS. PP. 23. 7. Nè non abbiamo in orrore, che molte cose che sono vergogna a fare, o a dire dinanzi agli uomini, non ci vergogniamo d'ordinarle nel cuore nostro in un'ora. 3. Essere un orrore, si dice d'una persona sommamente brutta o sozza, o di una cosa sommamente deforme, o difettosa nel suo genere. Sall. Catell. R. 79. (M.) Quivi è poi una camera fatta ad arcora, e a volte di pietra oscura, di tenebre e di mala puzza ripiena, e a vederla è un orrore. 4. Mettere in orrore, vale Far avere in orrore Red. Som. 35. (Man.) Egli (Amore) mi fu maestro egli in orrore Misemi ogni pensier sordido e vile. 5. Per Avversione da che che sia. Cocch. Bagn. Pis. 365. (Gh.) In quell'intervallo di tempo che corre tra il morso e l'orrore dell'acqua, che ne è l'ultimo e mortale sintoma (parla dell'idrofobia). [Laz.] Coll. SS. PP. 19. 10. Ma e' sogliono alcuni per sì lontano silenzio della solitudine insalvatichire sì fattamente, ch'al postutto hanno in orrore la compagnia degli uomini. E appresso: Credono che questa sia la somma della loro virtù… che fuggano solamente ed abbiano in orrore gli sguardi degli uomini. E 20. 1. Affaticandosi in certi lavorii di necessità, e' quali per orrore erano schifati da tutti gli altri frati. 6. Per Abbominazione. Pass. 66. (C) La penitenzia schifa l'avarizia, e ha in orrore la lussuria. Vit. SS. Pad. 2. 322. Credo veramente che ti venga puzza, e orrore di tanti mali. 7. Orrore, per Oscurità, Tenebrosità. Petr. Son. 124. part. I. (C) Raro un silenzio, un solitario orrore D'ombrosa selva mai tanto mi piacque. E son. 8. part. II. Poichè la vista angelica serena Per subita partenza in gran dolore Lasciata ha l'alma, e 'n tenebroso orrore, Cerco, parlando, d'allentar mia pena. Bemb. Asol. 1. 12. Col mormorio dell'acque, che c'invitano a ragionare, e coll'orrore di quest'ombre, che ci ascoltano, disponti tu a dir di quello, che a te più giova che si ragioni. Car. Lett. 1. 32. (Man.) Oltre che 'l loco tutto è spazioso e proporzionato, ha… un pergolato di viti sforzato e denso tanto, che per l'altezza ha dell'aria assai, e per la spessezza ha d'un opaco, e d'un orrore, che tiene insieme del ritirato e del venerando. 8. Per quell'agitazione e occupamento dell'animo che si prova alla presenza d'oggetti che comandano l'altrui venerazione. Bemb. Asol. l. 3. p. 234. (Gh.) La credenza che io vi recai della sua santità divenne senza fine maggiore; e così tutto d'orrore e di riverenza pieno, come esso tacque, Ben vegg'io dissi,… Magal. Lett. Ateis. 1. 300. Nè essersi… accostati all'ara… con quel religioso orrore che inspirar dée la Deità che vi presiede. [T.] Senso corp. T. Girol. La luce ammessa di sopra tempera l'orror delle tenebre. Vas. Vit. 8. 26. Orrore della prigione. Anche plur. [Cors.] Varch. Lez. 1. 237 In questo monte pieno di rupi scoscese e d'orrori, era il tempio d'Apollo Delfico. II. T. Senso d'orrore. Moto di. – Un brivido d'orrore. – Rabbrividir per orrore. – Fremito d'orrore, e più. [Pol.] Monti, Basvil. 1. Fremè d'orror, di doglia generosa Allo spettacol fero e miserando. T. Grido d'orrore. Altro senso d'orrore meram. corp. T. Magal. Lett. Orrori del petto. Un francese per celia: Je suis dans les horreurs de la digestion. III. Anco del sentimento destato dalla memoria o dal pensiero di cose lontane. T. Quando penso alle cose passate, mi fanno orrore. – Un mod. Questa idea gli mise tale un orrore per tutta l'anima. – Preso d'orrore, Compreso, e più. – Incutere orrore. – Ispirare orrore; quando l'orrore è salutare, di cosa non buona. T. D. 1. 