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Significato su Dizionari ed Enciclopedie online |
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Informazioni di base |
La parola idioma è formata da sei lettere, quattro vocali e due consonanti. Divisione in sillabe: i-diò-ma. È un trisillabo piano (accento sulla penultima sillaba). |
Frasi e testi di esempio |
»» Vedi anche la pagina frasi con idioma per una lista di esempi. |
Esempi d'uso |
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Citazioni da opere letterarie |
Le rondini di Montecassino di Helena Janeczek (2010): «Mein Vater hat in der Schweiz studiert.» Ci sediamo continuando a parlare la lingua del padre. Non è lo strumento di comando dei carnefici, ma l'idioma rispettabile acquisito in Svizzera grazie al numero chiuso con cui veniva limitato agli ebrei l'accesso alle università polacche, trasformando spesso in pieni cosmopoliti di ottima formazione coloro che ci si era prefissato di emarginare. L’avventura di un povero crociato di Franco Cardini (1997): Mathilda, Dei gratia si quid est. Lei si firmava così; suonano così le sue sottoscrizioni ai documenti solenni. I dotti la chiamavamo ora Mathilda, ora Mathildis; per la gente d'Oltralpe era la «Margravia», com'essi traducevano, storpiandolo nel loro barbaro idioma, il titolo di marchionissa che gl'italici rendono col termine «marchesa». Ma non era cosa rara sentirla chiamare, in Toscana, anche duchessa, secondo il vecchio uso longobardo. Daniele Cortis di Antonio Fogazzaro (1906): Partirò presto per Villascura dove mi godrò le vacanze di carnevale nella neve, probabilmente. Ma prima mi tratterrò in città un paio di giorni con tua madre e tuo zio, che sta sempre, scrivono, allo stesso punto. Sai chi mi parla spesso di te? Il buon Clenezzi che vedo qualche sera in casa D. Non posso incontrarlo una volta, neppure per via, senza che mi dica nel suo particolare idioma di confidenza, un quarto italiano e tre quarti bergamasco: «E ixe? Ha notissie?» È un gran caro uomo, la perla del Senato. Addio, Elena. Come vedi, non ti ho risparmiate le chiacchiere. Ora fammi tu saper qualche cosa di te. Ti stringo cordialmente la mano. |
Giochi di Parole |
Giochi enigmistici, trasformazioni varie e curiosità. Vedi anche: Anagrammi per idioma |
Definizioni da Cruciverba di cui è la soluzione |
Definizioni da Cruciverba in cui è presente |
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Cambi |
Cambiando una lettera sola si possono ottenere le seguenti parole: idiomi, idiota, idroma. |
Scarti |
Scarti di lettere con resto non consecutivo: dima, doma. |
Parole con "idioma" |
Iniziano con "idioma": idiomatica, idiomatici, idiomatico, idiomatiche, idiomatismi, idiomatismo, idiomatizzare, idiomaticamente. |
Parole contenute in "idioma" |
dio, idi. Contenute all'inverso: amo, oidi. |
Lucchetti |
Scartando le parti in comune (in coda e poi in capo), "idioma" si può ottenere dalle seguenti coppie: idioblasto/blastoma, idiofone/fonema, idiote/tema. |
Usando "idioma" (*) si possono ottenere i seguenti risultati: aridi * = aroma; gridi * = groma; * mate = idiote; lipidi * = lipoma; stridi * = stroma; timidi * = timoma; sifilidi * = sifiloma. |
Lucchetti Riflessi |
Usando "idioma" (*) si possono ottenere i seguenti risultati: aloidi * = alma; geoidi * = gema; toroidi * = torma. |
Cerniere |
Scartando le parti in comune (prima in capo e poi in coda), "idioma" si può ottenere dalle seguenti coppie: lidio/mal. |
Lucchetti Alterni |
Scartando le parti in comune (in coda oppure in capo), "idioma" si può ottenere dalle seguenti coppie: idiote/mate. |
Usando "idioma" (*) si possono ottenere i seguenti risultati: aroma * = aridi; groma * = gridi; * tema = idiote; lipoma * = lipidi; stroma * = stridi; timoma * = timidi; idiomorfe * = morfema; * fonema = idiofone; sifiloma * = sifilidi; * morfema = idiomorfe. |
Definizioni da Dizionari Storici |
Vocabolario grammaticale della lingua italiana del 1869 |
Idioma - Benchè questa voce significhi anche lingua in generale, vale più propriamente il linguaggio particolare di qualche provincia; ed erra perciò chi l'adopera in pulita scrittura in luogo di lingua, credendo di crescerle eleganza.
