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Informazioni utili online sulla parola italiana «commedia», il significato, curiosità, associazioni, sillabazione, frasi di esempio, definizioni da cruciverba, definizioni storiche, rime, dizionario inverso. Cosa vuol dire.


Commedia

Parole Collegate

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teatro (16%), divina (6%), tragedia (6%), italiana (6%), arte (5%), musicale (5%), brillante (4%), recita (3%), atto (3%), comica (3%), allegra (3%), farsa (3%), leggera (2%), trama (2%), americana (2%), dante (2%), drammatica (2%), buffa (2%). Vedi anche: Parole associate a commedia.

Utili Link

Significato su Dizionari ed Enciclopedie online
Hoepli | Sabatini Coletti | Treccani | Wikipedia

Informazioni di base

La parola commedia è formata da otto lettere, quattro vocali e quattro consonanti. In particolare risulta avere una consonante doppia: mm. Divisione in sillabe: com-mè-dia. È un trisillabo piano (accento sulla penultima sillaba).

Frasi e testi di esempio

»» Vedi anche la pagina frasi con commedia per una lista di esempi.
Esempi d'uso
  • Avevano lavorato duramente per mettere in scena quella commedia.
  • Non fare la commedia; non credo a una parola di quello che hai detto.
  • La vita è come una commedia, ad ognuno di noi è stata assegnata una parte, a noi il compito di eseguirla al meglio.
Citazioni da opere letterarie
Un sogno di Federico De Roberto (1917): L'invenzione del serpente è un omaggio tributato alla realtà; se non che, questo rettile insinuante, il quale non parla e non può parlare per proprio conto, appartenendo ad una specie diversa e disforme, è un personaggio simbolico del quale non si può trovare il preciso equivalente nella commedia umana. Baglioni, in quel Gorli a cui sono toccati i fischi più sonori, ha voluto rappresentare il seduttore disinteressato, per conto altrui, per amore dell'arte: invenzione che poteva farsi accettare se si fosse incarnata in una persona viva.

Il pipistrello di Luigi Pirandello (1920): – E se ci s'introduce? – Ma non è vero! Non può! Non s'introduce mica nella mia commedia, quel pipistrello, ma sul palcoscenico dove voi recitate. – Benissimo! Dove io recito la vostra commedia. E allora sta tra due: o lassù è viva la vostra commedia; o è vivo il pipistrello. Il pipistrello, vi assicuro io che è vivo, vivissimo, comunque. Vi ho dimostrato che con lui così vivo lassù non possono sembrar naturali Livia e gli altri due personaggi, che dovrebbero seguitar la loro scena come se lui non ci fosse, mentre c'è.

La coscienza di Zeno di Italo Svevo (1923): Quantunque non vi fossero altri invitati che noi di famiglia, i vecchi Malfenti volevano che il banchetto fosse preparato solennemente. Augusta era stata pregata di aiutare a preparare la sala e la tavola. Alberta non ne voleva sapere. Poco tempo prima essa aveva ottenuto un premio ad un concorso per una commedia in un atto e s'accingeva ora alacremente alla riforma del teatro nazionale. Così restammo intorno a quella tavola io ed Augusta coadiuvati da una cameriera e da Luciano, un ragazzo dell'Ufficio di Giovanni che dimostrava altrettanto talento per l'ordine in casa quanto per quello d'ufficio.
Libri
  • Divina Commedia (Scritto da: Dante Alighieri; Anno 1304-1321)
  • La commedia degli equivoci (Scritto da: William Shakespeare; Anno 1592)

Giochi di Parole

Giochi enigmistici, trasformazioni varie e curiosità. Vedi anche: Anagrammi per commedia
Definizioni da Cruciverba di cui è la soluzione
Definizioni da Cruciverba in cui è presente
»» Vedi tutte le definizioni
Cambi
Cambiando una lettera sola si può ottenere: commedie.
Scarti
Scarti di lettere con resto non consecutivo: commi, comma, come, coma, coda, cedi, ceda, odia.
Zeppe (e aggiunte)
Aggiungendo una sola lettera si può avere: commedina.
Parole con "commedia"
Iniziano con "commedia": commediacce, commediante, commedianti, commediaccia.
Finiscono con "commedia": radiocommedia, tragicommedia.
Parole contenute in "commedia"
dia, medi, media. Contenute all'inverso: idem, demmo.
Incastri
Si può ottenere da coma e medi (COMmediA).
Lucchetti
Usando "commedia" (*) si possono ottenere i seguenti risultati: * dianti = commenti; * dianto = commento; * ana = commedina; * aoni = commedioni.
Lucchetti Alterni
Scartando le parti in comune (in coda oppure in capo), "commedia" si può ottenere dalle seguenti coppie: commenti/dianti, commento/dianto.

