Cristo si e fermato a Eboli di Carlo Levi (1945): Quanto al marito, donna Caterina sapeva come trattarlo. Non si doveva fare scandali, nessuno doveva sospettare di nulla. Donna Caterina gli rinfacciò ogni giorno, fra le pareti domestiche, le sue colpe, lo accusò di adulterio e di assassinio, e gli vietò l'accesso al letto coniugale. L'autorevole e temuto segretario del fascio di Gagliano perdeva, entrando in casa sua, ogni burbanza: sotto gli occhi neri e fiammanti della moglie egli era l'ultimo dei reprobi, un peccatore senza possibilità di perdono; e doveva acconciarsi a dormire solo, su un sofà nel salotto.
L'isola di Arturo di Elsa Morante (1957): Un giorno, entrando nella sua camera quando lei non c'era, fui tentato di baciare una sua veste. Me lo vietò il solito orgoglio: quasi che lei fosse una signora, e io un povero, che ricevevo un'elemosina da lei! Un altro giorno, però, vinto da una nuova tentazione, presi di sulla tavola di cucina un pezzo di pane già morso da lei, e lo addentai di nascosto. Ne provai un gusto di dolcezza furfantesca, e, al tempo stesso, di tante ferite: come quando si va a rapinare i nidi delle api.
Quaderni di Serafino Gubbio operatore di Luigi Pirandello (1925): Per spiegarci il suo suicidio, senz'alcun dubbio dipeso in gran parte dalla Nestoroff, dobbiamo supporre ch'ella, non curata, non ajutata e irritatissima, per potersi vendicare, dovette con le arti più fini e più accorte far sì che il suo corpo a mano a mano davanti a lui cominciasse a vivere, non per la delizia degli occhi soltanto; e che, quando lo vide come tant'altri vinto e schiavo, gli vietò, per meglio assaporare la vendetta, che da lei prendesse altra gioja, che non fosse quella di cui finora s'era contentato come unica ambita, perché unica degna di lui. |