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Significato su Dizionari ed Enciclopedie online |
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Informazioni di base |
La parola decenza è formata da sette lettere, tre vocali e quattro consonanti. Divisione in sillabe: de-cèn-za. È un trisillabo piano (accento sulla penultima sillaba). |
Frasi e testi di esempio |
»» Vedi anche la pagina frasi con decenza per una lista di esempi. |
Esempi d'uso |
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Citazioni da opere letterarie |
Il Gattopardo di Giuseppe Tomasi di Lampedusa (1958): “Ma è morto per il Re, caro Fabrizio, è chiaro” gli avrebbe risposto suo cognato Màlvica se Don Fabrizio lo avesse interrogato, quel Màlvica scelto sempre come portavoce della folla degli amici. “Per il Re, che rappresenta l'ordine, la continuità, la decenza, il diritto, l'onore; per il Re che solo difende la Chiesa, che solo impedisce il disfacimento della proprietà, mèta ultima della ‘setta'.” La distruzione dell’uomo di Luigi Pirandello (1921): facendosi ora il conto di quanto avrebbero dovuto spendere a riattarle e rimetterle in uno stato di decenza per darle in affitto a inquilini disposti a pagare una più alta pigione, stimarono più conveniente non farne nulla e contentarsi di lasciar le scale con gli scalini smozzicati, i muri oscenamente imbrattati, le finestre dalle persiane cadenti e i vetri rotti imbandierate di cenci sporchi e rattoppati, stesi sui cordini ad asciugare. Il Marchese di Roccaverdina di Luigi Capuana (1901): E così il marchese poté osservar bene quella bocca chiusa per sempre, che non avrebbe potuto mai più, mai più, ridire a nessuno il segreto da lui rivelato in confessione! Allora si sentì forte, vittorioso, quasi la fine di quell'uomo fosse stata opera sua. E soltanto per decenza non sorrise, quando il cugino Pergola gli disse all'orecchio: — Dev'essere rimasto male don Silvio, non trovando di là il Paradiso! |
Giochi di Parole |
Giochi enigmistici, trasformazioni varie e curiosità. Vedi anche: Anagrammi per decenza |
Definizioni da Cruciverba di cui è la soluzione |
Definizioni da Cruciverba in cui è presente |
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Cambi |
Cambiando una lettera sola si possono ottenere le seguenti parole: decenze, degenza, demenza, docenza. |
Scarti |
Scarti di lettere con resto non consecutivo: cena. |
Parole con "decenza" |
Finiscono con "decenza": indecenza. |
Lucchetti |
Scartando le parti in comune (in coda e poi in capo), "decenza" si può ottenere dalle seguenti coppie: devi/vicenza, deceda/danza. |
Usando "decenza" (*) si possono ottenere i seguenti risultati: * zane = decenne; lide * = licenza; vide * = vicenza; giade * = giacenza; piade * = piacenza. |
Lucchetti Riflessi |
Usando "decenza" (*) si possono ottenere i seguenti risultati: lied * = licenza. |
Lucchetti Alterni |
Scartando le parti in comune (in coda oppure in capo), "decenza" si può ottenere dalle seguenti coppie: decenne/zane. |
Usando "decenza" (*) si possono ottenere i seguenti risultati: * vicenza = devi; licenza * = lide; vicenza * = vide; giacenza * = giade; piacenza * = piade; * danza = deceda. |
Intarsi e sciarade alterne |
Intrecciando le lettere di "decenza" (*) con un'altra parola si può ottenere: iris * = iridescenza. |
Quiz - indovina la soluzione |
Definizioni da Cruciverba: Registra nascite e decessi, Il simbolo del decibel, Chi vi giunge... si decida!, Il generale spartano Lisandro vi sconfisse gli Ateniesi, decidendo la guerra del Peloponneso, Lo si dà per costringere a decidere. |
Definizioni da Dizionari Storici |
Vocabolario dei sinonimi della lingua italiana del 1884 |
Modestia, Decenza, Contegno, Compostezza, Pudore - Qui la Modestia occupa il luogo suo, e qui dobbiamo esaminarne l'indole e la qualità, mentre essa senza nessun sospetto viene colle amabili sue compagne a far corteggio alla castità de' costumi, all'innocenza della vita.
