Il nome della rosa di Umberto Eco (1980): Guglielmo scorse rapidamente le prime pagine. “È un manoscritto arabo sui detti di qualche stolto, secondo il catalogo,” disse. “Di cosa tratta?” “Oh, sciocche leggende degli infedeli, dove si ritiene che gli stolti abbiano dei motti arguti che stupiscono anche i loro sacerdoti ed entusiasmano i loro califfi…” “Il secondo è un manoscritto siriaco, ma secondo il catalogo traduce un libello egiziano di alchimia. Come mai si trova raccolto qui?”
L’avventura di un povero crociato di Franco Cardini (1997): Intanto, però, le polemiche sull'assetto di ogni nuovo centro conquistato ritardavano la marcia, il che rischiava davvero di comprometterne l'esito: ormai tutti – anche il papa a Roma, anche il basileus, anche i califfi di Baghdad e del Cairo – sapevano che la mèta dei pellegrini armati era Gerusalemme. Ogni giorno perduto rafforzava le difese che gli infedeli stavano febbrilmente approntando attorno alla Città Santa. Ci si doveva quindi affrettare.
Conversazione in Sicilia di Elio Vittorini (1941): È una fortuna aver letto quando si era ragazzi. E doppia fortuna aver letto libri di vecchi tempi e vecchi paesi, libri di storia, libri di viaggi e le Mille e una notte in special modo. Uno può ricordare anche quello che ha letto come se lo avesse in qualche modo vissuto, e uno ha la storia degli uomini e tutto il mondo in sé, con la propria infanzia, Persia a sette anni, Australia a otto, Canadà a nove, Messico a dieci, e gli ebrei della Bibbia con la torre di Babilonia e Davide nell'inverno dei sei anni, califfi e sultane in un febbraio o un settembre, d'estate le grandi guerre con Gustavo Adolfo eccetera per la Sicilia-Europa, in una Terranova, una Siracusa, mentre ogni notte il treno porta via soldati per una grande guerra che è tutte le guerre. |