Definizioni da Dizionari Storici

Dizionario delle invenzioni, origini e scoperte del 1850
Commedia eroica - E' quella in cui i principali personaggi sono presi in un rango superiore, e si pongono in scena re e principi. Secondo Bret, Pietro Corneille fu il primo che diede questo nome alla sua produzione di Don Sancho d'Arragona, rappresentata nel 1650. [immagine]
Commedia - - balletto - Era una specie di commedia in tre o quattro atti, preceduta da un prologo. Si usava in Francia. Il Carnevale di Venezia, di Regnard, posto in musica da Campra, e rappresentato in Parigi nel 1699, fu la prima commedia balletto che colà comparisse. [immagine]
Commedia - Questo vocabolo viene dal greco Komazò, che significa andare immascherati per le strade cantando e ballando. Secondo il maggior numero degli autori, la commedia deve il suo nascimento ai poemi informi che si cantavano nell'Attica in occasione delle vendemmie. Verso l'anno 562 avanti Gesù Cristo, si cominciò a rappresentarne in Atene, e si proposero anco dei premj a' poeti comici ed ai loro attori. Allora la commedia prese un aspetto del tutto nuovo. I poeti formarono la disposizione delle loro favole su quella delle tragedie; chiamarono in ajuto la musica; tolsero abiti, decorazioni, macchine, e di tutto ciò composero uno spettacolo avente qualche regolarità. La Commedia che Orazio chiama la Vecchia teneva alcun che della prima sua origine e della libertà che aveva presa mentre era ancora informe, di dire buffonate ed ingiurie ai viandanti di su dal carro di Tespi.

La nuova commedia è una imitazione della vita ordinaria. Il teatro ateniese è debitore a Menandro della sua perfezione in questa parte.

Presso i Romani la commedia incominciò nel tempo stesso che la tragedia, circa sei cento anni dopo la fondazione di Roma. I versi fescennini; che ai Romani fecero le veci di opere comiche in tutto quel tempo, erano piene di burle grossolane, e accompagnate positure e danze indecentissime. A quei versi licenziosi succedè un'altra specie di poesia più castigata, e piena di scherzi che non offendevano il buon costume, la quale si chiamò Satira, satyra o Satura. Livio Andronsco per il primo cominciò a far rappresentara commedie e tragedie latine, ad imitazione dei Greci, e di argomento greco. Le commedie di tal genere si dissero palliatae, e quelle di argomento romano togatae, perchè la toga era l'abito dei Romani siccome il Pallium eralo dei Greci. Si nomarono Tabeatae altre inventate dal grammatico Melisso, in cui figuravano i magistrati ed i preti. Quante n'erano inferiori a queste vennero dette tabernarie, poichè rappresentavano i costumi del basso popolo. V'erano produzioni chiamate atellanae, che servivano da intermessi, e da paragonarsi alle odierne parodie.

La commedia latina rimase informa sino a Plauto, il quale la condusse quasi alla perfezione. Non lo pareggiò, e fore lo sorpassò alcun altro che Terenzio. In Francia la commedia, nata nel secolo XIV stette lunga pezza indietro: comparve al fine Corneille, e fece dare il Bugiardo, con cui venne ad assegnarle la sua vera forma. Dopo di esso Moliere raggiunse un sommo grado di perfezione. [immagine]
Dizionario compendiato di antichità del 1821/1822
Commedia - Se n'attribuisce l'invenzione ai Greci, che inventarono pur la Tragedia; ma i principj d'amendue son oscuri egualmente. È d'uopo distinguer tre forme, che prese la Commedia presso dei Greci, tanto pel genio dei Poeti, quanto per le leggi dei Magistrati, e pel cangiamento del Governo popolare in quello di piccol numero. Quindi è che contaronsi tre differenti sorte di Commedia; la vecchia, la mezzana, e la nuova. La vecchia, ove non eravi niente di finto nè nei soggetti, nè nel nome degli Attori. La mezzana, ove i soggetti non eran finti, ma erano fatti veri, ed i nomi soltanto supposti. La nuova era tutta finzione ne' fatti e nei nomi: i Poeti solamente n'immaginavano gli argomenti, e si servivano di nomi ideali.