La compostezza fa le donne guardinghe nelle maniere; il pudore negli atti e negli sguardi; il contegno nei gesti e nel portamento; la decenza negli abiti e nelle cose esterne; la modestia nei loro sentimenti segreti. Tutte queste preziose doti risplendono più belle nella donna, s'ella non sa d'averle e se ne fa uso per abitudine, e come per naturale istinto, a differenza dell'uomo che le possiede sapendolo e recandole fra' suoi doveri. Queste qualità apparendo nel gran mondo si offrono allo sguardo altrui in atteggiamenti diversi: la modestia fugge a tutto potere le occasioni di comparire e di essere osservata; la compostezza si produce a stento; il contegno si arma di gravità; la decenza si studia; il pudore arrossa e si nasconde. - La decenza è diligente; la compostezza è circospetta; il contegno è severo; la modestia è timida; il pudore selvatichetto. Il pudore è segno e dimostrazione pressoché involontaria d'onesto timore e di candor d'anima; la decenza è una legge di società varia nelle varie civiltà; la modestia è dovere personale; il contegno è guardiano di questo dovere; la compostezza nelle persone ben nate è regola di decoro, nelle donne è la salvaguardia della buona fama. Il contegno e la decenza, la compostezza ed il pudore circondano la modestia per difenderla. Bandito il contegno, dimessa la compostezza, negletta la decenza, dileguato il pudore, la modestia è astretta a darsi vinta: epperò la decenza, il contegno, la compostezza, lo stesso pudore sono segni ed apparenze di virtù, ma non la virtù propria che è la modestia, la quale ha per altro a compagno inseparabile il pudore; quindi nel dar lode di decenza, di compostezza e di contegno ad una persona, non l'avrai ancora detta né modesta né pudica. Nel consorzio degli uomini alcune di queste qualità cambiano d'aspetto, poiché noi opponiamo al modesto il vanaglorioso o lo sboccato, secondo che la modestia vien considerata procedere da innocenza o da umiltà, ed al pudore, che è fra noi meno geloso, opponiamo la sfrontatezza. Noi finalmente abbiamo talvolta la modestia per indizio d'animo timido, e mal atto a grandi ed arrischiate risoluzioni, mentre nelle donne è sempre virtù altrettanto ragguardevole quanto necessaria. Così il contegno che nelle donne è compagno fedele della modestia, è talvolta segno nell'uomo di troppa gravità, e si accosta alla sostenutezza. Quindi i modi di dire andare in contegno, stare in contegno valgono Stare sul grave e andar con aria di gravità affettata. All'ultimo noterò che il Vocabolario della Crusca nel definire giustamente il contegno, chiamandolo portamento nobile e grande, guasta la sua definizione col farlo ad un tempo sinonimo del Fasto; perocchè tra questo e il contegno v'ha ancora la sostenutezza, il sussiego e l'alterigia. Valorosa espressione del contegno in donna, abbiamo nel Dittamondo dove dice: «Tanto era grande e di nobil contegno, Ch'io diceva tra me: Ben fu costei, E pare ancor, da posseder bel regno.» (Zecchini) [immagine] |
Castità, Pudicizia, Pudore, Verecondia, Vergogna, Modestia, Decenza, Ritegno - La Castità, ben dice il Tommaseo, è forte e severa, chè doma il corpo e tiene gli appetiti nel debito freno. - La Pudicizia è virtù delicata, che vieta ogni immodestia; dove il Pudore si stende anche ad evitare ogni cosa solo inconveniente, e si perita anche di mostrarsi, o di parlare cose che crede a sè poco dicevoli. La Verecondia si astiene da ciò che ritien disdicevole, per riverenza dell'aspetto o del giudizio altrui. - La Vergogna non sempre procede dal desiderio di non fare cosa men che onesta, o dalla ripugnanza del farla; ma spesso procede dalla coscienza della colpa. - La Modestia evita di mostrarsi, nè lusinga mai l'amor proprio, nè fa mai pompa del sapere o di altri suoi pregi, nè va mai agli eccessi. Il Ritegno vorrebbe mostrarsi, ma si ferma a mezzo per timore di sembrar vanaglorioso. - La Decenza nasce dal rispetto di sè stesso e dal sentimento della convenienza: è quella virtù che ci trattiene dal far cosa che sia aliena dal convenevole e dal retto.
