L'anno 3000 di Paolo Mantegazza (1897): Le chiamo corsie, per adoperare una vecchia parola e perché le camere dei malati erano poste le une dopo le altre e in due file separate da un ampio corridoio, ma ciascun malato ha la propria camera, bastantemente ampia e dove opportuni ventilatori rinnovano l'aria, di giorno e di notte, mantenendovi sempre la temperatura dovuta, secondo la stagione e la natura del male.
Il nome della rosa di Umberto Eco (1980): Che conosceva una magia portentosissima per far cadere ogni donna presa d'amore. Bisognava uccidere un gatto nero e cavargli gli occhi, poi metterli dentro due uova di gallina nera, un occhio in un uovo, un occhio nell'altro (e mi mostrò due uova che assicurò aver tratto dalle galline giuste). Poi occorreva mettere le uova a marcire dentro un mucchio di sterco di cavallo (e ne aveva approntato uno proprio in un angolino dell'orto dove non passava mai nessuno), e di lì ne sarebbe nato, per ciascun uovo, un diavoletto, che poi si sarebbe messo al suo servizio procurandogli tutte le delizie di questo mondo.
Una sfida al Polo di Emilio Salgari (1909): Quattro negri avevano cominciato a portare, su dei grandi ed artistici vassoi d'argento, delle vivande diverse che esalavano dei profumi da far venire l'acquolina in bocca anche ad un morto, mentre un quinto disponeva sulla tavola, dinanzi a ciascun commensale, delle bottiglie polverose che portavano delle marche celebri. |