Utili Link |
Significato su Dizionari ed Enciclopedie online |
Hoepli | Sabatini Coletti | Treccani | Wikipedia |
Informazioni di base |
La parola favella è formata da sette lettere, tre vocali e quattro consonanti. In particolare risulta avere una consonante doppia: ll. È una parola bifronte senza capo, la lettura all’inverso produce una parola di senso compiuto (alleva). Divisione in sillabe: fa-vèl-la. È un trisillabo piano (accento sulla penultima sillaba). |
Frasi e testi di esempio |
»» Vedi anche la pagina frasi con favella per una lista di esempi. |
Esempi d'uso |
|
Citazioni da opere letterarie |
Le meraviglie del duemila di Emilio Salgari (1907): «Non dite nulla, dunque?» chiese finalmente Holker. «Avete perduta la favella?» «Io mi domando se sto sognando» disse Brandok. «È impossibile che tutto ciò sia realtà.» «Mio caro Brandok, siamo nel Duemila.» «Tutto quello che vorrete; eppure stento a persuadermi che il mondo, in soli cent'anni, sia così progredito. Trasformare gli uomini in uccelli! È incredibile!» «E non vi è pericolo che queste macchine volanti cadano?» chiese Toby. Fior di Sardegna di Grazia Deledda (1917): Massimo Massari aveva invitato a ballare Lara Mannu, e Lara aveva accettato! — Se un fulmine fosse piombato sul bosco, le persone che conoscevano l'inimicizia delle due famiglie non si sarebbero atterrite di più! Si credè di sognare! Persino il bosco tacque pieno di meraviglia e di sorpresa. Quando tutti, persone e fronde, poterono ripigliare l'uso della favella, figuratevi i commenti che sussurrarono. I drammi della schiavitù di Emilio Salgari (1896): – È storia, Vasco. Una donna, certa Anna Garbero, una piemontese, nata a Racconigi, visse trentadue mesi e dodici giorni senza nutrirsi. Era stata prima inferma molti anni, poi tutto ad un tratto si trovò nell'impossibilità d'inghiottire qualunque cibo o bevanda e nondimeno poté vivere tanto, conservando una lucidità di mente incredibile e anche la favella. Aggiungi poi, che dall'autopsia risultò che la morte era stata causata, più che dal prolungato digiuno, dalle lesioni sopravvenute nell'apparato digerente. Nell'India, presso i Fakiri, fanatici che si tormentano in mille guise per guadagnarsi il paradiso di Buddha, i lunghi digiuni sono comuni ed è frequentissimo il caso di uomini che stanno dei mesi interi senza mangiare. |
Giochi di Parole |
Giochi enigmistici, trasformazioni varie e curiosità. Vedi anche: Anagrammi per favella |
Definizioni da Cruciverba di cui è la soluzione |
Definizioni da Cruciverba in cui è presente |
|
Cambi |
Cambiando una lettera sola si possono ottenere le seguenti parole: bavella, favelle, favilla, tavella. Cambiando entrambi gli estremi della parola si possono avere: bavelle, lavelli, lavello, tavelle. Con il cambio di doppia si ha: favetta. |
Scarti |
Rimuovendo una sola lettera si può avere: favela. Altri scarti con resto non consecutivo: fava, falla, alla, vela. |
Parole contenute in "favella" |
ave, ella, fave. Contenute all'inverso: eva, lev, alle, leva, alleva. |
Lucchetti |
Scartando le parti in comune (in coda e poi in capo), "favella" si può ottenere dalle seguenti coppie: fano/novella, fata/tavella, favi/iella, favori/oriella, favela/ala. |
Lucchetti Riflessi |
Usando "favella" (*) si possono ottenere i seguenti risultati: * alleata = favata; * alleate = favate. |
Lucchetti Alterni |
Usando "favella" (*) si possono ottenere i seguenti risultati: * novella = fano; * oriella = favori. |
Sciarade incatenate |
La parola "favella" si può ottenere (usando una volta sola la parte uguale) da: fave+ella. |
Quiz - indovina la soluzione |
Definizioni da Cruciverba: Piselli, fagioli, fave, ecc., Si cita... con la fava, Le fautrici di un'iniziativa, Fautrice di un'idea prossima all'anarchia, I fautori della UE. |
Definizioni da Dizionari Storici |
Vocabolario dei sinonimi della lingua italiana del 1884 |
Lingua, Linguaggio, Idioma, Favella, Loquela, Parlatura, Parlata - Lingua è la serie delle parole che sono adoperate nel medesimo senso da un popolo, e costruite nel modo medesimo, per significare i suoi pensieri. - Linguaggio comprende tutti i possibili modi di significare il pensiero. - Idioma è meno generico di Lingua, e riguarda la proprietà di una lingua in paragone di un'altra. - Favella è la facoltà, che naturalmente ha l'uomo, di parlare, e il modo come parla, per rispetto alla forma e a' concetti: lo stesso presso a poco significa la voce Loquela, salvo che essa considera il puro atto e non la forma. - Parlatura è il modo speciale, col quale si parla nelle diverse parti di una stessa provincia, rispetto all'alterare più o meno le forme e la pronunzia della lingua comune, che più spesso si dice Parlata. (Vedi num. 912). [immagine] |
