La Storia di Elsa Morante (1974): L'anno scolastico era alla fine, però ai maestri restavano varie incombenze da svolgere anche dopo la chiusura delle classi. E Ida, sempre assillata dal sospetto di perdere il posto per inabilità, pure in quelle giornate si recava puntualmente a scuola ogni mattina, dopo aver fatto la spesa alla prima apertura delle botteghe. Per lo più la riduzione stagionale del lavoro la lasciava libera prima del solito (così che al suo ritorno Useppe s'era da poco svegliato); o altrimenti, essa correva al telefono in segreteria, per udire almeno la sua voce che diceva: «Pronto chi parla?»
Il partigiano Johnny di Beppe Fenoglio (1968): Némega stesso era pressoché invisibile, per giorni e notti non varcava la soglia del comune, che era il sanctum della sua idea, a volte Johnny passando per meniali, armate incombenze, sentiva nella scuola elementare (uno stanzone nudo e polveroso, vagamente simile ad una tavola valdese) filtrar dalla finestra il ronzio della sua voce: stanca e didattica, come se non valesse la pena, con quell'uditorio, di spiegare la voce sapiente e cromatica che avrebbe meritato il partigiano Johnny.
Carthago di Franco Forte (2009): Publio sorrise. Quel siracusano aveva un'intelligenza e un acume che andavano ben oltre quanto desse a vedere, forse perché non voleva attirare più guai di quelli in cui già si trovava: era risaputo che l'oligarchia romana preferiva circondarsi di servi robusti e pronti a obbedire a qualsiasi ordine. Del resto, Versilio era stato comprato da sua madre non per aiutarlo nelle incombenze domestiche, ma come schiavo-tutore, una sorta di guida spirituale nel vasto mondo dell'istruzione in cui Publio si era tuffato qualche anno prima... un tempo che adesso gli sembrava lontano secoli. |