Definizioni da Dizionari Storici |
Vocabolario dei sinonimi della lingua italiana del 1884 |
Avarizia, Spilorceria, Pidocchieria, Grettezza, Sordidezza - Avarizia è il vizio di colui che agogna di acquistare, che mai non si sazia dell'acquistato, e si astiene più che può dall'usarlo, temendo sempre che gli venga meno. - La Spilorceria sta, più che altro, nelle cose minute, e più nello spendere che nell'acquistare: lo Spilorcio tira a far risparmio anche nelle cose di prima e più usuale necessità; il perché ciascuno lo deride o se ne maraviglia. - La Pidocchieria e la Grettezza sono sorelle della Spilorceria: la prima è anche più stomachevole; la seconda salva più le apparenze; non si attenta a spendere, anche per le cose necessarie; e se lo fa, lo fa misuratamente e sempre inferiormente al bisogno. - La Sordidezza è quando, per non ispendere, altri tiranneggia sè stesso e si lascia patire del necessario, vestendo male e mangiando peggio. [immagine] |
Dizionario dei sinonimi - Zecchini del 1860 |
Avarizia, Spilorceria, Sordidezza, Grettezza, Tenacità, Avaro, Gretto, Spilorcio, Sordido, Tenace - L'avarizia è il troppo amore del denaro; spilorceria è quella meschinità nel provvedere che non agguaglia o il bisogno proprio, o non vuol dare il valore giusto della cosa; sordidezza esprime quel grado d'avarizia che spinge alla sudiceria del corpo e degli abiti. Grettezza vale pochezza, sottigliezza, meschinità nello spendere. Tenacità, che vien da tenere, quando trattasi di sostanza, è l'opposto di dare; quando trattasi d'opinione, è l'opposto d'accordare. La grettezza è disposizione ad avarizia: sordidezza ne è l'eccesso: anche chi vuol fare lo splendido talvolta s'addimostra spilorcio. Così avaro, gretto, spilorcio, sordido e tenace. Avaro però ha qualche traslato, come avaro di lodi, di parole e simili: tenace si è anche delle idee proprie, di progetti, delle risoluzioni, quando per caparbietà o presunzione soverchia ci teniamo in dovere di non cedere, perchè ci crediamo eziandio incapaci di errare. [immagine] |
Dizionario Tommaseo-Bellini del 1865-1879 |
Avarizia - [T.] S. f. Brama soverchia del danaro come bene desiderabile per se stesso. Com. Purg. 19. 232. (C) But. Inf. 7. Avarizia è immoderato amore d'avere le cose di fuori, soggiacenti alla Fortuna. T. Avarizia, ingiusto appetito dell'altrui. Auct. a Erenn. [Tav.] Cav. Specch. de' pecc. cap. 1. L'avarizia ha due parti, cioè concupiscenza e desiderio di troppo avere, e tenacità e troppo desiderio in possedere. [Camp.] Somm. 8. Avarizia è pestilenza d'animo, di guadagnare e possedere ricchezze. = Fior. Virt. A. Mon. 12. 57. var. (C) Avarizia è superchia cupidità d'avere; e sì è un acquistare ingiustamente, e ingiusto ritener quello che fa mestiere di rendere; e… lasciar guastare le cose ch'egli ha, innanzi ch'egli le dia altrui. T. Com. Inf. 7. Se volete togliere l'avarizia, è da togliere il lusso padre di lei. Lett. del 300. Che cosa è avarizia? è essere omicidiale di se medesimo, e temere povertà, e sempre vivere in povertà = Dant. Inf. 6. (C) Superbia, invidia, e avarizia, sono Le tre faville ch'hanno i cuori accesi. [Camp.] E Purg. 22. Come potè trovar dentro al tuc seno Luogo avarizia, tra cotanto senno? = Cas. Lett. 75. (C) Niuno vizio mi spiacque mai più che l'avarizia. T. Avarizia è servitù a idoli, Ap. – Prov. Tosc. 49. L'avarizia è scuola d'ogni vizio. = Quist. filos. C. S. (C) Tutti gli altri vizi ne' vecchi invecchiano; solo l'avarizia non invecchia. Giamb. Giard. Cons. 169. Sempre ringiovanisce e rinfresca. T. Prov. Tosc. 149. Tutto cala in vecchiezza, Fuorchè avarizia, prudenza e saviezza. – Alla povertà mancano poche cose, all'avarizia tutte. P. Sir. [Camp.] Dant. Purg. 19. Avarizia spense a ciascun bene Lo nostro amore. E Inf. 7. In cui usa avarizia il suo soperchio (eccesso). E Convit. 4. 12. Mor. S. Greg. – Somm. 8. Tutte maniere di gente studiano in avarizia, e grandi e piccoli, prelati e principi, chierici e laici. T. Prov. Tosc. 155. L'avarizia de' Re, peste de' Regni. Dell'avarizia d'un imperatore, [Tav.] Lib. Rett. 6. T. B. Tass. Lett. Mercè dell'avarizia de' Principi. D. 2. 20. Oh avarizia, che puoi tu più farne (farci di male) Po' ch'hai (poichè) il sangue mio a te sì tratto, Che non si cura della propria carne? (D'un Re che vende sua figlia, e ne patteggia, Come fanno i corsar' dell'altre schiave.) E 1. 19. Che la vostra avarizia (o preti governanti) il mondo attrista Calcando i buoni e sollevando i pravi.
Plur. Bocc. g. 1. n. 6. (C) Infermità delle pestilenziose avarizie de' cherici. T. Non tutte le avarizie sono uguali, Cic.
Col Di. [Tav.] G. V. Lib. 6. c. 1. E per la sua (di Federico II) avarizia di prendere e di occupare le giurisdizioni, per male disperderle. (Qui ha senso più gen. secondo l'orig. di Aveo.) T. Avarizia d'oro e d'argento, Sen.
T. Avarizia sordida. – Fitta nell'ossa. – Profonda, Sall. – Vorace. – Insaziabile, crudele, rabbiosa. – Avarizia ardente, Cic. – Uomo ardente d'avarizia, Cic. – Cieco di…, Sall. [A.Con.] Essere preso dall'avarizia. – Lasciarsene prendere. – Consumarsi dall'avarizia, Struggersi. – L'avarizia lo consuma, lo strugge. – Dall'avarizia, mangia tanto per istare ritto.
2. Muoja l'avarizia, quasi prov. [M.F.] Baldov. Comp. Dram. Muoja pur l'avarizia. = Magal. Lett. Stroz. 171. (Man.) Ho risoluto di mandarvelo franco (il regalo): e muoja l'avarizia! [A.Con.] È come un'esortazione a sè o ad altri, e val quanto: Se non siamo avari. Per lo più premettesi a quello che si propone o consiglia di dare o di spendere. – Altrove si dice Crepi l'avarizia. Anche celiando, di presente o spesa tenuissima, o a cui chi la fa voglia modestamente detrarre valore.
3. Fig. T. Segner. Pred. 35. 1. A tale eccesso di offesa non si conviene tale avarizia di pianto. |