Dizionario dei sinonimi - Zecchini del 1860 |
Linguaggio, Lingua, Idioma, Favella, Dialetto, Gergo, Loquela, Locuzione - Linguaggio, può dirsi ogni qualunque mezzo con cui l’uomo ottiene di spiegare i suoi concetti, sia di segni, di gesti, di parole: il linguaggio degli occhi, quello del cuore è sovente citato da romanzieri e da poeti: lingua veramente può dirsi quella che ha parola o frase appropriata ad esprimere qualunque idea, e che ha regole fisse; cioè vocabolario e grammatica. Se non ha ogni parola necessaria, se è retta da poche e insufficienti regole, o da particolari convenzioni, se non è parlata che da pochi o da soli iniziati, non è che un povero gergo. Le lingue vive son parlate da popoli intieri e da nazioni; le linque morte lo furono. Idioma, dal greco idios, è proprio il linguaggio particolare di una nazione; direi quasi l’insieme della lingua e de’ dialetti che ne promanano. Favella è il dono che ha l’uomo di parlare, articolando parole; la loquela è proprio la facoltà di parlare, cioè di muovere speditamente la lingua; la loquela riguarda il moto materiale della lingua che parla; la favella le parole che dice ispirate dall’intelletto che in sì fatta guisa esprime i suoi raziocinii, i concepimenti suoi; la favella, come l’intelletto e la ragione, sono i principali e generali caratteri che più distinguono l’uomo dagli altri animali: i muti sono privi della favella, pure, mercè le cure dell’abate de l’Epée, dell’abate Sicard, dell’abate Assarotti, tre ecclesiastici, or sono dotati d’un linguaggio che equivale ad una lingua, e in una lingua o più si esprimono e scrivono. Locuzione è termine grammatico o rettorico. Vediamo la figliazione delle parole e delle idee, locuzione, elocuzione, eloquenza; la locuzione riguarda la lingua come arte: le cattive elocuzioni imbastardiscono la lingua. I dialetti sono figli delle lingue: più ritengono in sè de’ caratteri della lingua madre quanto più la popolazione cui servono è vicina al centro nel quale essa lingua madre si parla: mano a mano che se ne allontanano, più se ne discostano nelle forme, ne’ modi, e più vi si rinvengono caratteri dell’altra lingua al cui centro si vanno avvicinando: pigliamo per esempio il dialetto genovese e il piemontese; il primo ha in sè molti più elementi dell’italiano, il secondo moltissimi già del francese, a cui la posizione geografica del paese lo avvicina: da Firenze a Genova mano a mano il dialetto si trasforma; da Genova a Torino assume mano a mano altri caratteri. [immagine] |
Dizionario Tommaseo-Bellini del 1865-1879 |
Favella - [T.] S. f. Facoltà del parlare e modo e suoni espressi parlando. L'aureo lat. Fabella da Fabula, e questa da For. Ma Fabula e poi certi deriv. di Fabella. avevano anche senso di Discorso in gen. V. FAVOLA, § 1.
Della facoltà. Anco i Lat. in questo senso il v. Fari, de' bambini che incominciano a snodare la lingua: Infans era il suo contrapp. T. All'uomo ragionevole è dato il dono della favella. – Parla a qualche modo il pappagallo; ma non ha la favella. = Cas. Framm. 382. (C) Il mutolo ha riavuta la favella. T. R. burl. 140. Perse affatto la vista e la favella. T. Perdesi la favella e per poco e per lungo tempo e per sempre. Fam. Perde la favella chi non ha coraggio di parlare o a chi ne passa la voglia. = Virg. Eneid. M. (Man.) Nel suo cospetto perdè la favella, levati i capelli per raccapriccio (obmutuit). Rim. Ant. Guitt. 100. (C) Che certo a gran pena Aggio tanto di lena, Ch'eo possa trar di bocca la favella. 2. L'ult. es. s'attiene al senso del pronunziare. Bocc. Nov. 65. 11. (C) S'avesse messe alcune pietruzze in bocca, acciocchè esse alquanto la favella gl'impedissero. D. 1. 3. (Man.) Diverse lingue, orribili favelle, Parole di dolore, accenti d'ira, Voci alte e fioche… Facevan un tumulto… (Distinguesi Favella da Lingua e da Accento; perchè la lingua stessa e le stesse parole profferite con pronunzia sim. da natii del luogo medesimo prendono diversa efficacia dall'accento.) [Ferrazz.] Ar. Fur. 6. 