Arabella di Emilio De Marchi (1888): Sperò di trovare il signor Tognino al caffè Martini in piazza della Scala, dove convengono la sera gli uomini d'affari a consultare gli ultimi telegrammi di borsa; e incontrò per caso il Botola, un brutto vecchio mal vestito che da qualche tempo veniva nello studio a discorrere in gran segretezza col padrone. Il pignoratario lo chiamò e cominciò a fargli un gran discorso a proposito del Mornigani e d'una villa sul lago di Como... ma Ferruccio non aveva il capo a queste cose. Lo piantò, traversò di nuovo la piazza della Scala, e per la via di Santa Margherita venne verso la via Torino.
Una Burla Riuscita di Italo Svevo (1926): Paventava però le spiegazioni solo perché in quelle già avute s'era dimostrato tanto debole. E per averle senza dover parlare, pensò di sostituire le parole con un atto energico: ostentativamente cessò di curarsi e sperò che Mario se ne sarebbe accorto e doluto. Invece Mario non s'accorse di nulla, forse perché la dimostrazione durò troppo poco. L'ammalato s'era sentito subito peggio, e, spaventato, era ritornato ai suoi medicamenti, che però gli fecero meno bene. Come può agire beneficamente un medicinale ch'è stato tanto disprezzato?
Il fu Mattia Pascal di Luigi Pirandello (1904): Fui, per circa due anni, non so se più cacciatore di topi che guardiano di libri nella biblioteca che un Monsignor Boccamazza, nel 1803, volle lasciar morendo al nostro Comune. È ben chiaro che questo Monsignore dovette conoscer poco l'indole e le abitudini de' suoi concittadini; o forse sperò che il suo lascito dovesse col tempo e con la comodità accendere nel loro animo l'amore per lo studio. |