La coscienza di Zeno di Italo Svevo (1923): — Grazie, — mormorai stringendole la mano non piccola, ma modellata perfettamente. Io ero disposto di diventare un buon amico di Augusta mentre prima di allora ciò non sarebbe stato possibile perché io non so essere l'amico delle persone brutte. Ma sentivo una certa simpatia per la sua taglia che avevo stretta e che avevo trovata più sottile di quanto l'avessi creduta. Anche la sua faccia era discreta, e pareva deforme solo causa quell'occhio che batteva una strada non sua. Avevo certamente esagerata quella deformità ritenendola estesa fino alla coscia.
Il nostro padrone di Grazia Deledda (1920): Egli aveva sonno, era felice, e non amava che Sebastiana rievocasse certi ricordi.... Si addormentò stringendole il braccio, ed ella continuò a fantasticare ed a far «maligni pensieri». I preti.... le cugine di Antonio Maria.... Lorenzo, Marielène.... il garofano.... il cappello grigio.... Bruno.... e i suoi occhi.... le sue labbra.... Ella si addormentò pensando a lui.
Ferdina di Adolfo Albertazzi (1918): — Buon giorno.... - Rossa in volto, ma sorridente e franca: e non il minimo segno sfuggì alla ragazza della impressione penosa che Baredi si aspettava di dover affrontare anche in lei. — Che ragazzona! — egli esclamò stringendole le mani. — Non ti avrei riconosciuta! La disinvoltura ch'essa aveva dimostrato a dissimulare; la delicatezza che l'aveva indotta a comportarsi in tal modo, gli riuscì così inattesa, così strana in una della sua condizione, ch'egli volle provocarne più sicura prova. |