Arabella di Emilio De Marchi (1888): Svoltato appena l'angolo, era stata ravvisata dall'Angiolina, che a vederla, fu presa da una nuova idea. Lasciato il posto, dove sbraitava all'aria, l'ortolana andò incontro alla moglie di Lorenzo Maccagno, che veniva rallentando il passo, coll'animo sospeso allo spettacolo della folla insolita che ingombrava la strada, le piombò subitamente addosso come un'aquila che ghermisce una tortora, e presala per un lembo del vestito cominciò a chiamarla ladra, moglie di ladri, nuora di ladri, manutengola...
La Storia di Elsa Morante (1974): In questo stato, giunto alla città di Roma, usò del suo permesso pomeridiano per buttarsi solo, a caso, nelle strade prossime alla caserma dove avevano sistemato il suo convoglio per la sosta. E capitò nel quartiere di San Lorenzo senza nessuna scelta, come un imputato accerchiato dalle guardie che, oramai, della sua ultima libertà irrisoria non sa più che farsene, meno che d'uno straccio.
Il Santo di Antonio Fogazzaro (1905): Sostarono a riposare sul prato di S. Giovanni che parte quel di Subiaco da quel di Jenne. Il Beato Lorenzo, bianco sotto lo scoglio ferrigno, li guardava alle spalle oramai, dall'alto. Lumi di sole, rotte le nuvole, doravano i monti, e la piccola compagnia, pensando alla costa bruciata di Jenne, si rimetteva in cammino quando la incontrò il medico di Jenne che riconobbe Maria per averla veduta, tempo addietro, in casa di un collega di Subiaco. Salutò, trattenne la sua mula, sorridendo. |