A Roma la Commedia fu da principio uno spettacolo grossolano e degno dei costumi di quelli, che l'introdussero come un atto di Religione capace a calmare la collera degli Dei. Non fu nei primi tempi se non una specie di danza campagnuola al suono del flauto; in seguito del ballo veniva un Istrione, che recitava versi rozzi e senz'arte, pieni di burle e motteggi, detti a caso agli Spettatori secondo che si mostravano più o meno amanti di ridere.

Questa specie di Poesia fu lungo tempo conosciuta sotto il nome di Versus Fescennini. La prima Commedia fu rappresentata in Roma quaranta anni dopo la morte di Sofocle e di Euripide. Questo genere di Spettacolo si perfezionò a poco a poco, e i differenti gradi, per cui passò produssero diverse specie di Commedia. Le une furon dette Fabulae praetextatae o trabeatae, perchè gli Attori vi portavano la veste pretesta mentre rappresentavano le azioni le più distinte nella Repubblica, ed era questo un Genere Eroicomico.

In altre Commedie si rappresentavano le azioni comuni del Popolo, e si chiamavano Rogatae; e questo era il Genere puramente Comico. In generale si dava il nome di Rogatae a tutte le Commedie scritte in Latino per distinguerle da quelle dette Palliatae, che erano Commedie Greche i cui Attori portavano un manto. Finalmente vi erano delle Farse dette Tabernariae, ove rappresentavansi le azioni della plebaglia, che frequentava le taverne.

Eravi pure presso i Romani una specie di Drammi detti Atellani, Fabulae Atellanae. Questo spettacolo mitigato alla Italica severità sembra non essere stato che un ingegnoso passatempo, in cui non si tollerava veruna cosa contra i buoni costumi; ed è perciò che non rendeva infami coloro, che lo rappresentavano (Vedi Mimo, Pantomima, Satira.)
Dizionario Tommaseo-Bellini del 1865-1879
Commedia - e † COMMEDÌA e † COMÈDIA. [T.] S. f. Componimento drammatico di soggetto e di stile men alto, con intreccio di fatti piacevole più che grave, con riuscita non lugubre. [Val.] Ant. Com. Dant. Etrur. 2. 44. Commedia, detto da Κῶμος greco, che è a dire Villa, e Odos (ᾠδή) che è a dire Canto, quasi Canto di villa. (Meglio questa orig. che Comessatio, dal farla dopo le allegrie del mangiare.) E 45. Commedia è quello stile poetico, per lo quale si scrivono i fatti delle persone private e basse, con stile mezzano. T. Può farsi commedia anco di magnati e di re. – Può esserci la commedia storica, la tragicommedia, la commedia seria e morale; di carattere, che ritrae le indoli e i costumi; d'intreccio (che molti It. co' Fr. dicono d'intrigo), che bada a tener viva la curiosità con la ben congegnata successione de' casi. Alta commedia, quella che, nel ritrarre gli uomini e gli usi d'un luogo e d'un tempo, ritrae al vivo l'umana natura; e piacevolmente conduce a pensare sul serio a' casi nostri. – Commedia in uno, due, tre, cinque atti. – In versi. Magal. Lett. Commedie in musica. [Tor.] Dat. Lep. 47. Le cose che noi vediamo rappresentare in commedia, si veggono fare veramente nel mondo. = Red. Lett. 1. 272. (C) Quando si reciterà la commedia, ella avrà in casa i suoi bullettini. E 270. Andare a veder la commedia di via della Pergola.

T. Attore da commedia. – Recitare la commedia, d'attore che d'ordinario fa parti comiche. – Commedia rappresentata più volte o una mezza volta.

2. Commedia, Il genere. T. Cic. La commedia è imitazione della vita, specchio de' costumi. – Dice Orazio che la commedia talvolta innalza a dignità la sua voce. – Stile da commedia, anche fuori del gen. comico, Stile troppo rimesso, basso, sconvenientemente. – Oraz. Credesi, perchè tratta di cose comuni, che la commedia non debba costare fatica: ma più costa, perchè meno a lei si perdona. – Taluni cercarono se la commedia fosse o no poesia.

