Studio di donna di Federico De Roberto (1888): La testa scomparve, e il portone si schiuse a mezzo. Per la prima, risolutamente, la duchessa di Neli entrò. La marchesa esitava, si guardava attorno, guardava l'Olderico, quasi a rassicurarsi. Finalmente raccolse la sua gonna di peluche mousse, a larghe bande di ricamo a rilievo; chinò un poco la testa su cui portava un cappello a larghe tese in feltro oliva, con una ricca guarnizione di piume mousse a sfumature cascanti da un lato, e si decise a seguire l'amica.
Le piccole libertà di Lorenza Gentile (2021): In soffitta c'è una scatola con alcune delle cose che gli sono appartenute e che la mamma non ha avuto il coraggio di buttare: copertine, peluche, ciucci, libri e giocattoli. L'ho aperta spesso, da bambina, e le ho tirate fuori a una a una per cercare di capirlo. Cosa passava nella mente di un bambino così piccolo, che andava incontro alla vita senza sapere cosa gli avrebbe riservato? A volte mi portavo giù uno di quegli oggetti e lo nascondevo nel cassetto del mio comodino. Dove se n'era andato mio fratello?
Il Gattopardo di Giuseppe Tomasi di Lampedusa (1958): In quel tale pomeriggio di Maggio 1910 l'adunata di cappelli era addirittura senza precedenti. La presenza del Vicario Generale dell'Archidiocesi era attestata dal suo vasto cappello di fine castoro di un delizioso color “fuchsia” adagiato su di una sedia appartata, con accanto un guanto solo, il destro, in seta intrecciata del medesimo delicato colore; quella del suo segretario da una lucente peluche nera a peli lunghi, la calotta del quale era circondata da un sottile cordoncino violetto; quella di due padri gesuiti dai loro cappelli dimessi in feltro tenebroso, simboli di riserbo e modestia. Il copricapo del cappellano giaceva su una sedia isolata come si conviene a quello di persona sottoposta a inchiesta. |