I promessi sposi di Alessandro Manzoni (1840): Non sai tu che Dio è l'amico de' tribolati, che confidano in Lui? Non sai tu che, a metter fuori l'unghie, il debole non ci guadagna? E quando pure...” A questo punto, afferrò fortemente il braccio di Renzo: il suo aspetto, senza perder d'autorità, s'atteggiò d'una compunzione solenne, gli occhi s'abbassarono, la voce divenne lenta e come sotterranea: “quando pure... è un terribile guadagno! Renzo! vuoi tu confidare in me?... che dico in me, omiciattolo, fraticello? Vuoi tu confidare in Dio?”
La Stella dell'Araucania di Emilio Salgari (1906): La giovane, entrando, si era sbarazzata della manta, gettandola con moto nervoso su una sedia. Aveva gli occhi rossi di pianto ed era così pallida da temere che da un momento all'altro dovesse svenire. Nondimeno, vedendo il signor Lopez, che amava come fosse veramente suo padre, atteggiò le labbra ad un sorriso, non volendo che potesse nemmeno lontanamente sospettare il terribile sacrificio che aveva compiuto per salvare l'uomo che amava tanto e che ormai poteva considerare come perduto per lei.
La solitudine dei numeri primi di Paolo Giordano (2008): «Non stare lì imbambolato, su. Fammi una foto.» Mattia raccolse la Polaroid dal letto. Se la rigirò tra le mani per capire dove bisognava schiacciare. Alice ondeggiava da una parte all'altra dell'uscio, come se una brezza che poteva avvertire solo lei la stesse muovendo. Quando Mattia si portò la macchina davanti agli occhi, lei si raddrizzò con la schiena e atteggiò il viso a un'espressione seria, quasi provocante. |