Annalena Bilsini di Grazia Deledda (1927): I fratelli Bilsini tentavano di proseguire i lavori cominciati, ma era una lotta impari, come contro la forza inesorabile della morte: e della morte le cose tutte avevano la rigidezza ed il gelo. Il primo a rientrare a casa fu Osca, con un dolore al fianco che atterrì le donne. La madre corse allora a richiamare gli altri; furono accatastati nell'atrio i pali vecchi tolti alle viti, e Giovanni ed i fratelli minori cominciarono a rifarne la punta marcia. Ogni tanto uno di loro si alzava, pestava i piedi e correva al focolare per scaldarsi la punta delle dita violacee.
Leila di Antonio Fogazzaro (1910): E non sarebbe da mandargli una parola, prima di presentarglisi? Suonò perché le fosse portato da scrivere. Si provò a scrivere, pensò alquanto colla penna in mano, si atterrì della difficoltà che provava. Se non le riuscisse di trovare la forma buona? Se una frase non chiara, una parola mal scelta, una lieve inavvertita mancanza di tatto guastassero? Meglio non scrivere, piuttosto. La sola presenza direbbe tutto. Certo! Si meravigliò di non averlo inteso prima. Ma subito l'idea di un incontro impreparato la spaventò colle incertezze che l'accompagnavano. Stretta così fra due terrori, sentì venire una delle sue crisi di singhiozzi e di lagrime. La scongiurò precipitandosi al davanzale di una finestra, gittando l'anima sulle cose esterne.
Il giardino dei Finzi-Contini di Giorgio Bassani (1962): Mi sbirciò di traverso con un'espressione furba, decisamente canagliesca, che non le conoscevo e che mi atterrì. |