Talento, Talenti, Ingegno, Genio, Un genio, Un uomo di genio, Ingegnetto, Ingegnino, Ingegnuccio - Il talento è propriamente la disposizione ad imparare, e poi quella di trar profitto delle cose imparate; i talenti sono questa disposizione naturale ad imparare più cose; ma sì questi che quello si scambiano nel comune linguaggio per le cose stesse imparate: d'un famoso avvocato, d'un celebre medico si dirà: che uomo di talento! ovvero: è una persona di molti talenti, se le sue cognizioni versano, come di ragione, su molti rami della scienza. L'ingegno è facoltà più attiva; col talento si ricevono le cognizioni; coll'ingegno si penetra nella scienza, vi s'addentra e si rende proficua; l'ingegno s'ingegna proprio a superare le difficoltà, a trarre se non la scintilla vivificatrice dall'accozzamento delle idee, il che è proprio del genio, la forma almeno, la prestanza, la grazia; nobilissimi accessorii. L'ingegno non è il genio che è facoltà creatrice, ma è della sua famiglia: esser un genio è dato a pochissimi, talchè essere un uomo d'ingegno è tuttavia bella lode. Il genio, si vede chiaro, è la facoltà; un genio è l'uomo che ne è dotato; però come questa facoltà ha da essere intensa per essere feconda, è eziandio esclusiva; e un genio nelle arti come Michelangelo, o in un'arte sola come Rossini, o nella guerra come Napoleone, non s'intenderà forse di finanze, o di amministrazione, o di musica. Ingegnetto è diminutivo; sarà ingegno versante su cose di poco momento; ingegnino è vezzeggiativo; potrebb'essere ingegno nascente, esordiente, e più penetrante ancora che capace; ingegnuccio è ingegno di poca levatura, magro e scarso; eppure non privo talora di qualche vista o concetto, perchè la parola ingegno è così ricca e promettente che anche nella forma più modesta par sempre dica qualche cosa. [immagine] |