Il partigiano Johnny di Beppe Fenoglio (1968): A notte completa stavano davanti a Neive, riconoscendo il paese al brusio insopprimibile, non certo alla presenza, L'aria era d'inchiostro, non vedevano nemmeno il quadratino di strada su cui posavano i piedi; stavano come sulla fittile sponda di un ampio fiume nero, respirante vastamente e sottotono. Pierre disse che gli spiaceva, ma era per una settimana sola, poi guadò in quel nero fiume subito annegandovi. Johnny attese dieci minuti, poi vide una porta aprirsi a mezzacosta, liberando una luce straordinariamente gialla Pierre ci si siluettò per un attimo, poi sparì e con lui la luce. Johnny schioccò il pollice alla cagna e si voltò.
Conversazione in Sicilia di Elio Vittorini (1941): D'un tratto, poi, un cappello rosso, una bandierina rossa, un grido di ragazzo furono senza più sole, e sotto i fichidindia fu buio, comparve un lume. Un asino bigio guadò un sentiero d'acqua; e si salì e si passarono gallerie, si videro lunghe schiene di montagne, e alle fermate, giù in una conca, quattro luci, cinque luci, i paesi.
Il vecchio della montagna di Grazia Deledda (1920): Scese pei boschi fioriti, attraverso le roccie rosse di fior di musco; s'inoltrò giù nella valle, pei sentieri incavati ove la ginestra gettava i suoi archi d'oro, guadò il fiume, sulle cui acque verdi il sambuco stendeva le ombrelle dei suoi fiori e riprese a salire sulla montagna di schisto fiorita di rose canine. In una brughiera, tra fittissime macchie di lentischio, vide pascolare un puledro grigio dalla coda mozza. |