Il nostro padrone di Grazia Deledda (1920): Mentre scendeva il sentiero alle falde del Monte, incontrò alcune donnicciuole che si recavano ad ascoltar la messa nella chiesetta dell'Orthobene. Erano quasi tutte vecchie, e salivano pregando; ed egli non badò a loro, ma allo svolto dell'ultimo tratto di sentiero si fermò sgradevolmente sorpreso: la maestra Saju, grande e imponente anche in quella solennità di paesaggio, coi lembi del fazzoletto nero gittati dietro gli omeri e il rosario in mano, saliva il sentiero.
Daniele Cortis di Antonio Fogazzaro (1906): Nello stesso momento Elena si sentì correre un brivido nella persona, pensò alle febbri, a una pace possibile e desiderabile, alle parole marmoree dei Cappuccini: «pulvis, cinis et nihil.» Tornando verso Roma si vedeva davanti, un po' a destra, la luna falcata cader sui cipressi di villa Albani, sentiva tratto tratto, lungo i giardini, un odore acuto di magnolie. Vicino a porta Pia incontrò un cavaliere e un'amazzone, giovani, belli sui loro cavalli focosi. A lei le voci della sera parlavano di tristezza, ma quanto dolcemente non dovevano parlare agli altri d'amore!
La Storia di Elsa Morante (1974): Di lavorare non se la sentiva. Viveva alla giornata di furti casuali, senza mai far lega con altri ladri. Vegetava, così, al margine anche di questa società; e non essendo per sua natura furbo, assai spesso veniva cacciato al carcere di Regina Coeli dove passava, entrando e uscendo, parecchi mesi dell'anno. Poi, da quando incontrò Santina, negli intervalli campava in parte su costei. |