Naufraghi in porto di Grazia Deledda (1920): Entrato nella stanza si mise a sedere sul letto, a gambe sospese, e attirò accanto a sè, uno per parte, il nipote e la nipotina che lo guardavano a bocca aperta, stringendoli a sé senza badarvi; la sua attenzione era tutta rivolta al racconto doloroso che gli faceva zia Bachisia; però di tanto in tanto osservava Grazia, la cui figurina alta e angolosa di adolescente veniva viepiù deformata da un vestitino nero troppo stretto. Gli occhi di lei, chiari e metallici, lo fissavano ostinatamente, avidamente.
Dal tuo al mio di Giovanni Verga (1906): La pace venne poi naturalmente come il pericolo incalzava di fuori, e li buttava fra le braccia l'uno dell'altro, stringendoli a difender roba e vita. Luciano, primo allo sbaraglio sulla porta, disse risolutamente, mentre si udiva crescere e avvicinarsi il rumore della folla minacciosa: — Via! via di qua, vossignoria. — Tu piuttosto! Pensa a tua moglie! Mettiti almeno al riparo, qui dietro il pilastro.
Il romanzo della fanciulla di Matilde Serao (1921): Infine, Eva s'inginocchiò accanto alla porticina e chinò il collo: una monaca si staccò dalle altre e le si avvicinò, raccogliendole i capelli tutti in un fascio e stringendoli nel pugno: la badessa, una vecchietta curva, con una grande croce gemmata che le batteva sullo scapolare, appoggiandosi a una mazzettina, si avanzò lentamente verso Eva. Dalla chiesa tutti tendevano il collo, si rizzavano in punta di piedi, per vedere che accadesse nel vano della porticina. |