Detrattore, Calunniatore, Calunnioso, Ingiuratore, Ingiurioso, Maldicente, Maledico, Mordace, Mormoratore, Satirico, Caustico; Maldicenza, Mormorazione, Biasimo, Detrazione, Ingiuria - Detrattore, chi toglie o cerca togliere dall'altrui fama, con parole e detti nocivi. Calunniatore è chi sparge o va insinuando accuse o imputazioni non vere contro il prossimo: calunnioso è chi ha l'abitudine di calunniare; detto calunnioso è quello che racchiude calunnia. Il mormoratore si compiace in dir male del prossimo, palesando i suoi difetti, peccati o debolezze; nè vale la scusa che siano veri i fatti riferiti, perchè la carità vuole che si tiri un velo sui difetti dei nostri fratelli: mormorare è proprio susurrare all'orecchio, o dire in ristretta brigata. Il maldicente dice male a dritto e a rovescio, purchè sfoghi il mal prurito della lingua e trovi pascolo a parlare a spalle altrui: dice male per abito e forse non con idea risoluta di pregiudicare, abbenchè a ciò riesca sovente. Il maledico dice male proprio per rea natura che a ciò lo spinge, o per vendetta, per astio, per atra bile, per una fatale compiacenza. Mordace è chi punge e lacera, chi non la perdona se gli viene il bello; lingua mordace è quella del maldicente di professione, se va al vivo nel tagliare addosso i panni al prossimo: mordaci sono molti nelle risposte, se un buon uomo, con una sua domanda un po' semplice, loro ne presta argomento. Caustico è chi non sa parlare se non punge, se non mette nelle parole sue un poco di quell'acrimonia che fa frizzare e dolere: la causticità proviene da un tetro umore, per cui, non contenti di noi nè degli altri, pare che di tutti abbiamo diritto o cerchiamo pretesto di vendicarci: il caustico ferisce a ogni tratto con leggere punture; il mordace lo fa più di rado, ma incide profondamente e fa sanguinare la piaga: la lingua del primo è proprio un corrosivo, un caustico; quella del secondo, uno scalpello anatomico: quegli è un ammalato che tormenta chi gli sta vicino; questi un maniaco che percuote, ferisce, morde. Satirico è veramente, o dovrebb'essere chi punge e flagella il vizio in genere: molti però trovan maggior diletto, reo diletto per certo, a frammischiare nelle satire loro sfrontate personalità. Ingiurioso si dice di detto, proposta, atto, pensamento, che sia tale. Ingiuriatore è chi dice o fa ingiuria: vorrebbe anche dire chi è solito a fare ingiuria; ma in questo senso non si userebbe mai, perchè, chi torrebbe su di sè impresa tale? e poi non la durerebbe tanto da rendersi meritevole di questo titolo, poichè troverebbe chi lo farebbe desistere dal vezzo villano. Il biasimo giustamente applicato può riuscire giovevole. La mormorazione è peccato contro la carità, poichè svela cose che, segrete, sarebbero state come non esistenti, con minor danno e minore scandalo. La maldicenza è peggiore della mormorazione, poichè quando non ha da pascersi sul vero, argomenta, congettura, inventa. La detrazione fatta per lo più di soppiatto, e con animo deliberato di nuocere, è sempre un'infamia, un'azione vile. L'ingiuria almeno è palese, affronta e s'espone coraggiosamente a ricevere il fatto suo: qui parlo d'ingiuria in parole o in atti. [immagine] |
Detrazione - S. f. Da DETRARRE. Scemamento, Diminuzione. Aureo lat. Bocc. Vit. Dant. 9. (C) Nominollo Aldighieri, come che il vocabolo poi, per detrazione di questa lettera D corrotto, rimanesse Alighieri. [F.T-s.] Cocch. Cons. 1. 106. Detrazione del sangue.
Senso intell. T. Rendere il concetto più semplice per detrazione di tutti gli accessorii elementi.
2. Fig. Diffamazione, Maldicenza, Mormorazione del detrattore. Maestruzz. 2. 8. 3. (C) La detrazione è diversa dalla contumelia, cioè villania, in due modi. In prima quanto che al modo di proponere le parole, imperocchè lo 'ngiurioso manifestamente parla alcuna cosa, ma la detrazione occultamente. Il secondo, quanto al fine, ovvero quanto che al nocimento, imperocchè lo 'ngiurioso macola l'onore altrui, ma il detrattore la fama. E son dette le parole del detrattore occulte non semplicemente, ma per operazione, a colui di cui ella parla; imperocchè sono, non essendo egli presente, e non sappiendolo, avvegnachè dinanzi a molti dette fossono le parole maladette. In quanti modi diminuisce la detrazione la fama altrui?… Amm. Ant. 35. 5. Sicchè onde più detrazione fiatano, indi meno veggono. Filoc. 5. 220. S'egli mai alcuna detrazione commise, questo gli è mortal pensiero. S. Ant. Confess. Detrazione è dir male occulto d'altri, non avendo alcun debito fine, e non essendo presente colui di chi si dice tal male. M. V. 5. 38. Comportando pazientemente la loro detrazione, messa dalla avversaria setta. [Camp.] Bib. Ep. can. I. 4. Non faccia detrazione l'uno dell'altro, fratelli miei. Quelli che fa detrazione del fratello e giudicalo, sì fa detrazione alla legge. (Nolite detrahere…)
[Camp.] Mac. Vit. S. Cat. III. 1. E benchè per operazione del Demonio essa portasse (patisse) per questa cagione gravissime fatiche, detrazioni e persecuzioni…
3. [G.M.] Lo stesso che Sottrazione, nei senso matem. Fare la detrazione di una somma da un'altra maggiore. |