Un idioma è una lingua considerata sopratutto in ciò ch'essa ha di speciale alla nazione, che la parla. I giri singolari, le espressioni particolari a tale o tal altro popolo, e che caratterizzano la sua lingua, la fanno distinguere come idioma da tutti gl'idiomi vicini; ed è per questo che si dà il nome d'idiotismi a' giri d'elocuzione, che son proprii di siffatto idioma. Quando in una lingua, dice in proposito il Tommasèo, si considera la particolare indole sua, in quanto essa ha di proprio e differente dalle altre, si dice meglio idioma. Idioma è men generico di lingua, perchè riguarda la proprietà d'una lingua in paragone d'un'altra. Però si chiamano Idiotismi i modi proprii d'una lingua, che sono più specialmente della nativa indole sua, che fanno talvolta anomalìa dalle norme della grammatica generale. (Tommasèo. op. cit.). [immagine] |
Vocabolario dei sinonimi della lingua italiana del 1884 |
Lingua, Linguaggio, Idioma, Favella, Loquela, Parlatura, Parlata - Lingua è la serie delle parole che sono adoperate nel medesimo senso da un popolo, e costruite nel modo medesimo, per significare i suoi pensieri. - Linguaggio comprende tutti i possibili modi di significare il pensiero. - Idioma è meno generico di Lingua, e riguarda la proprietà di una lingua in paragone di un'altra. - Favella è la facoltà, che naturalmente ha l'uomo, di parlare, e il modo come parla, per rispetto alla forma e a' concetti: lo stesso presso a poco significa la voce Loquela, salvo che essa considera il puro atto e non la forma. - Parlatura è il modo speciale, col quale si parla nelle diverse parti di una stessa provincia, rispetto all'alterare più o meno le forme e la pronunzia della lingua comune, che più spesso si dice Parlata. (Vedi num. 912). [immagine] |
Dizionario dei sinonimi - Zecchini del 1860 |
Linguaggio, Lingua, Idioma, Favella, Dialetto, Gergo, Loquela, Locuzione - Linguaggio, può dirsi ogni qualunque mezzo con cui l’uomo ottiene di spiegare i suoi concetti, sia di segni, di gesti, di parole: il linguaggio degli occhi, quello del cuore è sovente citato da romanzieri e da poeti: lingua veramente può dirsi quella che ha parola o frase appropriata ad esprimere qualunque idea, e che ha regole fisse; cioè vocabolario e grammatica. Se non ha ogni parola necessaria, se è retta da poche e insufficienti regole, o da particolari convenzioni, se non è parlata che da pochi o da soli iniziati, non è che un povero gergo. Le lingue vive son parlate da popoli intieri e da nazioni; le linque morte lo furono. Idioma, dal greco idios, è proprio il linguaggio particolare di una nazione; direi quasi l’insieme della lingua e de’ dialetti che ne promanano. Favella è il dono che ha l’uomo di parlare, articolando parole; la loquela è proprio la facoltà di parlare, cioè di muovere speditamente la lingua; la loquela riguarda il moto materiale della lingua che parla; la favella le parole che dice ispirate dall’intelletto che in sì fatta guisa esprime i suoi raziocinii, i concepimenti suoi; la favella, come l’intelletto e la ragione, sono i principali e generali caratteri che più distinguono l’uomo dagli altri animali: i muti sono privi della favella, pure, mercè le cure dell’abate de l’Epée, dell’abate Sicard, dell’abate Assarotti, tre ecclesiastici, or sono dotati d’un linguaggio che equivale ad una lingua, e in una lingua o più si esprimono e scrivono. Locuzione è termine grammatico o rettorico. Vediamo la figliazione