3. Io che avea d'orror la testa cinta (al primo sentire il tumulto de' pianti e de' guai infernali aggirantisi per il buio). Virg. Aen. 2. 559. At me tum primum saevus circumstetit horror; Al vedere il reciso capo di Priamo, pensando Enea al padre proprio. Però credo abbiasi a leggere horror, non error, che qui non ha luogo, e direbbe meno. Segner. Pred. 1. 4. Si colmò Anastasio di profondissimo orrore (Colmarsi e Profondo, impr.). IV. Anche senso abit. segnatam. mor. T. La detestazione comincia da forte disapprovazione, per io più manifestata in parole almeno, e finisce con l'orrore. – Lo narrò con orrore. – Avere in orrore, dice appunto l'avversione abit. Pallav. Ben. 4. 50. Maggior orrore hanno del biasimo che della pena. – Orrore per il sangue. Sebbene possa intendersi Per cagione del sangue, Eccitato dalla vista o dal pensiero del sangue, inteso il Per in senso di Da, pure più pr. e spedito sarebbe Orrore del sangue.Così del male, di tale o tal vizio; e anco in senso corp. V. T. Gli ant. Fisici spiegavano certi fenomeni con questo che La natura ha orrore del vuoto. Vero nel senso mor., perchè il male è vuoto, vuoto la noia. VI. T. Sacro orrore, ispirato da luoghi che compongono i sensi e l'animo a raccoglimento; o da riverenza umile e quasi religiosa. Riverenza e Verecondia da Vereor; e Metus in Virg. Tema religiosa senza paura; e diciamo: Chi ama, teme. QuindiTimore di Dio; ma gli dei non fece il timore. VIII. La causa del sentimento. Talune delle locuz. not. accennano a questo. [Pol.] Fortig. Ricciard. 25. 35. E l'aria empì di spaventoso orrore. T. Un mod. Lo spavento e l'orror de' corpi morti. Può esserci Orrore senza Spavento: può esserciSpavento senza Orrore; come quando il Petr. Canz. 11. 5. part. I. Quante volte diss'io Allor pien di spavento: Costei per fermo nacque in paradiso. In sim. senso di stupore pensoso, S. Agost. Horrori mihi erat ingenium illud. In it. non reggerebbe; ma sì: Quell'ingegno mi faceva spavento, mi dava terrore. T. Storia d'orrore. Mont. Aristod. È questo L'ultimo orror che dal mio labbro intendi. IX. Senso mor. insieme e soc. T. Orrore della barbarie. – Gli orrori della guerra civile Pallav. Ben. 4. 71. Fra gli orrori dell'ardente sua patria. X. Modi com. a parecchi de' sensi not. T. In quell'orrore. – Fra quegli orrori. T. Pien d'orrore, e il luogo e la pers.: di questo Orrore e de' sensi e dell'animo e del pensiero. Cecch. Vit. Att. e contempl., prol. (dice la Conversione personif.) Questo manto d'orrore Ben puote a voi mostrar qual sia lo stato D'uom che vive ribello al Re del cielo; E come sia tra cieco orrore involta L'anima che, lasciando il bel sentiero… [L.B.] Fam. iperb. Costa un orrore, Spesa da inorridire. T. La borsa ha orrore del vuoto. – Pesa che è un orrore. L'avaro non lo direbbe mai. Il Fisco italiano non c'è pericolo che lo dica. T. È un orrore, la pers., la cosa, l'aspetto, il pensiero. Per iperb. pers. brutta È un orrore. Brutta tragedia, cosa noiosa. È un orrore. – Che orrore! E per iron. a chi si duole o s'irrita o si scandalizza di poco: Che orrore! a un principe han dato dell'imbecille! |
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