Lontano di Luigi Pirandello (1902): Era felice: le era venuto il da fare, in quelle lunghe sere nella casa sola: cuffiette, bavaglini, fasce, camicine… – e non le sere soltanto. Non ebbe più tempo né voglia di curarsi di sé, tutta in pensiero già per l'angioletto che sarebbe venuto, – dal cielo, zia Rosolina! dal cielo! – gridava alla zitellona pudibonda, abbracciandola con furia e scombinandola tutta.
La messa di nozze di Federico De Roberto (1917): Sì, lo hai detto: noi lavoriamo continuamente all'opera di seduzione; ma non soltanto con gli sforzi dell'ingegno e gli artifizî della toletta; ma anche, e più, con la mascherata del sentimento. Ed hai mai pensato che forse solo gli amanti criminali, le coppie delle prostitute e degli assassini si conoscono quali sono realmente? Noi, nella nostra società timorata e pudibonda, c'incontriamo, ci uniamo, restiamo più o meno a lungo congiunti, e ci lasciamo conoscendoci meno di prima. Nessuno riesce a leggere nell'altro, perché ciascuno si studia di nascondersi.
La biondina di Marco Praga (1893): La Bianchi aveva per ognuna una frase illustrativa, una parola di lode. Questa rappresentava la giovinezza, quella la grazia, quast'altra la forza; un'altra ancora la raffinatezza del godimento procurato; e questa la sapienza della donna vissuta, preferibile forse all'inesperienza nella giovinetta a' primi passi; e quella lo spensierato abbandono di un'allegria, non mai sazia, «raccomandabile per cene e veglioni»; questa, la timida e pudibonda ritrosia di una quasi verginità, «non osate e non chiedete troppo a Lucilla»; qualcuna, era chiamata, soltanto, una «buona figliola»: ma che poema di garanzie e di promesse in quella semplice frase: «è una buona figliola!» |