Sostiene Pereira di Antonio Tabucchi (1994): Ordinò una limonata, andò alla toilette, si sciacquò mani e viso, si fece portare un sigaro, ordinò il giornale del pomeriggio e Manuel, il cameriere, gli portò proprio il “Lisboa”. Non aveva visto le bozze, quel giorno, perciò lo sfogliò come se fosse un giornale sconosciuto. La prima pagina diceva: «Oggi da New York è partito lo yacht più lussuoso del mondo».
Il romanzo della fanciulla di Matilde Serao (1921): Giorgio Serracapriola era partito di nuovo, sopra un yacht a vapore, pel Giappone, lasciandosi dietro il ricordo della mite fidanzata, che lo aveva così unicamente amato. Neppure al funerale di Luigi Muscettola, il fratello di Eva, che si era tirato un colpo di rivoltella al cuore, una notte, uscendo da una bisca, la gente era intervenuta: i suicidi non potrebbero essere neppure seppelliti in terra benedetta, s'era dovuto scrivere a Roma, al Papa, per averne il permesso, ma non vi era stata funzione, tutto era stato fatto di notte, alla chetichella.
Al Polo Australe in velocipede di Emilio Salgari (1895): Era una bella nave, che aveva più l'aspetto di un yacht di piacere, che d'uno steamer. Il suo sperone, tagliato ad angolo retto come quello dei moderni piroscafi, i suoi fianchi stretti, la sua alta alberatura, la davano subito a conoscere per una nave da corsa; i suoi ampi sabordi che s'aprivano sul quadro di poppa, le sue numerose cabine situate perfino sopra coperta, la minuziosa pulizia che regnava sul ponte, la lucentezza de' suoi metalli, l'ordine perfetto che si ammirava da prua a poppa, indicavano che il suo proprietario l'avea destinata a ben altro motivo che a quello del trasporto dei carichi americani o d'oltre Atlantico. |