Il partigiano Johnny di Beppe Fenoglio (1968): A sera, le nubi basse e spesse facevano banchisa in cielo, dalla stanza terrena uscì il fascista, avanti tra lo spagnolo armato della sua invidiata Llama ed un partigiano inerme, contadino senz'altro, con la sicura incombenza della fossa. Il contadino cozzonava avanti il fascista come un animale, ma con leggerezza e consapevolezza. Presero per il basso, verso la petraia franante su Monesiglio. Poi non si udirono detonazioni, ma poi si interpretò che il colpo della Llama era coinciso con lo scocco dell'Ave al campanile.
Senilità di Italo Svevo (1898): Margherita si pose fra Stefano e Emilio; Angiolina sedette l'ultima in faccia a lei e, ancora in piedi, rivolse un'occhiata strana al Balli. Ad Emilio parve di sfida, ma lo scultore l'interpretò meglio: — Cara Angiolina, — le disse senza complimenti, — ella mi guarda così sperando ch'io trovi bello anche il suo naso, ma non serve. Il suo naso dovrebbe essere fatto così. — Segnò sul tavolo, col dito bagnato nella birra, la curva che egli voleva, una linea grossa che sarebbe stato difficile figurarsi su un naso.
Il re nero di Maico Morellini (2011): — Venne chiamato "Il Bosco della Memoria". All'inizio, la gente della Polis apprezzò il gesto. Lo interpretò come un modo per chiedere scusa, per ricordare le vittime innocenti della Crisi. Poi Scacchi rivelò il significato che lui gli aveva dato: un anonimo limbo nel quale rinchiudere tutti i caduti, privi del loro nome. Divenne "Il Purgatorio", nel quale i morti per mano dei Dissonanti sono imprigionati per l'eternità, colpevoli di essere soltanto umani in una società di demoni e dei. |