Se questo è un uomo di Primo Levi (1947): Adesso è il secondo atto. Entrano con violenza quattro con rasoi, pennelli e tosatrici, hanno pantaloni e giacche a righe, un numero cucito sul petto; forse sono della specie di quegli altri di stasera (stasera o ieri sera?); ma questi sono robusti e floridi. Noi facciamo molte domande, loro invece ci agguantano e in un momento ci troviamo rasi e tosati. Che facce goffe abbiamo senza capelli! I quattro parlano una lingua che non sembra di questo mondo, certo non è tedesco, io un poco il tedesco lo capisco.
Il Gattopardo di Giuseppe Tomasi di Lampedusa (1958): Il nobiluomo si alzò, fece un passo verso don Calogero attonito, lo sollevò dalla poltrona, se lo strinse al petto; le gambe corte del Sindaco rimasero sospese in aria. In quella stanza di remota provincia siciliana venne a raffigurarsi una stampa giapponese nella quale un moscone peloso pendesse i da un enorme iris violaceo. Quando don Calogero ritoccò il pavimento: “Debbo proprio regalargli un paio di rasoi inglesi” pensò Don Fabrizio “così non può andare avanti.”
La vita in tempo di pace di Francesco Pecoraro (2013): Tornato a quota strada sorbì un caffè aspro, mentre il dolore era ancora forte, pagò a una cassa quasi completamente ricoperta da alti espositori zeppi di gomme-mentine-dolcetti-merendine-batterie-rasoi-eccetera, al punto che per il passaggio di denaro restava una specie di canyon largo non più di quaranta centimetri al fondo del quale c'era l'indifferenza di una vecchia cassiera. |