Il partigiano Johnny di Beppe Fenoglio (1968): Poi Johnny fece la guardia per tutta l'interminabile notte, con la cagna compagna entusiastica, nella fiumana incessante del vento notturno, in cui panico e sicurezza così agevolmente e strettamente si mescolavano. Di tanto in tanto rientrava nella stalla per un'occhiata ad Ettore, l'ultima volta lo trovò sveglio. Penosamente Ettore lo pregò di andare domattina a Mango a prendergli qualcosa contro il maldigola. Johnny annuì e ripartì per un altro tocco di guardia. Ma verso l'alba, proprio nella peggior necessità di destità, si sentì assonnato, proditoriamente narcotizzato, e poté a stento ritrarsi sotto il portico.
Il deserto dei tartari di Dino Buzzati (1940): Il capitano, con quattro dei soldati più svelti, ripartì dunque come pattuglie di punta. Angustina prese il comando dei rimanenti e inutilmente sperò di poter tenere ancora dietro al Monti. I suoi erano troppi; la fila, forzando l'andatura, si allungava smisuratamente, tanto che gli uomini si perdevano completamente di vista. Angustina vide così la piccola pattuglia del capitano sparire in alto, dietro grige mensole di roccia. Per un pezzo sentì le piccole frane di ghiaia da essi prodotte nei canali, poi neppure quelle. Anche le loro voci finirono per dissolversi nella lontananza.
Sino al confine di Grazia Deledda (1910): — Eh, ci siamo spaventate! Egli disse, appena arrivato, che lo richiamava il giudice istruttore, come testimonio. Nessuno di noi credette. La mia padrona pianse tutta la notte. Ella credeva che tu e Francesco aveste litigato. Ma quando egli ripartì, allegro com'era venuto, ci rimettemmo il cuore in pace. |