delle parole e delle idee, locuzione, elocuzione, eloquenza; la locuzione riguarda la lingua come arte: le cattive elocuzioni imbastardiscono la lingua. I dialetti sono figli delle lingue: più ritengono in sè de’ caratteri della lingua madre quanto più la popolazione cui servono è vicina al centro nel quale essa lingua madre si parla: mano a mano che se ne allontanano, più se ne discostano nelle forme, ne’ modi, e più vi si rinvengono caratteri dell’altra lingua al cui centro si vanno avvicinando: pigliamo per esempio il dialetto genovese e il piemontese; il primo ha in sè molti più elementi dell’italiano, il secondo moltissimi già del francese, a cui la posizione geografica del paese lo avvicina: da Firenze a Genova mano a mano il dialetto si trasforma; da Genova a Torino assume mano a mano altri caratteri. [immagine] |
Dizionario Tommaseo-Bellini del 1865-1879 |
† Idioma - [T.] S. f. V. IDIOMA, § 4 e 5. |
Idioma - o † IDIÒMATE, e forse † IDIÒMATO S. m. e † LA IDIOMA S. f. [T.] Lingua propria a una nazione, o a parte di quella. Il gr. ̓Ιδίωμα ha senso gen. di Proprietà L'idea che distingue questo voc. dunque essendo quella di proprietà, non ha tutti i sensi di Lingua; e non ha uso se non nelle scritture che tengono del letter. T. Lat. è in Caris. – Trisill. nell'Ar. Fur. 46. 15. Bembo, che 'l puro e dolce idioma nostro (della lingua di tutta una nazione, non è forse pr.). Più comunem. quadrisill. L'Alf. del tosc. L'idïoma gentil, sonante e puro. Fosc. Sep. I parenti e l'idioma Davi a quel dolce di Calliope labbro. (Ma un labbro che ha parenti, e che adorna amore d'un velo, e lo pone in grembo a Venere, foss'anche il labbro di Calliope, ch'aveva parenti non toscani, non so se sia bello così come pare.) = Ott. Com. Par. 16. 367. (Man.) Gli antichi nostri ebbono non del tutto il nostro idiomate. Stor. Eur. 5. 107. (C) I nomi de' quali non mi curo porre altrimenti, per la difficultà di quello idioma che mal si può ridurre al nostrale. [B.] Ar. Fur. 9. 5. Idioma francesco (francese). T. D. 3. 26. L'idioma ch'io usai e ch'io fei (parla Adamo). – Indole delI'idioma.
2. In più ampio senso, di linguaggio e di stile. Petr. Canz. 48. 7. (C) E sì dolce idioma Le diedi, ed un cantar tanto soave. T. Fosc. Amabile idioma. 3. In senso ancora più ampio. Non com. D. 3. 15. (C) Vegghiava a studio della culla, E, consolando, usava l'idïoma, Che pria li padri e le madri trastulla (le parole che prime i genitori, accarezzando, insegnano ai bambini loro). Ma usit. Il materno idioma, della lingua con le sue più intime proprietà, di che la donna è principalmente maestra. 4. † Femm. [Cors.] Ciriff. Calv. 1. 67. Questo è qualche spiritello, che parla e finge la nostra idioma. Lat. anche Idioma, Idiomae. 5. † Per estens. [M.F.] Sacchet. Batt. Vecch. Giov. I. 49. E gli stormenti (strumenti musicali) di dolcezza pregni Incominciâro le vaghe idiome. (Diciamo: Linguaggio della musica.) 6. Quel che è proprio alla natura d'un ente. (Teol.) Comunicazione degl'idiomi in G. C., l'attribuire l'azione dell'una all'altra delle due sue nature, divina e umana. [Camp.] Serm. 24. Non secondo la natura divina, ma secondo la umana, per la comunione degli idiomati. E 41. Questo parlare si verifica per la comunicazione degli idiomati. T. Il dire: Dio è nato, Dio è risorto, son locuz. di tale comunicazione, perchè attribuiscono alla natura divina quel ch'è dell'umana. |
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