Nelle nebbie del tempo di Lanfranco Fabriani (2005): Sfogliò le pagine assorta. — Oddio, dopo la caduta del muro di Berlino ci sono tanti di quegli agenti a spasso che non si può più essere sicuri di niente. Poteva anche trattarsi di mercenari. Venti anni fa le cose erano più semplici. In ogni modo, la macchina era abbastanza primitiva da poter appartenere ai servizi temporali dell'Azerbaigian, ammesso che esistano.
Nostalgie di Grazia Deledda (1914): Il maestro parlava; ella lo compassionava: il maestro leggeva; ella riconosceva nella figurina tracciata da Gabrie con evidenza fotografica la signorina nobile di Sabbioneta. Il quadernetto di Gabrie era quasi tutto pieno di queste figurine. Regina lo sfogliò senza scrupolo, e nelle ultime pagine trovò tipi di professori, di studentesse, e quello di Claretta «civetta, isterica, corrotta» che pochi giorni prima Gabrie aveva incontrato da lei.
Seta di Alessandro Baricco (1996): Sei mesi dopo il suo ritorno a Lavilledieu, Hervé Joncour ricevette per posta una busta color senape. Quando la aprì, vi trovò sette fogli di carta, coperti da una fitta e geometrica scrittura: inchiostro nero: ideogrammi giapponesi. A parte il nome e l'indirizzo sulla busta, non c'era una sola parola scritta in caratteri occidentali. Dai timbri, la lettera sembrava provenire da Ostenda. Hervé Joncour la sfogliò e la osservò a lungo. Sembrava un catalogo di orme di piccoli uccelli, compilato con meticolosa follia. Era sorprendente pensare che erano invece segni, e cioè cenere di una voce bruciata. |