28. Onde con mesta e flebil voce uscío Espedita e chiarissima favella. T. Petr. Tr. mor. c. 2. Riconobbilo al volto e alla favella. = D. 1. 2. (C) E cominciommi a dir, soave e piana, Con angelica voce, in sua favella. – Questo può concernere e il modo del dire e le parole e le cose dette; di che V. i due §§ seg. 3. De' suoni in quant'hanno un significato e appartengono tutti a una lingua; e però della lingua stessa. T. D. 3. 18. Io vidi (nel pianeta di Giove, i Beati disposti in guisa da formare lettere di lingua umana) Segnare agli occhi miei nostra favella… facensi (si facevano) Or Di, or I, or Elle in lor figure (e scrivevano in note di luce) Diligite justitiam qui judicatis terram. E 15. (Cacciaguida, trisavolo di Dante) Con voce più dolce e soave, Ma non con questa moderna favella, Dissemi… = Bocc. Nov.42. 7. (C) Udendo la favella latina. Red. Lett. 1. 12. Traporterò qui le parole medesime del Santo, e nella favella greca e nella latina ancora. E 1. 18. T. Buonarr. Cical. 3. 1. 28. Tal voce non era, come si credeva, tolta nuova di zecca dalla latinità, ma che si trovava addomesticata colla favella nostra. 4. E perchè nella Bibbia sovente Lingue suona Popoli (le lingue invero uniscono e distinguon le schiatte), però D. Inf. 5. (C) Fu imperatrice di molte favelle. But. Imperatrice di molte favelle, cioè che signoreggiò genti di diverse lingue (Semiramide). 5. Quanto alle cose dette; Discorso. [Camp.] Fr. Giord. Tratt. La favella è manifestamento dell'animo dentro. [Tav.] Pallav. Tratt. St. I. La stessa nostra cognizione fu appellata dalle scuole col vocabolo di favella. (Intendendo quello che i Gr. Αόγος; ma questo non è il senso usit. della voce.) T. D. 1. 18. Mal volentier lo dico; Ma sforzami la tua chiara favella, Che mi fa sovvenir del mondo antico (a me, dannato, rammenta la vita terrena). E 3. 33. Omai sarà più corta mia favella, Pure a quel ch'io ricordo, che d'infante Che bagni ancor la lingua alla mammella. T. D. 3. 24. L'antica e la novella Proposizione (la Scrittura del V. e del N. Test.), Onde l'hai tu per divina favella? (perchè la credi tu parola di Dio? Ma nell'uso com. Favella di Dio non sarebbe conveniente). = Tesorett. Br. 7. 66. (C) Questi (sensi) hanno per uffizio Che lo bene e lo vizio, Li fatti e le favelle Rapportano alle celle (le cose e le parole agli organi ministri della mente). Red. Lett. 1. 401. Parrà forse ch'io parli con troppo di libertà; ma invero ella non è libertà di favella, ma uno zelo innocentissimo. [Ferrazz.] Petr. Son. 31. p. 2. Ov'è il valor, la conoscenza e 'l senno, L'accorta, onesta, umil, dolce favella? Della forma del dire. [Ferrazz.] Faz. Polita e chiara favella. 6. Segnatam. del parlare con altre pers. Petr. son. 290. (C) E in don le chieggo sua dolce favella. Non com. ne' seg. Cas. Lett. Gualt. p. 32. lett. 30. (Gh.) Il quale credo che sdegnato del rabuffo che io gli feci sopra lo esser bravo, mi dineghi favella; ma noi faremo ben pace. Ancora men com. in senso sim. Tenere favella ad alcuno, perchè corrucciato. Bocc. Nov. 72. 1. (C) Bern. Orl. 1. 18. 25. Per contr. Render favella, Ritornarsi a parlare rappaciandosi, è anch'esso antiq. Cron. Vell. 11. E 18. Usi com. ai sensi not. [Ferrazz.] Ar. Fur. 13. 2. Con dolce suavissima favella. E 22. 32. Angelica favella. E 25. 20. Suavità della favella. 7. E per estens. T. D. 3. 14. Con tutto il cuore e con quella favella Ch'è una in tutti, a Dio feci olocausto (lo ringraziai). Potrebbesi anco La favella de' gesti, de' segni. D'animali. [F.T-s.] Guar. Past. Fido, 1. 1. Parla in sua favella (l'uccellino) Sì che l'intende il suo dolce desio (l'amata sua). T. Il Metast., di cose parlando, dice non senza garbo In sua favella. |
Navigazione |
Parole in ordine alfabetico: favagello, favaggine, favaggini, favata, favate, fave, favela « favella » favelle, faverella, faverelle, favetta, favette, favi, favilla |
Parole di sette lettere: fatuità, fautore, fautori « favella » favelle, favetta, favette |
Vocabolario inverso (per trovare le rime): sparutella, battutella, pizzutella, duella, linguella, quella, bavella « favella (allevaf) » caravella, tavella, divella, pedivella, livella, olivella, ulivella |
Indice parole che: iniziano con F, con FA, parole che iniziano con FAV, finiscono con A |
Dizy © 2013 - 2024 Prometheo | Informativa Privacy - Avvertenze |