Frasi e testi di esempio |
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Citazioni da opere letterarie |
Il piacere di Gabriele D'Annunzio (1889): Oh, il mio nome su la sua bocca! Se ci fosse un modo, potrei riprodurre esattamente l'attitudine, l'apertura delle sue labbra nel profferire ciascuna sillaba delle due parole: ― Donna Maria. ― Ma non mai potrei esprimere la mia sensazione; non potrei mai ridire tutto ciò che di sconosciuto, d'inopinato, d'insospettato si va risvegliando nel mio essere alla presenza di quell'uomo.
Tigre reale di Giovanni Verga (1875): Egli andava su e giù pel viale; strappava le foglie degli arbusti che masticava con una specie di rabbia. Ad un tratto lo vidi che si celava il viso fra le mani, e scoppiò in singhiozzi senza poter profferire una sola parola. Quell'uomo che si accasciava sotto il dolore faceva pietà; Giorgio, di solito così fatuo, così spensierato, si contorceva per nascondermi le sue lagrime e la sua debolezza. Tentai prendergli una mano; egli mi respinse dolcemente e continuò a piangere.
Addio! di Neera (1897): Appena mi vide comprese che ero orfana; io non potei profferire una parola. Quando mi tese le braccia piangendo, quando il suo cuore leale si posò sovra il mio per consolarmi, perdetti completamente i sensi. |
Giochi di Parole |
Giochi enigmistici, trasformazioni varie e curiosità. Vedi anche: Anagrammi per profferire |
Scarti |
Rimuovendo una sola lettera si può avere: proferire. Altri scarti con resto non consecutivo: proferì, prore, pori, porre, perire, peri, pere, offrire, offri, offre, ferie, erre. |
Parole contenute in "profferire" |
eri, ire, pro, ferì, ferire. |
Lucchetti |
Scartando le parti in comune (in coda e poi in capo), "profferire" si può ottenere dalle seguenti coppie: prodi/differire. |
Lucchetti Alterni |
Usando "profferire" (*) si possono ottenere i seguenti risultati: * differire = prodi. |
Definizioni da Dizionari Storici |
Vocabolario dei sinonimi della lingua italiana del 1884 |
Proferire, Profferire - L'uso più comune, scritto e parlato, vuole che, in senso affine a Pronunziare, Articolar le parole, si scriva con una sola effe, e con due, quando è affine a Offrire. - «Proferisce male - poco distintamente.» - «Profferisco quello che posso.» - «Ci profferse il suo letto - un fiasco di vino.» - «Proferiva parole non intese da noi.» G. F. [immagine] |
Offerire, Offrire, Profferire, Porgere - Offerire è presentare come in dono, o in omaggio: molte volte però non s'offre che in parole, e qualche volta anco soltanto col cuore, cosa non materiale. L'Offerire è più deliberato e determinato se si porge la cosa: però, non tutto ciò che si porge si offerisce: si porge la mano, si porge anco una supplica per avere, ottenere, il che è l'opposto di Dare. - Profferire è porgere o offerire accompagnando con parole l'offerta. Nella lingua parlata dicesi sempre Offrire. [immagine] |
Dizionario dei sinonimi - Zecchini del 1860 |
Offerire, Profferire, Porgere - Offerire è presentare a fine e come per voler dare: molte volte però non s'offre che in parole, e qualche volta anco soltanto col cuore, cosa non materiale. L'offerire è più deliberato e determinato se si porge la cosa: però, non tutto ciò che si porge si offerisce: si porge la mano, si porge anco una supplica per avere, ottenere, il che è l'opposto di dare. Profferire è porgere o offerire accompagnando con parole l'offerta. [immagine] |
Profferire, Articolare, Pronunziare, Vocalizzare, Dire, Proferire - Profferire e proferire sono registrati nei vocabolarii senza differenza o distinzione alcuna, e nel senso di pronunziare e nel senso di esibire, tanto l'uno quanto l'altro; ma partendo da una certa analogia ortografica, non varrebbe meglio il fissare a profferire il senso di esibire, offrire, giacchè ha le due f come il suo affine, e a proferire il senso di pronunziare? questa è una delle opinioni che in questo libro vado via via emettendo, e nulla più; ma non mi sembra mancare di opportunità ora che si va modificando l'ortografia della lingua: il profferire così fatto e pronunciato sarebbe un offrire cerimonioso, come nella chiusa delle lettere: «le profferisco la mia servitù»: o un offrire prima che altri chieda, e quasi un preofferire. Proferire, se s'intende di parola, di vocabolo, vale mandarlo fuori chiaro e bene suonante, superando le difficoltà che possono essere nella sua pronunzia: se si tratta poi di frase, di promessa o d'altro che di simile, il proferirla vale un dirla solennemente: il sacerdote nel dire la messa proferisce le parole della consecrazione, e pronuzia più speditamente le altre. Pronunziare è quasi annunziare colla voce, cioè per mezzo delle parole la cosa che queste significano: ma si pronunciano parole che slegate fra di loro non hanno significato alcuno, e si pronunzia una sentenza; così i giudici dai loro tribunali. Articolare la parola è piegare bene la lingua a tutte le inflessioni di voce che quella richiede; vocalizzarla è fare sentire bene le vocali di cui consta: molti non puonno articolare perbene quelle parole ove s'incontrano delle s, dei t, delle r; il vocalizzare è più facile, perchè il suono delle vocali non è che una semplice emissione di fiato. Dire una cosa è esprimerla con parole; proferirla è dirla con una certa intenzione; pronunziarla è non ritenerla più in sè, e farla, volere o non volere, del pubblico dominio. La difficoltà della pronunzia può dipendere o da difetto organico o da mal vezzo preso da fanciullo; la ritenutezza nel proferire è figlia della prudenza o del pudore. [immagine] |
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