Marianna Sirca di Grazia Deledda (1915): Sopra il lenzuolo Marianna sentì la mano ruvida sfiorarle il viso, facendole il segno della croce, come da ragazzetti, per scacciarle via dalla mente i cattivi pensieri: ricordò il senso di terrore che aveva provato quella notte nella Serra, dopo il primo sguardo di Simone, ma non cambiò pensiero.
Le otto montagne di Paolo Cognetti (2016): Nei giorni che mancavano alla mia partenza non tornammo più sull'argomento. Lara stava per conto suo, offesa, preoccupata, indaffarata intorno alla bambina. Bruno fingeva che non fosse successo niente. Io andavo su e giù da Grana a procurarmi il materiale per sistemare la casetta: avevo ridato il cemento dove si era rovinato, tappato il tubo della canna fumaria, pulito il terreno intorno dalle erbacce. Mi ero fatto tagliare delle tavole di larice uguali a quelle vecchie, ed ero sul tetto a sostituirle quando Bruno venne a salutarmi: forse voleva andare in montagna, ma vedendomi lassù cambiò idea e salì sul tetto con me.
Arabella di Emilio De Marchi (1888): Aquilino Ratta, il vice-ricevitore del R. lotto, cercò d'accostare il prete e d'interrogarlo pulitamente, col dovuto rispetto alla circostanza, su quelle che dicevano le probabilità d'un testamento, mediante il quale... per il quale... Don Giosuè, scrollando il tabarro in furia, brontolò qualche cosa in fondo al bavero, e cambiò posto. Fu avvicinato da questa parte da Salvatore Boffa, il fonditore di caratteri di stampa (l'uomo dalla ganascia fasciata), che, soffiando le parole come gli permetteva la flussione, toccò ancora il tasto del testamento. Don Giosuè alzò gli occhi al cielo e parve sprofondare nel bavero come in una botola. |