3. T. Risponde a costoro Aristofane, che ci mostra la commedia con cori non men belli de' tragici, con stile non men lavorato dall'arte; creazione insieme fantastica e politica, se non morale sempre. La sua è l'antica commedia; a cui successe la mezzana, con meno ardimento e men poesia; poi la nuova di Menandro, privata e piana. Palliate i Latini dicevano le commedie greche; le romane, Togate; e in Roma distinguevansi le Pretestate, le Atellane, e altri generi. =Pass. 313. (C) Studiano le commedie di Terenzio.

4. Nell'es. cit. parla delle Commedie di Giovenale e d'Ovidio, forse nel senso che Dante dice Commedia il suo poema, per l'umiltà dello stile, rispetto all'epica e alla lirica; onde quel di Virg. Tragedia (D. 1. 20.) † E così il Pucc. (Centil. prol. (Man.)) dice di ridurre in volgare commedia la Cronica del Vill.

La Divina Commedia (Bocc. Vit. Dant. 257.) non intitolata divina da lui, ma più forse dal soggetto del poema che dall'ammirazione de' posteri. T. D. 1. 16. E 21. Commedía secondo la pronunzia gr. (Morg. 1.), e come (D. 3. 25.) Teodía, e (1. 20.) Tragedía.

5. Mettere pers. o fatto in commedia, Farne soggetto di tale componimento o di parte d'esso.

Fig. In altro scritto, o in parole o in fatti, Deridere, Screditare celiando. Tac. Dav. Perd. eloq. 423. L'esser lecito dare addosso a' potenti…, il metterli, come fa l'invidia, anche in commedia. T. In questo senso, anco di fatti e di cose.

6. Altro modo fig. Avere o no, parte in commedia, Entrare, o no, in una faccenda.

T. Fare due, o più, parti in commedia, Far due uffizii o servigi diversi; Rappresentare due opinioni o sentimenti diversi. E chi affettatamente declama o esagera, recita la commedia.

T. Recita bene la commedia chi simula o dissimula a malizia o anche per cel. = Fare tutte le parti in commedia. Di chi facilmente muta opinioni e cambia parte secondo l'utile; e anco di chi si mostra, non senza affettazione, operoso in ogni faccenda. (Fanf.)

Sim. nel seg. [Val.] Cellin. Vit. 2. 120. Volse la mia mala fortuna, che io non fui avvertito di fare altrettanta commedia con madama de Tampes. T. Saper sostenere, Saper reggere la commedia, nel mondo.

Di qualsiasi faccenda. [Val.] Mach. Lett. fam. 267. Così finì il primo atto della commedia.

7. È una commedia, di discorsi o di fatti non gravi, che diano altrui materia di riso o di scherno, o potrebbero darla; che non siano così serii, nell'effetto o nell'intenzione, come dovrebbero. Bart. As. 3. § 35. (M.) Tali e tante ne disse, che sarebbe stata una commedia l'udirlo. Salvin. Annot. Buon. Fier. 5. 4. 6. Questo è un tratto di commedia. E, diciamo ancora: questo fatto, questo caso, fu propriamente una commedia.

T. Che commedia! Che commedie! Anco di discorso o di lazzi ne' quali uno si compiaccia, o faccia le viste di compiacervisi.

T. Personaggio da commedia, che potrebbe esserne soggetto; o, in gen., che non è serio assai.

T. Finisce in commedia, cosa che in modo più serio dovrebbe finire. – La commedia finirà in tragedia, di fatti lieti, anche non ridicoli, a cui si minaccia mala fine.

T. Fare una commedia, non dello scriverla, ma, in una serie d'atti, del portarsi in modo men grave del convenevole.

T. Volgere ogni cosa in commedia, di tutto ridere, o cercar che si rida. Fa commedia di tutto.

T. Far commedia di sè, Darsi a spettacolo più risibile che piacevole.
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Parole in ordine alfabetico: comitiva, comitive, comizi, comizio, comma, commandi, commando « commedia » commediacce, commediaccia, commediante, commedianti, commedie, commedietta, commediette
Parole di otto lettere: comitive, commandi, commando « commedia » commedie, commenda, commenta
Vocabolario inverso (per trovare le rime): radia, irradia, acedia, tragedia, media, rimedia, multimedia « commedia (aidemmoc) » tragicommedia, radiocommedia, ipermedia, intermedia, inedia, stapedia, logopedia
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