I concreti di tali astratti sono: Casto, Pudico, Verecondo, Vergognoso, Modesto, Decente, Ritenuto. [immagine] |
Decoro, Convenienza, Decenza - Decoro è tutto ciò che si appartiene al mantenimento della propria condizione, secondo le leggi della civile onestà e onoratezza. - « Non c'è decoro l'andar così sola una donna per bene. » - Si trasporta anche allo stile e alle opere d'arte per significare ciò che dee fare lo scrittore o l'artista per non venir meno alla dignità del proprio soggetto. - Convenienza, è tutto ciò che si convien fare nelle date congiunture, e si regola secondo le persone e occasioni. - La Decenza è assoluta, ed è una per tutti. - « Non è decenza il dir queste cose al cospetto di sì nobile personaggio. » - E così la Decenza è del vestire, del conversare, dell'operare. [immagine] |
Dizionario dei sinonimi - Zecchini del 1860 |
Modestia, Decenza, Contegno, Ritegno, Compostezza, Pudore - Il contegno è tutto esterno; in quanto che non è garante de' sentimenti del cuore; unito alla compostezza, che è un contegno convenzionale del corpo, fa supporre la modestia; ma se sono ambedue finti e ipocriti, non la durano alla lunga e sono alla perfine smascherati; il contegno è dignitoso, la compostezza umile o riservata: se sono esagerati però il primo degenera in sussiego; la seconda, in caricatura. Il ritegno è una forza di riflessione la quale fa sì che non ci avventuriamo in cose arrischiate, e ci tratteniamo dal persistere in quelle se già cominciate: il pudore teme, non che il male, l'ombra di esso, si addimostra con la sincera modestia, colla squisita decenza, la quale è quel tale regolo che misura con giustezza le azioni, le parole, i modi, e li classifica in leciti e illeciti. [immagine] |
Convenienza, Decenza, Decoro - La decenza è convenienza morale; il decoro è convenienza di convenzione: molte cose vanno proprio trattate con decoro; tutte colla voluta decenza; e quelle che riguardano il mondo, secondo le convenienze che egli prestabilisce. Niuno può senza peccato mancare alla decenza: chi non osserva le convenienze sociali pecca contro la civiltà; chi pecca contro il decoro manca alle regole dell'etichetta: quale è la maggiore di queste mancanze? quale la più frequente? quale, secondo il mondo, è la più grave, la più compromettente? quot capita, tot sententiae; poichè il regno delle idee sarà sempre un caos, fino a tanto che non si stabilirà il preciso valore delle parole che le rappresentano: ma come oramai si è abusato di tutte torcendole a significazioni non di cose, ma di apparenze, è quasi divenuto impossibile al filologo filosofo districarsi da questo prunaio. [immagine] |
Dizionario Tommaseo-Bellini del 1865-1879 |
Decenza - e † DECÈNZIA. S. f. Decoro, Convenienza. Aureo lat. Bocc. Com. Dant. 1. 303. (M.) Ma come possiam noi credere che il pennello e lo scarpello possano effigiare la letizia negli occhi… la decenzia delle parole, e la qualità degli atti? Salvin. Annot. Mur. 2. 151. O cameretta, che già fusti porto, disse il Petrarca. Se in oggi uno il dicesse, peccherebbe contro la decenza. E Disc. 1. 7. Segner. Pred. 8. 6. (C) Non vi vergognate di stare ai vespri colla dovuta decenza, di tacere mentre altri ciarla, di orare mentre altri ride.
2. Decenza si dice particolarmente della Convenienza in ciò che ha riguardo al pudore. (Man.) (Tom.) La decenza è una per tutti, chè non c'è varie specie di pudore o di modestia. La convenienza s'accomoda a' casi. Quindi diciamo, la decenza, e non le decenze. Le convenienze, sì. |
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Parole in ordine alfabetico: decentrerò, decentri, decentriamo, decentriate, decentrino, decentrò, decentro « decenza » decenze, decerebrare, decerebrata, decerebrate, decerebrati, decerebrato, decerebrazione |
Parole di sette lettere: decenni, decente, decenti « decenza » decenze, decessi, decesso |
Vocabolario inverso (per trovare le rime): incombenza, assorbenza, nullafacenza, adiacenza, giacenza, piacenza, compiacenza « decenza (azneced) » indecenza, maldicenza, beneficenza, magnificenza, munificenza, onorificenza, licenza |
Indice parole che: iniziano con D, con DE, parole che iniziano con DEC, finiscono con A |
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