Gli Uomini Rossi di Antonio Beltramelli (1904): La metodica luna, spavento delle solitarie cagne, adornatrice di tenui ricami; invocata dai grandi alberi ciechi, immobili giganti della terra e sorrisa nel suo viaggio, dagli occhi delle querule rane che l'abboccano negli stagni, non aveva peranco raggiunto il colmo del suo andare, sì che, celata in parte da una muraglia, proiettava su l'altra e la sua luce metallica e l'ombra lieve dello cose.
Il resto di niente di Enzo Striano (1986): Le piaceva il tenero crescere lunare su quell'arco di fiume. Quando la luna diventava piena, la gente di Ripetta s'intratteneva per strada, con rabbonito clamore. S'udivano musiche di chitarra e canzoni, che i romani cantavano con belle voci chiare. Fra qualche giorno, comunque, tutto questo per lei non ci sarebbe stato più. Provò leggera angoscia. Pensò a tio Carlos, a tia Michaela, alle loro voci querule di sempre. Li comprendeva, adesso: anche in lei si stava spargendo piccolo sentore d'insicurezza infelice.
Daniele Cortis di Antonio Fogazzaro (1906): Cosa vuoi? Sto nella politica fino alla gola e mi ci guasto i modi e lo stile. Si stava meglio nel mio lago dei giardini, quella notte di giugno! La prima immersione nel pelago parlamentare agghiaccia fino al cuore. Vedo parecchi miei colleghi novellini tuttora aggranchiti dal gelo, smarriti, malati di nausea e di nostalgia. Pensano: qui è il cuore, questa è la sapienza d'Italia? Lo scorso dicembre un ministro ci è venuto a dire che Bismarck paragonando l'Italia politica alla Spagna ci ha fatto onore; e noi, vanitose ombre querule, sopraffatti in quel momento dalla coscienza, abbiamo taciuto. |
- Il 24 ottobre 2012, il quotidiano La Repubblica, in un articolo sulla legga-bavaglio, scrive: "E noi che non abbiamo altra forza possiamo solo seguirvi uno per uno, pubblicarvi uno per uno, tutti e 315, anche a costo di morire soffocati sotto il peso di 315 lunghissime, querule rettifiche".
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