Sulle frontiere del Far-West di Emilio Salgari (1908): I quattro uomini, dopo d'aver condotti i cavalli al riparo dall'acqua, accesero senza troppe difficoltà un allegro falò e misero ad arrostire uno dei due zamponi d'orso, essendo più che sufficiente per nutrirli abbondantemente, poi fecero un giro dietro le muraglie crollanti della Missione, temendo un improvviso assalto da parte dei lupi, le cui urla lugubri echeggiavano sempre nella vicina foresta, mescolandosi agli ululati del tornado ed agli scrosci della pioggia.
Canne al vento di Grazia Deledda (1913): L'erba rinasceva lungo i muri delle case deserte. Un silenzio dolce profondo avvolgeva tutte le cose; nuvole gialle si affacciavano stupite sul Monte umido, e dall'alto del paese, davanti al portone delle dame, si vedeva la pianura coperta di giunchi dorati, e il fiume verde fra isole di sabbia bianca. Il silenzio era tale che s'udivano le donne a sbattere i panni laggiù, sotto il pino solitario della riva. La vecchia Pottoi ferma sulla sua soglia guardava, con una mano appoggiata al muro e l'altra sopra gli occhi: sembrava decrepita, piccola, con i gioielli ancora più vistosi e lugubri sul suo corpo ischeletrito.
Piccolo mondo antico di Antonio Fogazzaro (1896): I pranzi di casa Maironi erano sempre lugubri e questo accennava ad esserlo anche più del solito. Per compenso era pure molto più fino. Pasotti e il Puria si guardavano spesso, mangiando, per esprimere ammirazione e quasi per congratularsi a vicenda del godimento squisito, e se mai qualche occhiata di Pasotti sfuggiva al Puria, la signora Barborin, vicina di quest'ultimo, lo avvertiva con un timido tocco del gomito. |
- Il 16 ottobre 2013, il quotidiano La Repubblica, in un articolo sul genere horror che, a Hollywood, dilaga sia al cinema che in televisione, scrive: "In un giorno solo, 13 makeup artists possono trascorrere circa 5 ore del loro tempo a trasformare una cricca d'attori piuttosto bellocci in figure lugubri e grottesche, che il pubblico stenterà a dimenticare".
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