Dopo il divorzio di Grazia Deledda (1902): Nell'ora di aria era proibito assolutamente al condannato in segregazione di rivolgere la parola ai compagni. Allora egli chiese di confessarsi, per poter recitare la lauda al confessore. Il confessore, cioè il cappellano dello stabilimento, era giovine e intelligente; un settentrionale dai movimenti rapidi; alto, scarno, svolazzante, con vivissimi occhi neri. Ascoltò pazientemente Costantino, si fece tradurre la lauda; poi gli chiese se, volendosi confessare per poter recitare quei versi, non avesse peccato di vanità. Costantino arrossì e disse di no. Il confessore sorrise benevolmente, lo confortò, lodò i versi, e lo mandò via assolutamente beato.
Il cappello del prete di Emilio De Marchi (1888): Era solo! La sua fronte stillava un freddo sudore. Cinto da tre parti da un muro alto, non aveva davanti a sé che l'imboccatura di una cieca scuderia. Ascoltò e sentì un gran silenzio. Soltanto una lucertola s'era fermata sul muro e alzava la testolina, come affascinata. Del resto nessuno, e un gran silenzio.
La solitudine dei numeri primi di Paolo Giordano (2008): «Sai cos'è che mi fa rabbrividire di più?» disse Adele. «Sono tutti quei voti alti che prende. Sempre nove, dieci, sempre il massimo. C'è qualcosa di spaventoso in quei voti.» Mattia sentì sua madre tirare su con il naso, una volta. Poi di nuovo, ma adesso come se avesse il naso premuto contro qualcosa. Immaginò papà che la stringeva, al centro del salotto. «Ha quindici anni» disse suo padre. «È un'età crudele.» Sua madre non rispose e Mattia ascoltò quei singulti ritmici crescere fino a un picco di intensità e poi placarsi lentamente, per ristabilire il silenzio. |