Dialoghi tra il Gran Me e il piccolo me di Luigi Pirandello (1895): – Debbo mettere in carta codesti versi? Perdio, non direi che siano sbocciati per la fausta occasione… Ohé, discendi dal cielo, te ne prego… Io me ne sto qui alla finestra, e abbrezzo. Non vorrei prendere un raffreddore giusto questa sera… – Risponderesti domani con uno sternuto invece del sì sacramentale. – Senza scherzi, senza scherzi… Chiudiamo. E prima che il fuoco si spenga nel caminetto, occupiamo, se non ti dispiace, questo restante della notte a distruggere le carte e le reliquie compromettenti della prima nostra giovinezza che si chiude con questa sera.
L'Isola dell'Angelo Caduto di Carlo Lucarelli (1999): – Ohé, – disse il commissario, – ohé! – scuotendogli una spalla perché riaprisse gli occhi, – lascia stare che lo vedo di persona, il morto. Chi è? Un pastore? – Poi si ricordò di Valenza, ma quando si voltò per comandargli di starsene lontano, di rientrare a casa e di non parlare con nessuno, libero, confinato o fascista che fosse, Valenza non c'era più. Il brigadiere, intanto, faceva "no" con la testa e poi "no no", più forte. – Guai, Eccellenza, guai. Non è un pastore, il morto, è un fascista. Una camicia nera.
Tre croci di Federigo Tozzi (1920): — Ohé! Non ti vergogni a dormire! È tutta la mattina! Fai rabbia! - Niccolò, allora, si sdrusciò forte le labbra e aprì gli occhi guardando il fratello. — Ma che vuoi? Io, fino all'ora di mangiare, dormo! — Volevo dirti che io devo andare alla banca! Stamani, c'è un rinnovo. - Niccolò fece una sbuffata e rispose: — Vai! C'era bisogno di destarmi? — Alla bottega chi ci bada? — A quest'ora, non viene nessun imbecille a comprare i libri! Vai! Ci bado io! |
- Nel 2013, in Tutte le avventure di Arsenio Lupin di Maurice Leblanc, è riportato: "«Ohé!... Ohé!...», gridava una voce soffocata. E una voce più lontana, che proveniva dall'alto, rispondeva: «Ohé!Ohé!». Il signor Dudouis esclamò ridendo: «Ebbene, Ganimard, fa il fumista ora?»".
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